Quanto si può avere di Rita se si decide di andare in pensione anticipata: i chiarimenti, le spiegazioni e i calcoli con i relativi calcoli
La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) rappresenta un'opzione preziosa per chi intende accedere anticipatamente alla pensione utilizzando i fondi accantonati nella previdenza complementare.
La RITA permette di anticipare la pensione fino a 62 anni di età (o fino a 57 anni per chi risulta inoccupato da almeno 24 mesi), fornendo un trattamento economico temporaneo che accompagna il lavoratore fino al conseguimento dei requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia, ovvero 67 anni di età accompagnati da almeno 20 anni di contributi versati.
Questo meccanismo di flessibilità pensionistica si basa esclusivamente sul capitale accumulato dal lavoratore nei fondi di previdenza complementare durante la propria carriera. Un aspetto particolarmente vantaggioso della RITA è che non comporta alcuna penalizzazione sull'importo della pensione finale che verrà erogata una volta raggiunti i requisiti standard.
L'importo della RITA che si può percepire varia significativamente da persona a persona, in quanto dipende da diversi fattori:
Per comprendere meglio le potenzialità di questo strumento previdenziale, analizziamo alcuni esempi concreti che illustrano il calcolo della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Consideriamo un lavoratore dipendente di 35 anni già iscritto a un fondo pensione che versa regolarmente i propri contributi. Se decide di richiedere la RITA a 64 anni, avendo accumulato circa 150.000 euro nel proprio fondo, potrà ricevere per tre anni (fino ai 67 anni, età per la pensione di vecchiaia) circa 4.000 euro mensili di rendita temporanea.
Se lo stesso lavoratore optasse invece per attendere il raggiungimento dei requisiti ordinari per la pensione (67 anni), ipotizzando un incremento del capitale accumulato fino a 165.000 euro, potrebbe ottenere una pensione integrativa di circa 600 euro mensili a vita (570 euro per la precisione).
Ipotizziamo ora un professionista che ha investito maggiormente nella previdenza complementare, accumulando 250.000 euro a 62 anni. Richiedendo la RITA per un periodo di 5 anni (fino ai 67 anni), potrebbe ricevere circa 4.200 euro mensili, supponendo di convertire l'intero montante.
Se decidesse di convertire solo il 50% del capitale in RITA, l'importo mensile scenderebbe a circa 2.100 euro, ma manterrebbe l'altra metà del capitale investita, potendo beneficiare di ulteriori rendimenti e di una rendita vitalizia più consistente una volta raggiunta l'età pensionabile.
Un aspetto particolarmente interessante della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata riguarda il trattamento fiscale agevolato di cui gode. Le somme erogate attraverso la RITA beneficiano infatti della tassazione sostitutiva con aliquota ridotta rispetto alla normale tassazione IRPEF.
In particolare, gli importi erogati come RITA sono soggetti a una ritenuta a titolo d'imposta con aliquota del 15%, che può ridursi fino al 9% per i soggetti con anzianità di iscrizione alla previdenza complementare superiore a 15 anni (riduzione dello 0,3% per ogni anno eccedente il quindicesimo, fino a un massimo di riduzione del 6%).
Questo regime fiscale rappresenta un notevole vantaggio rispetto alla tassazione ordinaria IRPEF, soprattutto per i contribuenti con redditi medi e alti, rendendo la RITA uno strumento ancora più attraente per chi intende anticipare la propria uscita dal mondo del lavoro.
Pur rappresentando un'opportunità preziosa, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata presenta alcuni limiti che è importante considerare: