Per quali proprietari di prime case si torna a pagare l’Imu da quest’anno, a sorpresa: ecco la novitŕ e i chiarimenti
La questione dell'Imposta Municipale Unica sulle abitazioni principali torna al centro del dibattito fiscale per il 2025. Contrariamente alle aspettative di una definitiva abolizione, molti proprietari di prime case si troveranno nuovamente a dover versare questo tributo, a causa di un meccanismo di riclassificazione catastale che sta coinvolgendo numerosi immobili in tutta Italia. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.
La normativa relativa all'Imposta Municipale Unica prevede l'esenzione per l'abitazione principale, intesa come l'immobile in cui il possessore e il suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Questa esenzione si estende anche alle pertinenze della stessa, classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un'unità per ciascuna categoria.
Tuttavia, questa esenzione non si applica alle abitazioni considerate "di lusso" o "di pregio", che continuano a essere soggette al tributo anche quando costituiscono l'abitazione principale del contribuente. Nello specifico, sono considerate di lusso le unità immobiliari appartenenti alle seguenti categorie catastali:
Nel corso del 2025, l'Agenzia delle Entrate sta procedendo a una revisione delle classificazioni catastali di numerosi immobili. Questa operazione interessa particolarmente quegli appartamenti che, in seguito a interventi di ristrutturazione o migliorie, presentano ora caratteristiche riconducibili a immobili di pregio.
In particolare, a Genova è già stato avviato un programma di riclassificazione che sta trasformando d'ufficio molte abitazioni ordinarie in immobili di categoria A/1 (signorili). Questo cambiamento comporta automaticamente la perdita dell'esenzione dall'Imu, anche per quegli immobili che costituiscono l'abitazione principale dei proprietari.
I criteri utilizzati dall'Agenzia delle Entrate per questa riclassificazione considerano diversi parametri, tra cui:
L'imposta municipale sugli immobili segue un calendario di versamenti ben definito anche per il 2025. Il pagamento avviene in due rate con scadenze fisse:
L'importo dovuto varia in base alle aliquote deliberate da ciascun Comune, che possono oscillare entro i limiti stabiliti dalla normativa nazionale. È importante consultare le delibere comunali per conoscere l'esatta percentuale applicata nel proprio territorio di residenza.
L'impatto economico della riclassificazione e del conseguente obbligo di pagamento dell'Imu sarà particolarmente gravoso per i proprietari interessati. Secondo il rapporto Imu elaborato dal Servizio Politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil, per l'abitazione principale considerata di lusso, il costo medio complessivo dell'imposta si attesterà intorno ai 2.531 euro annui (circa 1.266 euro per la rata di acconto).
Nelle grandi città metropolitane, questo importo può raggiungere e superare i 6.000 euro annui, rappresentando un onere significativo per i bilanci familiari. A titolo di confronto, per una casa di circa 80-90 mq l'Imu mediamente è di circa 1.022 euro all'anno (511 euro per l'acconto).
Per il 2025, le previsioni indicano che questi importi potrebbero subire ulteriori incrementi, in relazione all'aggiornamento delle rendite catastali e alle possibili variazioni delle aliquote comunali.
I proprietari di immobili che ritengono ingiustificata la riclassificazione della propria abitazione in categoria di lusso hanno la possibilità di presentare ricorso. Il procedimento prevede diversi passaggi:
Va sottolineato che, secondo la normativa vigente, l'onere della prova ricade sull'Agenzia delle Entrate, che deve dimostrare la correttezza della nuova classificazione basandosi su criteri oggettivi e verificabili.