Milano si prepara alle Olimpiadi 2026 con una nuova tassa di soggiorno, che toccherà fino a 10 euro. Quando entrerà in vigore, chi sarà coinvolto, esenzioni, tariffe e impatti su turismo e città.
Milano si prepara ad accogliere le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali 2026 con una serie di interventi straordinari, tra cui spicca l'adeguamento temporaneo della tassa di soggiorno. La scelta dell'amministrazione comunale nasce dalla necessità di sostenere i maggiori costi e i numerosi servizi richiesti dall'afflusso degli ospiti internazionali previsti per un evento di tale portata.
Con il supporto normativo di recenti disposizioni governative, la città lombarda introduce una delle più alte imposte di soggiorno d'Europa per il periodo olimpico, intervenendo sia sugli hotel di fascia alta sia sulle strutture extra-alberghiere. Questo processo riflette una strategia di gestione dei flussi e di finanziamento delle infrastrutture pubbliche legate al turismo.
L'incremento della tassa di soggiorno, autorizzato dal decreto legge Anticipi del 29 ottobre 2025, sarà operativo dal 1° gennaio 2026 e durerà fino al 31 dicembre dello stesso anno. Questa finestra temporale coincide esattamente con il calendario olimpico e paralimpico invernale, coinvolgendo la totalità dell'anno nel quale Milano sarà al centro dell'attenzione internazionale. Nonostante la previsione del termine sia chiara e limitata al solo 2026, operatori e osservatori sottolineano che precedenti rialzi programmati come "temporanei" si sono poi prolungati oltre la scadenza annunciata.
L'aumento della tassa è reso possibile grazie alla norma che concede, in occasione di eventi eccezionali come i Giochi olimpici, una deroga ai massimali precedenti. La giunta comunale recepisce integralmente la misura prevista, raddoppiando la tariffa rispetto agli anni passati per le categorie ricettive superiori. Il provvedimento, discusso e approvato nel mese di novembre, prende atto dell'affluenza prevista e del contestuale incremento dei costi per la gestione di servizi pubblici, sicurezza, raccolta rifiuti e manutenzione urbana. Il gettito addizionale verrà così raccolto durante uno dei picchi storici di presenze turistiche per la metropoli meneghina.
L'aumento della tassa riguarda tutte le tipologie di strutture ricettive presenti sul territorio. La nuova impostazione tariffaria, in vigore dal 1° gennaio 2026, introduce importi differenziati in funzione della categoria e del livello di servizio offerto. Di seguito una tabella riepilogativa che illustra le tariffe applicabili per ciascuna tipologia:
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Categoria Struttura |
Importo per notte (euro) |
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Hotel 4 e 5 stelle |
10 |
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Hotel 3 stelle |
7,4 |
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Hotel 2 stelle |
5 |
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Hotel 1 stella |
4 |
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Case vacanza, locazioni brevi, B&B |
9,5 |
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Case per ferie |
7 |
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Ostelli della gioventù, campeggi |
3 |
Il nuovo assetto normativo colpisce in particolar modo hotel di lusso e alloggi extra-alberghieri, avvicinando le tariffe degli affitti brevi a quelle degli alberghi di fascia alta. Ostelli e strutture all'aria aperta rappresentano invece le categorie meno gravate dall'aumento. Secondo le stime, per una famiglia che alloggia in un appartamento medio, la spesa solo per la tassa può superare i 110 euro per tre notti di soggiorno.
Il nuovo sistema prevede una ripartizione del gettito molto precisa, secondo quanto stabilito dai provvedimenti governativi e integrato dal Comune. Il gettito supplementare raccolto attraverso l'aumento viene diviso in due quote:
Non è solo il capoluogo lombardo a introdurre l'adeguamento. Il quadro normativo regolamenta infatti la facoltà di incremento tariffario anche per tutti i Comuni della Lombardia e del Veneto che si trovino entro 30 chilometri dalle sedi olimpiche. Si tratta di una misura che mira a evitare distorsioni di mercato e fenomeni di concorrenza sleale tra aree limitrofe, rendendo omogenea la tassazione nelle zone soggette a impatti diretti dall'evento olimpico.
La regolamentazione è fondata sul Dl Anticipi e sull'articolo 4 del Dl Economia, che hanno modulato la possibilità di applicare sovrapprezzi straordinari, stabilendo un tetto massimo di aumento pari a 5 euro per notte. Ciascun ente locale coinvolto può così deliberare in modo autonomo, all'interno di questo intervallo, gli incrementi specifici da applicare, a seconda delle proprie esigenze e capacità ricettive. La scelta di Milano di adottare l'incremento massimo testimonia un forte orientamento strategico alla raccolta di risorse extra in vista dei maggiori oneri gestionali previsti per il 2026.
L'annuncio della nuova impostazione tariffaria ha sollevato immediate reazioni da parte di operatori, associazioni di categoria e gestori di strutture ricettive. Federalberghi Milano evidenzia timori per il rischio di depotenziamento del settore congressuale e del turismo business, da sempre asset fondamentali nella strategia di promozione del capoluogo. Secondo il presidente dell'associazione, il balzo delle tariffe metterebbe a rischio la reputazione di Milano come destinazione internazionale per eventi, con possibile effetto dissuasivo sulle scelte di aziende e organizzatori.
Le associazioni rappresentative degli affitti brevi sottolineano come la nuova tassa comporti un impatto depressivo sull'intera filiera turistico-ricettiva, dalla ristorazione ai trasporti, incidendo negativamente sulle categorie meno abbienti e sulle famiglie. Vengono inoltre segnalati i rischi di adattamenti dell'offerta radicali, come la riduzione dei pernottamenti e un'eventuale fuga di viaggiatori verso località limitrofe con regime fiscale più favorevole.
Nel settore degli affari, le associazioni sottolineano la necessità di prevedere esenzioni specifiche per il turismo congressuale, visto che la competitività della città passa anche dalla capacità di mantenere forti legami con il comparto MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions). La crescita dei prezzi, secondo le proiezioni delle realtà associative, potrebbe causare un decremento stimato fino al 30% di flussi turistici nei segmenti più sensibili al prezzo.
Nelle valutazioni degli operatori del settore extra-alberghiero e delle rappresentanze degli affitti brevi, la tassa straordinaria rischia di incoraggiare comportamenti da turismo mordi e fuggi, riducendo la permanenza media dei visitatori a scapito della ricaduta economica complessiva sulla città. Si sostiene che la decisione, pur generando un gettito immediato, potrebbe limitare lo sviluppo futuro dell'ospitalità milanese, ostacolando la fidelizzazione dei turisti, specie di quelli europei e delle famiglie.
L'incremento della tassa si aggiunge ad altri aumenti dei prezzi già in corso sul mercato degli alloggi, in un periodo in cui la domanda risulta particolarmente elevata per la concomitanza dell'evento olimpico. Sono previsti aumenti anche del 160% delle tariffe di hotel e affitti brevi, elemento che potrebbe scoraggiare numerose prenotazioni e indurre preferenze verso aree limitrofe con costi ridotti. Si rileva un clima di scarsa concertazione tra istituzioni e operatori, con la difficoltà di conciliare esigenze pubbliche con la sostenibilità economica dell'offerta turistico-ricettiva.