Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Il bitcoin può arrivare a zero? E quante probabilità ci sono?

di Marcello Tansini pubblicato il
bitcoin crollo

Dalle critiche più dure alle dinamiche delle oscillazioni di mercato, l’articolo affronta le reali possibilità che il Bitcoin raggiunga il valore zero, analizzando rischi, fattori di resilienza, ruolo degli investitori e scenari futuri.

L’ipotesi che Bitcoin possa azzerare completamente il suo valore ha acceso discussioni accese tra esperti, investitori e media finanziari. Nel tempo, la criptovaluta più conosciuta ha dimostrato capacità di adattamento e crescita, attraversando fasi di espansione, correzioni brusche e momenti di forte volatilità. Tuttavia, ogni nuovo ribasso o correzione alimenta paure tra i risparmiatori, soprattutto tra chi si approccia per la prima volta al mercato delle valute digitali. Preoccupazioni, analisi pessimistiche e previsioni di crollo si alternano a visioni più ottimistiche che sottolineano la resilienza di Bitcoin. Comprendere il panorama attuale richiede uno sguardo attento alle dinamiche macroeconomiche, alle regolamentazioni emergenti e alle nuove figure che guidano l’adozione globale. Oggi, con l’asset che resta al centro del dibattito finanziario, è più urgente che mai analizzare con lucidità quali siano le paure infondate e quali invece i rischi reali che potrebbero portare al tracollo del valore di Bitcoin.

Bitcoin a zero: analisi delle critiche e delle principali profezie negative

Nel corso degli anni, numerose personalità del mondo finanziario hanno espresso dubbi sulla tenuta di Bitcoin nel lungo periodo. Warren Buffett, ad esempio, ha paragonato più volte la criptovaluta all’oro, sottolineandone l’assenza di produttività e la mancanza di un valore intrinseco. Il suo scetticismo si basa sull’idea che il prezzo sia sorretto dal meccanismo del “greater fool”: vale solo finché qualcuno è disposto a pagare di più per acquistarlo, senza fondamentali che ne giustifichino il valore. Similmente, altri detrattori ritengono che la principale forza di Bitcoin risieda nelle narrative e nell’entusiasmo, piuttosto che in utilizzi concreti. In particolare, le critiche più ricorrenti riguardano:

  • Mancanza di utilità intrinseca: la maggior parte degli utilizzi si limita a riserva di valore e trasferimento di fondi, non a casi d’uso produttivi.
  • Dipendenza dal sentiment: oscillazioni eccessive guidate spesso da eventi e notizie più che da una domanda reale legata all’attività economica.
  • Speculazione finanziaria: il mercato sarebbe dominato dalle whale e da investitori con grandi capitali capaci di manipolare i prezzi.
  • Concorrenza delle valute fiat digitali e regolamenti: rischi legati a interventi degli Stati nazionali e delle banche centrali che potrebbero minare la fiducia nella criptovaluta.
Confrontando le profezie di crollo, emerge un tema comune: la sopravvivenza di Bitcoin è legata alla fiducia. Tuttavia, la realtà ha dimostrato che, sebbene i ribassi siano frequenti, mai il valore è crollato davvero a zero – e molte delle previsioni più apocalittiche, finora, non si sono avverate. Nessuna bolla speculativa precedente, compresa quella delle dot-com, ha determinato l’annullamento totale del valore di un asset ormai così diffuso e riconosciuto.

Quali fattori possono spingere Bitcoin verso il basso (o risollevarlo)

L’oscillazione del prezzo di Bitcoin è il risultato di una serie complessa di fattori interconnessi. Da una parte troviamo le dinamiche dei mercati globali, dall’altra elementi interni come tecnologia e regole della blockchain. Alcuni fattori che possono innescare fasi di ribasso, ma anche di rialzo, sono:

  • Cambiamenti normativi: nuove regolamentazioni possono influire negativamente sulla domanda, ma al tempo stesso offrire maggiore legittimità e stabilità se chiare e favorevoli.
  • Volatilità dei mercati finanziari: periodi di risk-off spingono parte degli operatori a liquidare posizioni su asset percepiti come rischiosi.
  • Criticità tecnologiche o attacchi alla sicurezza: incidenti gravi su exchange o vulnerabilità nella rete possono portare a una perdita di fiducia e panico sul mercato.
  • Macroeconomia e liquidità globale: shock sui tassi d’interesse, politiche monetarie restrittive o crisi bancarie possono rafforzare o frenare gli acquisti di Bitcoin, a seconda del sentiment prevalente.
  • Leverage e liquidazioni di massa: l’ampio uso di derivati e posizioni a leva porta a movimenti amplificati, come dimostrato nelle correzioni degli ultimi anni.

A contrapporsi, ci sono anche fattori di resilienza:
  • Adozione crescente: sia da parte di grandi aziende che di piccoli risparmiatori e paesi sovrani.
  • Offerta limitata e halving: la scarsità programmata di Bitcoin ne sostiene il valore in scenari di domanda stabile o in aumento.
  • Innovazione tecnologica continua: miglioramenti come Lightning Network o nuove soluzioni di scalabilità contribuiscono ad ampliare i possibili utilizzi e a rinforzare la solidità percepita dell’ecosistema.
La combinazione di queste forze determina la direzione di medio-lungo termine, con la consapevolezza che nessun elemento – positivo o negativo – da solo può spingere Bitcoin definitivamente al collasso o all’euforia perpetua.

Volatilità, cicli di mercato e resistenza: cosa ci racconta la storia del Bitcoin

L’andamento storico di Bitcoin evidenzia una natura estremamente volatile, caratterizzata da cicli di ascesa e discese anche molto marcate. Dal 2010 a oggi, sono stati registrati diversi periodi di forte volatilità:

  • Luglio 2010: BTC valeva meno di un centesimo di dollaro.
  • Dicembre 2017: prima grande bolla con picchi verso i 20.000 dollari, seguita da una rapida discesa.
  • 2021-2025: nuove ondate rialziste, massimo storico oltre 120.000 dollari, seguite da correzioni superiori al 40%.
Nonostante i crolli ripetuti, Bitcoin non ha mai azzerato il proprio valore. Le fasi di bear market sono sempre state seguite da, almeno parziali, recuperi e nuovi trend rialzisti. La storia mostra che—contrariamente alle profezie di chi ne prevede la fine—la criptovaluta continua a esercitare attrattiva su investitori e innovatori. Va sottolineato come il ciclo quadriennale dell’halving (dimezzamento delle ricompense ai miner) abbia spesso segnato svolte chiave tra bull e bear market, suggerendo una resilienza legata anche a meccanismi tecnici di scarsità programmata e incentivi economici.

Halving, scarsità e innovazione: strumenti di sopravvivenza o rischi aggiuntivi?

Uno degli aspetti centrali per il sostegno del valore di Bitcoin è l’halving: l’evento programmato che ogni quattro anni dimezza la ricompensa per i miner, riducendo così la nuova offerta di moneta. Questa esclusiva caratteristica ha avuto—storicamente—aumenti di prezzo nei mesi successivi agli halving, sostenuti dal meccanismo di scarsità crescente. La scarsità programmata (massimo 21 milioni di BTC) rappresenta, insieme all’innovazione tecnologica come layer secondari (Lightning Network), un potenziale argine al rischio di crollo totale del prezzo. Tuttavia, la crescente complessità del mining dopo ogni halving potrebbe comportare rischi per i miner meno efficienti, abbassando la sicurezza della rete e alzando ipoeticamente i costi delle transazioni nei momenti di bassa domanda. Va considerato anche il rischio di adozione parziale: se il prezzo non dovesse salire dopo un halving, molti miner potrebbero uscire, esponendo la blockchain a possibili tentativi di attacco.

Il ruolo dell’adozione e degli investitori istituzionali: rischi e opportunità per la tenuta del valore

L’espansione delle applicazioni di Bitcoin nel contesto finanziario e l’ingresso progressivo di investitori istituzionali hanno rafforzato la percezione di affidabilità dell’asset. L’approvazione di ETF spot, le prime adozioni ufficiali in alcune economie e gli acquisti di aziende come MicroStrategy hanno dimostrato come la domanda possa essere influenzata da attori sofisticati. Tuttavia, la quota di chi detiene Bitcoin—rispetto ai potenziali investitori mondiali—resta ancora minoritaria. Tom Lee ha osservato che il 95% degli operatori finanziari non ha ancora una reale esposizione su BTC, lasciando ampio margine di crescita, ma anche rendendo il prezzo vulnerabile alle dinamiche di massa. I principali rischi sono:

  • Una presenza eccessiva di pochi grandi player (“whale”), capaci di innescare profonde correzioni se dovessero liquidare posizioni importanti.
  • Ritardi o ostacoli regolamentari nei paesi chiave che potrebbero ritardare l’adozione mainstream.
  • Fenomeni di leva eccessiva, che causano movimenti bruschi a causa delle liquidazioni forzate nei mercati derivati.
Ma il potenziale di crescita dell’adozione istituzionale rappresenta anche un’opportunità chiave per sostenere e stabilizzare il valore dell’asset nel tempo.

Strategie di gestione del rischio e scenari possibili in caso di forte calo del prezzo

Investire in Bitcoin espone a rischi superiori rispetto ad asset più consolidati. Per limitare le perdite in periodi di elevata instabilità, diversi approcci suggeriti dagli esperti includono:

  • Diversificazione del portafoglio: non concentrare tutto il capitale in una sola criptovaluta, ma bilanciare con strumenti tradizionali (azioni, obbligazioni, ETF).
  • Impostazione di stop-loss e prese di profitto: fissare limiti chiari per la vendita, sia in caso di ribassi che di crescita eccessiva.
  • Piani DCA (Dollar Cost Averaging): investire piccoli importi a intervalli regolari per ridurre l’impatto della volatilità.
  • Utilizzo di stablecoin o conversione parziale per bloccare i profitti in periodi d’euforia.
  • Mantenere una strategia di gestione delle emozioni, evitando FOMO e panico nei momenti critici.
Gli scenari in caso di forte calo dipendono largamente dalla presenza di supporti tecnici e da come reagiscono i grandi operatori. La storia di Bitcoin mostra che ribassi anche pesanti possono rappresentare occasioni di accumulo per chi ha un orizzonte di lungo termine e applica regole di risk management avanzate. Tuttavia, nessuna strategia può eliminare completamente il rischio di perdita totale nel caso si verificassero eventi estremi non prevedibili.

Le probabilità che il prezzo del Bitcoin vada a zero: limiti, ipotesi e riflessioni finali

La possibilità che Bitcoin raggiunga effettivamente il valore nullo è considerata—dalla maggioranza degli analisti—un’eventualità estremamente remota nel contesto attuale. L’estensione globale dell’ecosistema, la scarsità programmata, l’adozione nei portafogli istituzionali, la resilienza dimostrata nei numerosi cicli ribassisti suggeriscono che il mercato riesca a trovare nuovi equilibri dopo ogni crisi. Tuttavia, i rischi non sono assenti: eventi regolamentari ostili, vulnerabilità sistemiche, collassi tecnologici o attacchi su larga scala potrebbero destabilizzare la fiducia. Nei momenti di stress, il panico e la scarsa liquidità possono produrre crolli improvvisi anche di grande intensità. In definitiva, la scommessa sul valore zero di Bitcoin trascura il contesto storico di resilienza dell’asset e la sua unicità tra le valute digitali. I principali limiti a questa ipotesi risiedono nella capacità della comunità, degli investitori e della tecnologia di adattarsi costantemente alle sfide. Nessun asset finanziario esiste a rischio zero, ma l’azzeramento totale del valore di Bitcoin, dati i trend attuali, non trova ad oggi riscontri fattuali o motivazioni tecniche sufficienti nelle dinamiche osservate negli anni più recenti.



Leggi anche