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Le famose zuppe Campbell's fatte con carne stampata in 3D: le dichiarazioni di un dirigente e la smentita dell'azienda

di Chiara Compagnucci pubblicato il
zuppe Campbell's

Le polemiche sulle zuppe Campbell's e l'accusa di carne stampata in 3D scuotono l'opinione pubblica: le origini dello scandalo, le dichiarazioni dei protagonisti e la smentita ufficiale dell'azienda

Campbell’s, uno dei marchi più iconici nel settore delle zuppe in lattina, si trova al centro di una tempesta mediatica a seguito di recenti presunte dichiarazioni di un dirigente aziendale. La questione ruota attorno a voci sulla presunta presenza di carne stampata in 3D nei prodotti dell’azienda. Le conversazioni trapelate, insieme a prese di posizione ufficiali e una forte copertura giornalistica, hanno acceso il dibattito su trasparenza, affidabilità e qualità degli alimenti di largo consumo. Quanto accaduto mette così in luce il delicato equilibrio tra strategia di comunicazione, crisi reputazionale e aspettative dei consumatori moderni.

Origine della polemica: la registrazione del dirigente e le accuse sulla carne stampata in 3D

La controversia prende origine da una registrazione realizzata segretamente durante una riunione nel novembre 2024. In quell’occasione, un analista di sicurezza informatica, Robert Garza, ha raccolto le dichiarazioni di Martin Bally, vicepresidente IT di Campbell’s, che, in un contesto informale e con toni accesi, si sarebbe lasciato andare a espressioni offensive sui prodotti dell’azienda e sui propri colleghi.

L’audio, poi diffuso ai media e allegato in una causa legale, contiene accuse gravi: Bally avrebbe definito le celebri zuppe come “cibo altamente processato per poveri”, affermando che il pollo utilizzato sarebbe “carne bioingegnerizzata” ottenuta tramite stampa 3D.

Le dichiarazioni trapelate nel file audio sono state la scintilla che ha innescato una reazione pubblica e aziendale di ampia portata. Nei giorni seguenti, la questione è rimbalzata dai media locali fino a quelli nazionali, richiamando l’attenzione di istituzioni e consumatori.

Le successive verifiche hanno coinvolto non solo gli attori diretti, ma anche terzi: le autorità della Florida hanno avviato indagini sulla base delle frasi trapelate inerenti la carne “bioingegnerizzata”. Questo ha contribuito a consolidare l’impressione di una crisi reputazionale non circoscritta, ma con possibili conseguenze più ampie sia sul piano legale che su quello della percezione pubblica.

Le dichiarazioni di Martin Bally: critiche ai prodotti Campbell’s e alle accuse di carne bioingegnerizzata

Dalla ricostruzione dei fatti, emerge un quadro estremamente delicato. Martin Bally, figura apicale nell’area tecnologica aziendale, durante la riunione si sarebbe espresso non soltanto con termini denigratori verso i prodotti, definiti come “merda per poveri”, ma avrebbe anche puntato il dito sull’origine della carne, alimentando sospetti sull’uso di tecnologie avanzate come la stampa 3D.

Le frasi, rese pubbliche attraverso il procedimento giudiziario e riascoltate dai media, evidenziano un attacco diretto non solo all’azienda, ma altresì ai clienti e al personale di Campbell’s, vittime di commenti razzisti e denigratori. Bally avrebbe affermato: “Non voglio mangiare un f*****o pezzo di pollo che è venuto fuori da una stampante 3D”, citando anche i fornitori come responsabili di una presunta “carne bioingegnerizzata”.

Oltre alla questione alimentare, altre dichiarazioni hanno sollevato un tema sociale, sottolineando uno stridente distacco tra la comunicazione istituzionale pro-consumatore e l’opinione, privata ma documentata, di un dirigente IT. È importante sottolineare, infatti, come la posizione ricoperta da Bally non coinvolgesse le linee produttive o le scelte sugli ingredienti utilizzati, ma si inserisse esclusivamente in area tecnologica.

L’impatto di queste frasi, in un’epoca in cui le parole private possono riverberarsi nell’arena pubblica attraverso registrazioni e social media, ha reso necessaria una presa di posizione immediata da parte della società.

La risposta di Campbell’s: smentite ufficiali e azioni aziendali

L’azienda ha reagito al diffondersi delle accuse relative a carne stampata in 3D in modo rapido e trasparente. Campbell’s, tramite comunicati ufficiali, ha definito le dichiarazioni del proprio dirigente “offensive, inaccettabili e profondamente false”, sottolineando come non rappresentino né i valori aziendali né la realtà produttiva delle zuppe in lattina distribuite a livello nazionale.

Oltre a ribadire di non utilizzare carne artificiale né lavorata con tecnologie di stampa 3D, la società ha specificato che il pollo impiegato proviene da fornitori storici e certificati, riconosciuti ai sensi delle normative federali statunitensi, in particolare dal Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA). L’azienda ha inoltre dichiarato che i fornitori sono sottoposti a rigorosi standard qualitativi volti a garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti.

Dal punto di vista delle risorse umane, il dirigente coinvolto è stato prima sospeso e successivamente licenziato. Tale decisione riflette la volontà interna di tutelare l’immagine aziendale e rispettare la propria missione orientata alle esigenze dei consumatori. Campbell’s ha anche espresso dispiacere per il disagio subito dai clienti e dai dipendenti oggetto di insulti, prendendo distanza non solo dalle affermazioni sulla componentistica degli alimenti, ma anche dai contenuti discriminatori della registrazione.

Impatto mediatico e conseguenze legali: causa, licenziamento e opinione pubblica

Il caso ha fortemente influenzato l’opinione pubblica e gli ambienti social, generando dibattiti tra consumatori, addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni. Le dichiarazioni di Bally, benché mai confermate da prove materiali sulle ricette delle zuppe, hanno alimentato sia la diffidenza verso pratiche industriali potenzialmente opache sia il timore che aziende storiche possano deliberatamente scegliere ingredienti di dubbia origine.

Dal punto di vista legale, la registrazione ha avuto ricadute immediate: Robert Garza, che l’ha prodotta, ha avviato una causa contro Campbell’s denunciando presunte ritorsioni e licenziamento illegittimo. Parallelamente, è stato Bally stesso a subire le conseguenze più dirette, venendo licenziato in seguito alla diffusione dell’audio. La stampa ha seguito la vicenda con dovizia di dettagli, mentre le Autorità hanno, a più riprese, ribadito la centralità della corretta informazione nei confronti dei consumatori.

Nell’analisi delle ricadute, emerge con forza la questione reputazionale: le dichiarazioni di un singolo dirigente hanno avuto la capacità di polarizzare il dibattito, frammentando l’immagine di affidabilità tradizionalmente associata al marchio. Le azioni di crisi adottate, per quanto tempestive, saranno quindi valutate nel tempo anche in relazioni agli sviluppi della causa legale ancora in corso.

Cosa dicono realmente le etichette Campbell’s: ingredienti e trasparenza per i consumatori

Le informazioni disponibili sulle etichette delle zuppe Campbell’s permettono di chiarire ulteriormente la natura degli ingredienti utilizzati. L’azienda, facendo leva su una tradizione ultracentenaria votata alla trasparenza, ha sempre dichiarato nelle proprie comunicazioni che i prodotti contengono pollo 100% reale, proveniente da fornitori fidati e certificati.

  • Carne di pollame non bioingegnerizzata, priva di antibiotici in fase di crescita
  • Utilizzo di mais e soia geneticamente modificati, secondo pratiche diffuse nell'agroalimentare statunitense
  • Assenza di carne coltivata in laboratorio o ottenuta tramite tecniche di stampa additiva
  • Standard qualitativi secondo linee guida USDA
Campbell’s ha inoltre sottolineato che eventuali ingredienti OGM sono correttamente riportati in etichetta, secondo le normative federali sull’etichettatura (come regolamentato, ad esempio, dalla legge sugli alimenti bioingegnerizzati negli Stati Uniti). La trasparenza informativa rappresenta un pilastro dell’immagine aziendale, funzionale alla costruzione della fiducia delle famiglie che scelgono questi prodotti ogni giorno.


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