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La storia dell'imprenditore che a Milano non trova idraulici ed elettricisti pur pagando molto bene e facendo tanta pubblicità

di Marcello Tansini pubblicato il
non si trovano idraulici ed elettricisti

A Milano si fa fatica a trovare idraulici ed elettricisti, nonostante stipendi elevati e campagne pubblicitarie sui tram. Un caso che riflette cambiamenti sociali, necessità di competenze tecniche e un mercato del lavoro in evoluzione.

Nella metropoli lombarda, motore dell’economia nazionale e culla dell’innovazione, si paralizzano settori chiave per una carenza di lavoratori altamente richiesti come elettricisti, idraulici e operai specializzati.


La vicenda di Saverio Cutrullà è emblematica: nonostante stipendi sensibilmente superiori ai minimi contrattuali, ampia visibilità degli annunci e buone prospettive di carriera, nessuno risponde.

Il caso Save Group: annunci sui tram e stipendi allettanti

L’esperienza di Saverio Cutrullà, imprenditore originario della Calabria e da oltre un decennio attivo a Milano, è diventata il simbolo del divario tra domanda e offerta nei mestieri tecnici. Il suo gruppo, Save Group, leader nei servizi di facility management, vanta sei sedi sparse in Italia e circa cento dipendenti. Circa un mese fa, la società ha lanciato una campagna di reclutamento atipica: annunci di ricerca di personale tecnico sulle fiancate dei tram milanesi, con uno slogan volutamente provocatorio rivolto ai giovani cittadini. L’obiettivo, trovare figure quali elettricisti, idraulici, frigoristi, termoidraulici, escavatoristi, autisti, manovali e project manager per cantieri e sedi del Nord.

Nonostante la visibilità e l’attrattività economica della proposta—con retribuzioni che spaziano da 1.800 a 2.700 euro mensili, ben al di sopra dei minimi previsti dal Contratto Nazionale Metalmeccanico Industria e incentivi aggiuntivi fino a 400 euro—il risultato è sorprendente: zero candidature ricevute. Al centro di questo paradosso non vi è solo la retribuzione, ma una complessa combinazione di fattori culturali, sociali e sistemici. Lo stesso Cutrullà racconta:
“Cerchiamo personale giovane con competenze tecniche che abbia voglia di sporcarsi le mani… Ma molti ragazzi sognano lavori creativi, o che sembrino più semplici, come il mondo dei social”.

La campagna, che ha portato decine di messaggi stampati sui mezzi pubblici, intendeva rendere evidente il problema a un pubblico ampio. La mancanza di riscontro obbliga ora l’azienda a rivedere strategie di recruitment e a considerare anche l’internazionalizzazione della ricerca.

Le figure richieste, i requisiti e le condizioni contrattuali offerte

Le trenta posizioni aperte da Save Group illustrano la varietà e la complessità della domanda delle imprese lombarde. Tra le figure richieste vi sono:

  • Elettricisti
  • Termoidraulici
  • Frigoristi
  • Escavatoristi
  • Autisti
  • Manovali esperti
  • Project manager
Ciascun profilo è inquadrato con il Contratto Metalmeccanico Industria, con possibilità di maggiorazioni fino al 40% in base all’esperienza e alle competenze. Gli stipendi proposti variano in funzione del ruolo:
Ruolo Stipendio mensile (€)
Operaio tecnico 1.800–2.000
Project manager specializzato fino a 2.700

Oltre alla retribuzione più alta della media di settore, Save Group garantisce:

  • Formazione interna e affiancamento ai neoassunti
  • Premi economici in base a produttività e competenze
  • Contratti regolari con benefit e possibilità di crescita
Il diploma tecnico o professionale rappresenta il requisito minimo richiesto, mentre l’esperienza pregressa non è obbligatoria; i nuovi assunti vengono infatti formati e affiancati da tecnici esperti.

Le cause della carenza di candidature tra i giovani

I motivi che stanno alla base della scarsità di risposte non si esauriscono nella dimensione retributiva o contrattuale. Numerose indagini e analisi, tra cui quella recente della Banca d’Italia, confermano un mutamento profondo nell’orientamento dei giovani, specialmente nelle aree metropolitane settentrionali:

  • Nuovi modelli aspirazionali: la preferenza per carriere considerate meno faticose, spesso legate ai settori della creatività, dei media digitali o dell’immagine pubblica (moda, influencer marketing, contenuti social).
  • Declino dell’appeal del lavoro manuale: il lavoro tecnico viene frequentemente percepito come una soluzione di ripiego, penalizzato nella scala del prestigio sociale rispetto a professioni universitarie.
  • Cambiamento del valore attribuito alla "fatica": la cultura contemporanea valorizza la qualità della vita e la flessibilità, riducendo l’interesse verso professioni ad alta intensità fisica, anche se ben retribuite.
  • Limitata educazione al lavoro tecnico: percorsi scolastici e orientamento spesso trascurano la valorizzazione di queste energetiche professionalità, accentuando il “tradimento formativo” rispetto ai reali fabbisogni del mercato.
Secondo esperti di recruiting, il vero ostacolo sta nella disconnessione tra le competenze richieste e l’offerta effettiva di talenti. La disponibilità a “sporcarsi le mani” è ormai rara, nonostante l’offerta economica e di carriera. Questo dato si riflette anche nella bassa percentuale di studenti iscritti a istituti tecnici industriali e professionali.

La tendenza, ulteriormente accentuata dall’immagine dei settori tecnici nel dibattito pubblico, comporta rischi rilevanti sia per la competitività delle imprese sia per la sostenibilità futura della forza lavoro qualificata nelle aree strategiche del Paese.

La percezione sociale dei mestieri tecnici e il mutamento culturale

Un aspetto spesso sottovalutato riguarda proprio il valore simbolico attribuito ai lavori tecnici. Negli ultimi decenni, in Italia come altrove, si è assistito a un mutamento significativo nella percezione collettiva dei mestieri manuali e operativi:

  • Svalutazione del lavoro manuale: a lungo considerato “di serie B” rispetto alle professioni impiegatizie o digitali, il lavoro tecnico è stato raramente promosso come orizzonte di prestigio.
  • Rappresentazioni mediatiche: media e intrattenimento tendono a esaltare figure legate alla creatività e all’innovazione tecnologica, ma raramente mettono in luce la centralità dei tecnici nella tenuta delle infrastrutture urbane e produttive.
  • Mancanza di modelli virtuosi: pochi esempi vengono divulgati che raccontino le storie di successo di tecnici specializzati, alimentando il pregiudizio che si tratti di sbocchi lavorativi secondari.
Questa dinamica si riflette nell’atteggiamento delle giovani generazioni, indotte a valutare il percorso universitario come l’unico desiderabile. Eppure, i dati mostrano come spesso i professionisti tecnici abbiano una retribuzione superiore ai laureati junior nei servizi, beneficiando anche di una maggiore stabilità occupazionale. Rimodulare la narrazione pubblica intorno ai lavori tecnici diventa perciò imperativo per restituire dignità e attrattività a questi percorsi.

Fattori strutturali: demografia, mismatch di competenze e mercato del lavoro

La questione della carenza di operai specializzati a Milano e nel Nord Italia non può essere spiegata esclusivamente da fattori culturali. Diversi elementi strutturali concorrono a rendere il fenomeno sistemico:

  • Declino demografico: la denatalità degli ultimi decenni ha ridotto drasticamente il bacino dei giovani disponibili ad inserirsi nel lavoro manuale tecnico.
  • Mismatch formativo: la crescente digitalizzazione nei settori industriali e edilizi ha innalzato la soglia delle competenze richieste, generando uno scarto tra la formazione scolastica e le esigenze reali delle imprese.
  • Ritorno della domanda post-pandemica: l’accelerazione delle opere infrastrutturali e delle manutenzioni, dopo la pandemia, ha incrementato la richiesta di manodopera specializzata.
  • Esigenza di flessibilità: molti giovani, anche in relazione alle nuove tendenze del mercato, chiedono maggiore flessibilità oraria, possibilità di crescita e un migliore equilibrio vita-lavoro, aspetti spesso regolati rigidamente nei settori tradizionali.
Secondo le indagini di Banca d’Italia, il Nord Italia si distingue per la maggiore difficoltà di reperimento di personale tecnico rispetto ad altre regioni. In questo quadro, l’apertura anche a profili femminili e stranieri rappresenta una delle sfide da parte del tessuto produttivo, talvolta ostacolata però da pregiudizi persistenti.

Specializzazione tecnica: opportunità e prospettive future

Contravvenendo agli stereotipi, le professioni tecniche specializzate sono oggi tra le più richieste e tutelate del mercato del lavoro. Il percorso di specializzazione tecnico-applicativa offre:

  • Sicurezza occupazionale: le figure capaci di intervenire su impianti, infrastrutture e tecnologie di ultima generazione sono di difficile sostituibilità, persino nel contesto della rivoluzione digitale.
  • Progressione economica: i livelli retributivi, anche per ruoli base, sono mediamente più alti rispetto a molte mansioni impiegatizie entry level.
  • Crescita professionale: la formazione continua e l’applicazione di know-how pratico danno accesso a ruoli manageriali nelle imprese del settore.
Secondo la Save Group, la specializzazione rappresenta una vera “unicità” nell’attuale panorama lavorativo. Chi decide di abbracciare queste strade si trova di fronte a una competizione decisamente meno affollata e, soprattutto, accede a una sicurezza economica e progettuale per il futuro—un’opportunità ancora sottovalutata nell’orientamento dei giovanissimi.

Conclusioni e possibili soluzioni per colmare il gap occupazionale

La vicenda di un imprenditore che ha pubblicato l'annuncio sul tram a Milano spalanca una finestra sulle urgenze di un mercato in trasformazione. Colmare il divario tra domanda e offerta nei mestieri tecnici richiede azioni coordinate:

  • Orientamento scolastico più consapevole e mirato a valorizzare i percorsi tecnici
  • Promozione mediatica dei mestieri tecnici come protagonisti nel sistema economico
  • Maggiore flessibilità contrattuale e riconoscimento delle esigenze delle nuove generazioni
  • Investimenti nella formazione continua, così da ridurre il mismatch di competenze e favorire l’inclusione di gruppi tradizionalmente esclusi
Solo un intervento sistemico e la ridefinizione collettiva del valore dei lavori tecnici potranno invertire la tendenza e contribuire a una crescita sostenibile e stabile dell’economia nazionale.


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