Le autorità e i grandi player dello sport in streaming hanno avviato un giro di vite contro la pirateria calcistica: dagli utenti individuati grazie alle indagini alle possibili sanzioni, fino al futuro della fruizione legale.
Negli ultimi anni il contrasto alla pirateria digitale nel settore sportivo ha raggiunto nuovi livelli di efficacia. Le recenti operazioni condotte dalle principali piattaforme di broadcasting e dalle autorità evidenziano l'impegno sempre maggiore nel tutelare i diritti d'autore e nel proteggere il valore economico degli eventi sportivi trasmessi in Italia.
In particolare, la stretta su chi utilizza sistemi illegali come il cosiddetto "pezzotto" rappresenta una risposta concreta a un fenomeno che ha avuto ripercussioni profonde su tutto il settore. I più recenti sviluppi vedono ora i titolari dei diritti pronti ad avviare richieste di risarcimento nei confronti degli utenti individuati, accanto alle tradizionali sanzioni amministrative.
L'identificazione degli utenti coinvolti nel consumo di servizi IPTV illegali ha richiesto un'azione coordinata e meticolosa tra Autorità giudiziaria e Guardia di Finanza. L'indagine è stata avviata su impulso di Dazn, con l'adesione convinta di Lega Calcio Serie A e Sky. Grazie all'autorizzazione della Procura, sono stati trasmessi ai titolari dei diritti i dati relativi a oltre duemila persone residenti in ben 80 province. Gli utenti erano stati precedentemente sanzionati in base agli accertamenti delle unità operative della Guardia di Finanza di Roma e Lecce.
L'attività investigativa ha permesso di risalire agli abbonati attraverso una dettagliata analisi di:
Utenti sanzionati nel 2025 |
Quasi 2.500 |
Utenti in via di identificazione |
Oltre 3.000 |
Questi numeri confermano la diffusione del fenomeno e la crescente efficacia delle attività repressive nel tracciare e contrastare la pirateria digitale nel settore dello sport.
L'utilizzo di dispositivi e piattaforme illegali per la visione di eventi sportivi comporta una serie di rischi concreti e sempre più stringenti. Oltre alle tradizionali sanzioni amministrative, che prevedono multe già comminate a quasi 2.500 soggetti dall'inizio dell'anno, la nuova strategia dei detentori dei diritti d'autore introduce il tema dei risarcimenti danni in sede civile. Le richieste economiche possono raggiungere cifre molto rilevanti sono calcolate in base al valore stimato degli abbonamenti non sottoscritti in modo regolare.
Secondo quanto dichiarato dai rappresentanti delle principali piattaforme, l'azione risarcitoria potrebbe equivalere al costo di dieci anni di abbonamenti, avendo evidenti riflessi dissuasivi sui potenziali utilizzatori. Le conseguenze, tuttavia, non si limitano all'ambito economico.
È importante sottolineare che la legge italiana sanziona pesantemente la fruizione di contenuti protetti attraverso sistemi illeciti, prevedendo sia responsabilità civili sia penali. L'allontanamento dal modello "tollerante" degli anni precedenti segna un cambio di paradigma: chi sceglie la strada della pirateria si espone a conseguenze progressive e crescenti.
L'impegno di Dazn, Sky e della Lega Serie A nel contrasto alla pirateria si traduce in azioni concrete su più fronti. Oltre alle iniziative legali, è stata rafforzata la collaborazione con organismi internazionali come ACE (Alliance for Creativity and Entertainment), con l'obiettivo di localizzare e neutralizzare le principali piattaforme che offrono illegalmente contenuti calcistici in streaming. La chiusura di importanti siti pirata—with milioni di accessi mensili, prevalentemente italiani—ha contribuito a ridurre l'offerta illegale e a sensibilizzare opinione pubblica e tifosi sugli effetti distorsivi di tale fenomeno.
Le dichiarazioni dei principali responsabili confermano il cambio di passo. Stefano Azzi, CEO di Dazn Italia, ricorda come l'azione contro la pirateria difenda il valore dello sport e la sicurezza di chi lo segue in modo regolare. Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia, sottolinea l'impatto negativo che i comportamenti illeciti hanno su tutto il comparto, mettendo a rischio posti di lavoro e risorse economiche. Luigi De Siervo, AD della Lega Serie A, individua nell'attuale offensiva la fine dell'epoca dell'impunità: oggi chi usufruisce del "pezzotto" deve rispondere civilmente e penalmente delle proprie scelte.
L'ampia diffusione dei sistemi di visione illecita di eventi sportivi genera danni che travalicano il semplice mancato incasso da parte delle piattaforme. Secondo le valutazioni degli operatori, la pirateria contribuisce a minare la sostenibilità economica dell'intera filiera: vengono sottratte risorse ai club, ridotti gli investimenti nella qualità della produzione, messi a rischio numerosi posti di lavoro. L'illegalità genera inoltre effetti indiretti di vasta portata, tra cui evasione fiscale, lavoro nero, riciclaggio di proventi illeciti e rafforzamento delle reti criminali organizzate.
Gli enti coinvolti ribadiscono la necessità di una presa di coscienza collettiva rispetto alle ricadute della pirateria, per impedire che essa diventi una consuetudine socialmente accettata. Al tempo stesso, alcune voci all'interno del settore sottolineano il pericolo che una politica repressiva eccessiva possa avere effetti controproducenti sul rapporto tra tifosi e prodotti sportivi legali, evidenziando la delicatezza dell'equilibrio tra tutela dei diritti e accessibilità economica.
L'efficacia delle recenti misure di contrasto è dovuta anche al rafforzamento della collaborazione tra i titolari dei diritti sportivi e le Forze dell'Ordine, in particolare la Guardia di Finanza. Le attività di notifica domiciliare delle sanzioni hanno, secondo il Gen. Crescenzo Sciaraffa, favorito un clima di maggiore collaborazione da parte degli stessi utenti sanzionati, alcuni dei quali hanno fornito nuove informazioni sugli organizzatori delle attività illecite. Questo effetto a catena potrebbe portare a ulteriori sviluppi investigativi e a una maggiore rapidità nella repressione delle reti di distribuzione illegale.
Guardando al futuro, la prospettiva è quella di una crescente integrazione tra strumenti tecnologici avanzati di monitoraggio, campagne di sensibilizzazione e meccanismi sanzionatori. L'obiettivo dichiarato è promuovere un ambiente di streaming legale più sicuro e competitivo, in cui l'innovazione nella fruizione dei contenuti si accompagni a una rigorosa tutela dei diritti e alla possibilità di accesso equo per il pubblico.