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L'oro deve essere sempre presente nei propri investimenti, ma a determinate regole e condizioni

di Marcello Tansini pubblicato il
Oro negli investimenti

L'oro, da sempre considerato bene rifugio, trova spazio nei portafogli moderni secondo regole precise. Dall'analisi delle percentuali consigliate dagli esperti ai diversi formati e strategie di investimento, passando per sicurezza, rischi e confronto con altre asset class.

L'oro viene spesso valutato per la sua capacità di integrare liquidità e stabilità, fungendo da contrappeso rispetto agli strumenti finanziari più volatili. Il suo impiego nell'architettura di portafoglio deriva dall'esigenza di conseguire una maggiore diversificazione e di attenuare gli effetti delle turbolenze di mercato. Nell'attuale scenario globale, caratterizzato da frequenti shock economici e da un'inflazione talvolta imprevedibile, l'elemento aurifero viene quindi preso in esame dagli investitori come componente strategica per la tutela del valore reale degli asset.

Perché l'oro è considerato un bene rifugio dalle crisi e dall'inflazione

Nel corso della storia economica, l'oro ha svolto la funzione di riserva di valore, offrendo una protezione tangibile in presenza di crisi finanziarie, disordini geopolitici e perdita di valore delle valute fiat. L'esclusiva combinazione di scarsità, elevata riconoscibilità e accettazione globale conferisce al metallo dorato il ruolo di bene rifugio. Nei periodi segnati da inflazione o deflazione repentina, le oscillazioni dei prezzi delle principali monete possono compromettere la stabilità dei portafogli tradizionali, mentre l'asset aurifero tende a mantenere o incrementare il proprio valore in virtù della sua natura non replicabile e della domanda storica come riserva:

  • Protezione dall'inflazione: quando il potere d'acquisto delle valute scende, l'oro conserva la sua capacità di acquisto.
  • Decorrelazione dai mercati finanziari: durante crolli azionari o crisi obbligazionarie, la performance del metallo spesso diverge rispetto alle asset class convenzionali.
  • Rifugio in situazioni di crisi geopolitica: le tensioni internazionali spingono frequentemente la domanda di oro verso i massimi.
Anche per questi motivi, numerose banche centrali, istituzioni finanziarie e privati cittadini mantengono consistenti riserve in oro.

Stabilire la corretta funzione del metallo prezioso nelle strategie di investimento dipende da diversi fattori, quali la propensione al rischio, l'orizzonte temporale e gli obiettivi patrimoniali. La letteratura finanziaria e le simulazioni storiche mostrano che un'esposizione compresa tra il 5% e il 15% può contribuire sia a ridurre la volatilità sia a contenere le perdite nei periodi di mercato avverso. Ecco quindi che le strade percorribili sono diverse:

  • Approccio prudenziale: destina tipicamente una quota aurifera pari al 10-15%, bilanciando protezione e potenziale di crescita. Questo intervallo consente al metallo di svolgere la funzione di assicurazione senza compromettere l'accesso a rendimenti tipici di azioni e obbligazioni.
  • Strategia bilanciata: per investitori meno avversi al rischio, una quota tra il 5 e il 10% è generalmente sufficiente a innalzare la resilienza del portafoglio.
  • Segmento dinamico: chi adotta un asset mix molto diversificato può gestire una presenza di oro più contenuta, del 3-5%.
È essenziale evitare concentrazioni eccessive sull'elemento aurifero, al fine di scongiurare squilibri che potrebbero limitare le opportunità di rendimento offerte da altre asset class. Il ribilanciamento periodico, inoltre, rappresenta una prassi imprescindibile per mantenere la proporzione desiderata.

Confronto tra oro, azioni, obbligazioni e altre asset class

La correlazione tra oro e strumenti finanziari tradizionali è tipicamente bassa o negativa. Se esaminato in un arco temporale pluriennale, il metallo tende a comportarsi in modo indipendente rispetto ad azioni, obbligazioni e liquidità. Tale caratteristica ne rafforza la funzione di diversificatore di rischio. Durante momenti di crisi dei mercati azionari o periodi di alta volatilità, il metallo prezioso può arrestare i ribassi e limitare le perdite dell'intero portafoglio:

  • Azioni: storicamente offrono un rendimento superiore, ma accompagnato da maggiore volatilità e drawdown significativi in fasi di crisi.
  • Obbligazioni: strumenti difensivi, ideali per preservare capitale e generare flussi periodici, ma vulnerabili a inflazione e innalzamenti dei tassi.
  • Altre asset class: immobili, materie prime o strumenti alternativi svolgono funzioni di ulteriore diversificazione.
Studi empirici, tra cui quelli relativi al cosiddetto Permanent Portfolio, evidenziano come una piccola quota di metallo dorato consenta di ridurre volatilità e drawdown massimi, senza sacrificare in modo sensibile i rendimenti attesi di medio-lungo periodo.

Formati di investimento: oro fisico, ETF, azioni e strumenti derivati

L'accesso al mercato è garantito sia da soluzioni tradizionali sia da strumenti finanziari evoluti. I principali formati includono oro fisico (lingotti, monete), strumenti cartacei (ETF, ETC), azioni di società minerarie e derivati (future, CFD). Ogni modalità presenta specificità in termini di rischiosità, liquidità e costi:

  • Oro fisico: implica la detenzione materiale di lingotti o monete, spesso preferito per considerazioni di sicurezza patrimoniale.
  • ETF e ETC: fondi negoziati in borsa che replicano l'andamento del prezzo spot. Consentono facilità di acquisto, vendita e gestione, con costi di commissione ridotti e massima liquidità.
  • Azioni di società aurifere: sottostante influenzato dal prezzo dell'oro ma anche da rischi aziendali e settoriali.
  • Strumenti derivati: come future e CFD, offrono una leva finanziaria ma espongono a rischi di oscillazione rilevanti e sono adatti a investitori con competenze specifiche.
La scelta della soluzione più idonea dipende dall'orizzonte temporale, dalla propensione al rischio e dalla capacità di gestione di ciascun risparmiatore.

Come scegliere tra lingotti, monete ed ETF sull'oro

La valutazione delle alternative richiede un'analisi attenta degli obiettivi di investimento, della liquidità richiesta e dei costi associati. L'oro fisico, sotto forma di lingotti o monete, rappresenta una soluzione concreta e tangibile, ma comporta oneri per custodia, assicurazione e spread tra acquisto e vendita:

  • Monete: spesso più facilmente liquidabili rispetto ai lingotti, possono beneficiare di vantaggi fiscali e facilitare investimenti frazionati.
  • Lingotti: preferiti per acquisti di maggiore entità e per la purezza garantita, sono disponibili in diversi tagli (da pochi grammi a diversi chilogrammi).
  • ETF sull'oro: consentono di ottenere esposizione al prezzo in modo immediato, semplice e liquido, eliminando le complessità gestionali dell'oro fisico. Tuttavia, con ETF ed ETC non si possiede direttamente il metallo, ma uno strumento finanziario che ne replica l'andamento.
È consigliabile diversificare la modalità di investimento, valutando sia le esigenze di sicurezza sia la necessità di rapidità nelle operazioni di acquisto e vendita.

Custodia e sicurezza: come conservare l'oro in modo sicuro

La protezione dei beni auriferi è una priorità nell'ottica di tutela del patrimonio. Sono disponibili diverse soluzioni, ciascuna caratterizzata da differenti rischi e costi:

  • Cassaforte domestica: garantisce accesso immediato, ma espone a rischi di furto o calamità naturali; la copertura assicurativa va verificata con precisione.
  • Deposito bancario: tramite cassette di sicurezza o servizi bancari specifici, offre protezione elevata ma comporta costi di gestione.
  • Servizi di custodia esterni: caveau gestiti da società specializzate, spesso con copertura assicurativa aggiuntiva e conformità a standard internazionali per sicurezza e trasparenza.
La selezione va calibrata in base all'entità dell'investimento e alla tolleranza al rischio patrimoniale.