Si preparano a ripartire le discussioni per i rinnovi contrattuali sai dei Metalmeccanici che della Sanità, due comparti fondamentali: cosa si prevede
Quali sono le prospettive di rinnovo per i contratti dei Metalmeccanici e della Sanità pubblica 2022-2024? Domani, martedì 11 febbraio, ripartono le trattative per i rinnovi contrattuali dei Metalmeccanici e della Sanità.
Dal canto loro, comunque, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, al momento, hanno confermato lo sciopero di febbraio.
Le discussioni si stanno rivelando complesse e impegnative e a creare problemi è il mancato accordo tra le parti sull'aumento retributivo.
I sindacati chiedono, infatti, un incremento in busta paga in tre anni di 280 euro sui minimi, mentre Federmeccanica e Assistal si fermano a 173 euro.
Ma sono previsti altri benefici che complessivamente potranno portare fino a 6.510 euro circa lordi il salario al livello C3 nel periodo 2025-2028.
Ci sono poi da considerare i flexible benefits, che permetteranno ai dipendenti di avere fino a 500 euro netti in più, l’assicurazione per la non autosufficienza, che permetterà di ottenere una copertura che al singolo individuo costerebbe complessivamente tra i 12 mila e i 14 mila euro (senza considerare i servizi), nonché:
E riprendono anche le trattative per il rinnovo della Sanità pubblica 2022-2024. L’ Aran ha, infatti, convocato i sindacati rappresentativi per la prosecuzione della trattativa relativa al rinnovo del Ccnl.
Le discussioni riprendono dopo la firma salata del Contratto di qualche settimana fa a causa della divisione sindacale sugli aumenti.
Secondo Cisl-Fp il contratto definito e non firmato da alcuni sindacati avrebbe garantito aumenti stipendiali del 7%, pari a oltre 170 euro lordi al mese su 13 mensilità, a cui aggiungere ulteriori 90 euro annui di aumento dei fondi contrattuali.
Tutte le indennità erano state rivalutate e aumentate grazie a specifici stanziamenti, per garantire un riconoscimento economico a chi lavora in prima linea, ed erano stati introdotti importanti strumenti per la sicurezza sul lavoro, come l'obbligo per le aziende di assumersi ogni onere di difesa legale in caso di aggressioni al personale.
Secondo la Uil-Fpl, però, le risorse stanziate sono insufficienti per recuperare il potere d'acquisto eroso negli anni.
A fronte di un'inflazione che sfiora il 17% netto, l'aumento complessivo proposto si ferma appena al 6% lordo e l’incremento di 172 euro lordi mensili si tradurrebbe in soli 50 euro netti in busta paga.
Si tratta di una cifra decisamente irrisoria e inadeguata. E al centro delle discussioni tornano, dunque, i temi rilanciati dai sindacati negli ultimi incontri, come: