L’iter della nuova legge di bilancio trova le sue radici nei recenti lavori del Consiglio dei Ministri di ieri, che hanno confermato un impianto di misure per un totale di circa 16 miliardi di euro.
Il documento programmatico di finanza pubblica, recentemente varato dal governo, rappresenta la cornice strategica degli interventi previsti, con un’attenzione prioritaria rivolta al sostegno dei redditi da lavoro, alla crescita dell’occupazione e al riequilibrio della pressione fiscale.
Un’altra direttrice portante riguarda la stabilità dei conti pubblici, elemento chiave per rafforzare la posizione dell’Italia nel quadro europeo e migliorare l’affidabilità del Paese agli occhi degli investitori.
La manovra, come indicato dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alla fine del Cdm, si caratterizza per un approccio prudente ma orientato a rafforzare pilastri quali lavoro, famiglie, investimenti pubblici e competitività delle imprese.
Le priorità strategiche includono misure per l’occupazione giovanile e femminile, incentivi alle imprese, sostegni mirati a famiglie numerose, nonché uno sforzo per conciliare natalità e partecipazione al lavoro.
Quadro macroeconomico: deficit, debito pubblico e PIL nelle previsioni della manovra
Il Documento Programmatico di Finanza Pubblica delinea uno scenario macroeconomico segnato da un equilibrio fra rigore e capacità di risposta alle sfide internazionali. Per il 2026 il rapporto deficit/PIL è atteso in calo al 2,8%, dopo il 3% del 2025, con una proiezione di ulteriore riduzione fino al 2,3% nel 2028. Questo percorso, coerente con i vincoli fissati dall’Unione Europea, mira ad accompagnare l’Italia verso l’uscita anticipata dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo.
- PIL: Le previsioni indicano un incremento programmatico dello 0,7% per il 2026, con attese di rafforzamento nei due anni successivi (0,8% nel 2027 e 0,9% nel 2028).
- Debito pubblico: Il rapporto debito/PIL è previsto in progressivo miglioramento: inferiore al 137,8% nel 2026, fino a 136,4% a regime, favorito anche dalla progressiva uscita dall’impatto dei crediti edilizi straordinari.
- Entrate e spesa: Resta centrale l’azione combinata sulle entrate – stimate in circa 6 miliardi annui di maggior gettito – e su una razionalizzazione della spesa, con tagli selettivi e ottimizzazione delle risorse pubbliche.
Taglio delle tasse e Irpef: principali novità fiscali per il ceto medio
Tra le novità e misure per manovra finanziaria in Cdm e Giorgetti, il sostegno al ceto medio costituisce uno dei punti maggiormente qualificanti della manovra. È confermata la riduzione della pressione fiscale su redditi da lavoro medio-bassi, con la prosecuzione dell’accorpamento su tre aliquote e un ulteriore intervento sulla seconda aliquota Irpef: la fascia 28.000-50.000 euro vedrà l’aliquota scendere dal 35% al 33%, con un risparmio potenziale annuo fino a 440 euro per famiglia. È allo studio l’eventuale estensione dell’agevolazione a chi percepisce fino a 60.000 euro. Altre misure rilevanti riguardano:
- Conferma della tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività;
- Potenziamento di detrazioni tramite quoziente familiare, correlando così le agevolazioni al numero di familiari a carico e al reddito;
- Prosecuzione del taglio al cuneo fiscale e l’implementazione della flat tax per alcune partite IVA, in funzione della disponibilità di ulteriori risorse;
- Modifiche per migliorare la progressività e semplificare il sistema di detrazioni e deduzioni fiscali..
Riforma pensioni e misure per i lavoratori: novità e conferme
Il pacchetto pensionistico della manovra propone la conferma delle misure precedenti con alcune integrazioni mirate. L’obiettivo è garantire la piena indicizzazione degli assegni all’inflazione e prolungare adeguamenti specifici destinati alle pensioni minime, che dovrebbero salire a circa 630 euro nel 2026.
Si rafforzano inoltre i benefici per chi, pur essendo in età pensionabile, sceglie di mantenere l’attività lavorativa, sia nel settore pubblico che privato.
- Potenziamento dell’APE sociale, con rifinanziamenti pluriennali per favorire l’uscita anticipata di lavoratori che operano in condizioni gravose.
- Sterilizzazione selettiva dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile, a tutela di occupazioni usuranti e lavoratori precoci che scatterà, quindi, nel 2027
Bonus prima casa e detrazioni fiscali: cosa cambia
Le novità e misure per manovra finanziaria in Cdm e Giorgetti si riflettono anche sulle politiche abitative, con la conferma della detrazione fiscale del 50% dedicata alle ristrutturazioni sulla prima casa. La misura rimane invece più contenuta, al 36%, per le abitazioni diverse da quella principale. Il rinnovo del bonus mobili mantiene la soglia attuale delle spese ammissibili, agevolando l’acquisto di arredi ed elettrodomestici.
- Riordino delle detrazioni fiscali secondo principio di progressività, legato al quoziente familiare e fasce di reddito;
- Tetto di spesa detraibile differenziato in funzione del nucleo familiare e del livello reddituale;
Questi interventi mirano a promuovere investimenti nel settore immobiliare e a sostenere le famiglie nell'accesso e nella valorizzazione dell'abitazione principale.
Rottamazione cartelle e contributo richiesto alle banche: dettagli e finalità
Nel solco delle politiche di equità e recupero del gettito, viene prevista una rottamazione delle cartelle esattoriali, pur in forma limitata rispetto al passato. Saranno consentiti piani di rientro ridotti a otto anni e 96 rate per i debiti minori, a differenza dei precedenti schemi decennali. Un ulteriore elemento consiste nel contributo straordinario richiesto agli istituti bancari e assicurativi, stimato in circa 3,5 miliardi di euro. Tali risorse sono destinate principalmente al rafforzamento della sanità pubblica e al sostegno dei cittadini più fragili.
- Impianto della rottamazione fondato su principi di equità e sostenibilità, evitando sanatorie generalizzate;
- Coinvolgimento del settore bancario come strumento di copertura delle spese sociali e sanitarie.
Questi strumenti sono concepiti per riequilibrare i conti pubblici e fornire una base stabile per interventi nei settori chiave del welfare.
Sanità e welfare: stanziamenti, assunzioni e misure di sostegno alle famiglie
Una delle aree su cui la finanziaria pone maggiore attenzione è quella della sanità e del sistema di welfare. È previsto un ulteriore rifinanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, con un incremento di circa 2-3 miliardi rispetto alle dotazioni esistenti, indirizzato alla riduzione delle liste di attesa, al rinnovo dei contratti e all’assunzione di nuovo personale, con priorità agli infermieri. Le principali misure comprendono:
- Piano straordinario di assunzioni (fino a 27.000 nuove unità) nel personale sanitario;
- Incremento delle risorse per riconoscere dignità economica e professionale alle categorie in difficoltà di reclutamento;
- Rafforzamento dei congedi parentali, introduzione della “Carta per i nuovi nati” da 1.000 euro e potenziamento dei bonus asili nido;
- Sistemi di detrazione commisurati al quoziente familiare e inclusione di misure a sostegno della natalità;
- Rifinanziamento di strumenti come la “carta dedicata a te” per il 2025;
Incremento delle spese per la Difesa: motivazioni, limiti e condizioni
Le nuove linee di finanziamento per la difesa prevedono uno stanziamento graduale: +0,15% del PIL nel 2026, +0,3% nel 2027 e +0,5% nel 2028, con un tetto complessivo di circa 12 miliardi in tre anni. Le erogazioni sono subordinate all’uscita dell’Italia dalla procedura europea per disavanzo eccessivo.
- L’aumento delle spese viene garantito senza riduzioni su sanità o politiche sociali, grazie al riconoscimento europeo di una deroga specifica.
- I finanziamenti saranno indirizzati prioritariamente a esigenze di sicurezza nazionale e a rafforzare le missioni internazionali.
Il governo ha sottolineato che nessuna delle risorse destinate alla difesa sarà sottratta alle voci di spesa essenziali per il benessere della collettività, preservando l’equilibrio fra responsabilità finanziaria e impegni internazionali.
Investimenti pubblici e incentivi alle imprese: crescita, lavoro e misure territoriali
L’azione pubblica prevista mira alla continuità degli investimenti, con una dotazione media annua del 3,4% del PIL destinata a opere finanziate con risorse nazionali, confermando anche le linee-guida adottate per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
- Rafforzamento degli incentivi a sostegno dell’occupazione giovanile e femminile nel Mezzogiorno, attraverso incentivi diretti e decontribuzione per le imprese nelle ZES (Zone Economiche Speciali);
- Misure strutturali di supporto all’autoimpiego per la transizione digitale e green;
- Mantenimento della tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività;
- Piani di efficientamento della spesa pubblica e revisione delle accise per razionalizzare il sistema fiscali dei principali settori produttivi;
I pacchetti di incentivi sono pensati per garantire la competitività del sistema produttivo nazionale, sostenere l’attrattività degli investimenti e valorizzare le eccellenze territoriali.