Quali statali possono ottenere i buoni pasto dopo il rinnovo ufficiale del contratto e cosa si prevede per gli altri settori pubblici
Quali statali hanno diritto a ricevere i buoni pasto dopo il rinnovo ufficiale del Ccnl? Il rinnovo ufficiale del contratto nazionale di lavoro Ccnl degli statali delle Funzioni Centrali ha riconosciuto diversi nuovi diritti e agevolazioni ai dipendenti pubblici, dalla possibilità (in alcuni casi) di lavoro sulla settimana corta, all’estensione dello smart, al riconoscimento dei buoni pasto. Vediamo nel dettaglio cosa cambia in merito e cosa potrebbe ancora cambiare.
In sostanza, il diritto ad avere il buono pasto scatta quando le ore lavorate in smart working durante la giornata sono pari a quelle della prestazione lavorativa in presenza.
Precisiamo che il beneficio, più volte richiesto dai sindacati, mira a ristabilire la parità di trattamento tra i lavoratori della Presidenza del Consiglio, che già godono di questo beneficio, e gli altri dipendenti dei ministeri.
La misura vale al momento per gli statali delle Funzioni Centrali, per cui il nuovo contratto è già ufficiale, ma si prevede che dovrebbe essere estesa anche agli altri dipendenti pubblici, come quelli degli Enti Locali, per evitare discriminazioni e definire regole uguali per tutti.
Dal canto loro, i lavoratori della sanità, medici, infermieri e operatori socio-sanitari Oss, portano avanti da tempo discussioni a livello sindacale per ottenere i buoni pasto sostitutivo della mensa.
In merito si è pronunciata la Corte di Cassazione, che ha ribadito come il riconoscimento al diritto del buono pasto non ha una funzione retributiva, ma un carattere assistenziale.
Secondo i giudici, il diritto alla pausa pranzo non è legato alla fascia oraria lavorata, e quindi agli orari considerati standard per il consumo dei pasti, per cui il buono pasto per il settore sanità si configura come un diritto in sostituzione del servizio mensa dopo le 6 ore di lavoro, indipendentemente dal momento del giorno o della notte in cui queste ore vengono lavorate.
Ciò significa che anche medici, infermieri e Oss devono ottenere i buoni pasto, come la maggior parte dei lavoratori dipendenti.
Del resto, anche una recente sentenza del Tribunale di Roma ha stabilito che le aziende, in base al proprio assetto organizzativo e compatibilmente con le risorse disponibili, possono istituire mense di servizio o, in alternativa, garantire il diritto di mensa con modalità sostitutive, vale a dire con il riconoscimento dei buoni pasto.
Fa discutere anche la questione dei buoni pasto al personale scolastico, comprendendo sia i dirigenti, che i docenti e il personale Ata della scuola.
A differenza degli altri dipendenti pubblici, chi fa parte del personale scolastico, sia insegnanti che Ata, non ha diritto ad avere i buoni pasto, per acquistare prodotti alimentari o un pasto.
Tuttavia, una proposta presentata di recente dalla Lega punta ad estendere il diritto al riconoscimento dei buoni pasto anche ai docenti e al personale Ata, perchè la scuola sarebbe l'unico ente pubblico a cui non viene garantito tale servizio e si tratta di una diseguaglianza che deve essere risolta.
Del resto, l’Anief porta avanti tale discussione da tempo, sottolineando come il riconoscimento dei buoni pasto a docenti e Ata costituisce un’importante misura di welfare, volta a migliorare le condizioni di lavoro e il benessere di tutto il personale scolastico.