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No Tax area estesa: lavoratori e pensionati non pagheranno tasse fino a 15mila se passa legge in Manovra Finanziaria 2026

di Marianna Quatraro pubblicato il
no flat tax area nuova ed estesa in mano

La nuova Manovra Finanziaria 2026, almeno in una proposta appena presentata, punta ad ampliare la no tax area a 15mila euro: lavoratori e pensionati potrebbero beneficiare dell’esenzione Irpef, con effetti su bonus, aliquote fiscali, impatto economico e coperture statali.

L’innalzamento della soglia di esenzione Irpef rappresenta uno dei temi più dibattuti nella recente discussione sulla riforma fiscale in Italia. La proposta, focalizzata su una nuova "no tax area" a 15.000 euro, si configura come una riforma dal potenziale impatto sociale significativo. Attualmente, la fascia di reddito esente dall’imposta è fissata a 8.500 euro; portarla a 15.000 euro significa offrire una tutela più estesa a lavoratori dipendenti e pensionati con redditi bassi, garantendo loro un maggiore potere d’acquisto e la possibilità di affrontare le sfide dell’attuale congiuntura economica.
L’obiettivo alla base della proposta è attenuare il peso fiscale sulle categorie maggiormente esposte alle difficoltà economiche, in particolare in risposta all’aumento del costo della vita. L’adeguamento della soglia di esenzione Irpef include una ridefinizione dei parametri di calcolo per l’imposta sul reddito, con effetti rilevanti sia per i potenziali beneficiari sia per l’intero sistema fiscale italiano. Nell’ambito della Manovra 2026, tale misura viene presentata come azione temporanea per il triennio 2026-2028, con la finalità di dare impulso ai consumi interni e sostenere il rilancio economico.

Dettagli della proposta: chi beneficia dell’estensione della no tax area e come funziona

La nuova soglia di esenzione fiscale si rivolge principalmente a lavoratori dipendenti e pensionati. Coloro che percepiscono un reddito annuo fino a 15.000 euro potranno contare sull’assoluta esenzione dal pagamento dell’Irpef nell’arco dei tre anni previsti dalla riforma (2026-2028). Si tratta di un ampliamento rispetto al limite attuale di 8.500 euro, che porterebbe vantaggi immediati a milioni di cittadini.
Il funzionamento del nuovo meccanismo prevede che l’imposta sia applicata solo alla quota di reddito eccedente la soglia di 15.000 euro annui. Ad esempio, un lavoratore con reddito lordo di 25.000 euro troverà la sua base imponibile Irpef ridotta da 16.500 a 10.000 euro, realizzando così un risparmio fiscale consistente. Il beneficio, tuttavia, decresce progressivamente all’aumentare del reddito e si annulla per chi guadagna oltre 60.000 euro.
Il legislatore ha stabilito che nei tre anni di applicazione la misura avrà carattere transitorio e interesserà solo lavoratori dipendenti e pensionati. I lavoratori autonomi risultano esclusi dall’agevolazione almeno nella fase preliminare di attuazione. Tra le motivazioni della scelta si evidenzia la volontà di concentrare il sostegno sulle categorie ritenute più vulnerabili dal punto di vista fiscale e sociale.

  • Durata della misura: triennio 2026-2028
  • Soggetti beneficiari: lavoratori dipendenti e pensionati
  • Reddito di riferimento: fino a 15.000 euro annui
  • Meccanismo: calcolo Irpef sulla quota eccedente i 15.000 euro
  • Progressività dei benefici: vantaggi decrescenti fino all’azzeramento per redditi sopra 60.000 euro
  • Esclusioni: lavoratori autonomi
The estensione dell'esenzione Irpef sotto 15mila euro è stata progettata per offrire sollievo fiscale immediato a chi dispone di minori risorse economiche, aumentando la capacità di spesa e riducendo i rischi di esclusione sociale collegati alle difficoltà del contesto economico odierno.

Impatto economico: costi per lo Stato e possibili coperture finanziarie

L’implementazione di una no tax area ampliata comporta inevitabili costi per le finanze pubbliche. Secondo le stime elaborate dalle forze politiche che sostengono la riforma, il costo totale previsto ammonta a circa 12 miliardi di euro sul triennio, tradotto in circa 4 miliardi all’anno. Un impegno finanziario di questa portata solleva interrogativi sulla sostenibilità e sulle modalità di copertura delle risorse necessarie.
La proposta prevede una duplice strategia di copertura:

  • Tagli mirati alla spesa pubblica: 1,5 miliardi di euro l’anno, escludendo settori strategici quali welfare, sanità, istruzione, università, ricerca, pubblica amministrazione e ambiente.
  • Potenziamento della lotta all’evasione fiscale e eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi: queste voci dovrebbero assicurare circa 2,5 miliardi di euro annui. Si parla di incentivi fiscali che favoriscono attività o prodotti a impatto ambientale negativo, la cui abolizione è da tempo richiesta da parte di esperti e associazioni di settore.
La sostenibilità del provvedimento sarà valutata in relazione all’effettiva capacità di recupero fondi tramite controlli e tagli oculati. Il raggiungimento degli obiettivi prefissati potrebbe richiedere una revisione delle voci di spesa pubblica secondaria e un miglioramento nelle performance della pubblica amministrazione in materia di accertamento fiscale. Va inoltre considerato che il dibattito istituzionale terrà conto della necessità di non gravare su comparti essenziali per il benessere collettivo e sulla salvaguardia ambientale, nel rispetto dei parametri europei di bilancio.

Le novità fiscali della Manovra 2026: riduzione delle aliquote Irpef e altre misure per lavoratori e pensionati

Oltre all’innalzamento della no tax area, la Manovra 2026 introduce una serie di cambiamenti nella struttura tributaria nazionale. La rimodulazione delle aliquote Irpef rappresenta il cuore della riforma:

  • Aliquota del 23%: applicata ai redditi fino a 28.000 euro
  • Aliquota del 33%: (in discesa dal precedente 35%) per redditi da 28.001 a 50.000 euro
  • Aliquota del 43%: per redditi oltre 50.000 euro
La riduzione al 33% della seconda aliquota coinvolge oltre 9 milioni di contribuenti, con un risparmio variabile tra 20 e 440 euro l’anno. Tuttavia, il vantaggio si azzera per i redditi superiori a 200.000 euro grazie alla "clausola di sterilizzazione" prevista dal legislatore. Restano confermate anche le agevolazioni per i redditi fino a 28.000 euro, compresa la tassazione ridotta dei rinnovi contrattuali e premi di produttività, che dal 5% scendono all’1% con aumento del tetto massimo.
Tra le ulteriori novità fiscali meritano attenzione:
  • Detrazione potenziata per i titolari di redditi da lavoro dipendente con reddito massimo 15.000 euro
  • Buste paga più leggere grazie all’abbassamento delle imposte su premi, straordinari notturni e festivi
  • Proroga della flat tax al 15% per redditi da lavoro dipendente e pensioni fino a 35.000 euro
L’insieme di queste misure mira alla redistribuzione del carico fiscale a favore delle fasce medio-basse e al rafforzamento della capacità di spesa dei nuclei familiari italiani.

Agevolazioni, bonus e incentivi fiscali previsti dalla legge di Bilancio

La legge di Bilancio 2026 propone un panorama articolato di agevolazioni destinate a famiglie, lavoratori e pensionati. Di seguito vengono sintetizzate le principali misure:

  • Bonus nido: fino a 3.600 euro annui per famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro
  • Bonus nuovi nati: incentivo fino a 1.000 euro
  • Congedo parentale: prolungato fino ai 14 anni del figlio e congedo per malattia esteso a 10 giorni
  • Bonus mamme lavoratrici: incremento mensile da 40 a 60 euro per madri con almeno due figli (il minore sotto i 10 anni e limite Isee a 40.000 euro)
  • Bonus carta “Dedicata a te” per l’acquisto di beni alimentari per Isee sotto i 15.000 euro
  • Nuova carta valore elettronica per i diciannovenni che hanno conseguito la maturità
Vengono inoltre previsti:
  • Detassazione premi di produttività e buoni pasto elettronici esenti fino a 10 euro
  • Incentivi all’occupazione giovanile tramite una start tax dedicata ai giovani imprenditori
  • Aumenti delle pensioni minime e rifinanziamento dell’Ape sociale
L’approccio adottato promuove la coesione sociale e la tutela delle famiglie con figli, con un’attenzione particolare ai nuclei economicamente più deboli.

Limiti e soggetti esclusi: chi resta fuori dalla nuova normativa sulla no tax area

L’introduzione di una soglia Irpef a 15.000 euro prevede esclusioni precise. I lavoratori autonomi non rientrano tra i beneficiari, poiché la misura si concentra esclusivamente su dipendenti e pensionati. Restano fuori anche altre categorie di contribuenti, tra cui soggetti con redditi da capitale o immobiliari.
Inoltre, il beneficio decresce progressivamente e si annulla per chi percepisce redditi superiori a 60.000 euro annui. Il meccanismo adottato garantisce che:

  • Solo una parte della popolazione fiscale italiana usufruisca della piena esenzione;
  • Redditi elevati non beneficino delle agevolazioni previste dalla misura;
  • L’intento sia focalizzato su equità e progressività, riducendo disuguaglianze ma senza compromettere l’equilibrio delle entrate statali.
L’applicazione temporanea della misura, limitata al triennio 2026-2028, ne conferma il carattere sperimentale e rimandando ad una futura valutazione degli effettivi risultati e della possibile estensione ad altre categorie.

Conclusioni e scenari futuri: cosa aspettarsi dal percorso parlamentare della riforma

La proposta di aumento della soglia per l’esenzione Irpef fino a 15.000 euro si appresta ad affrontare un iter parlamentare ricco di sfide. Il confronto su fattibilità, coperture finanziarie e impatto sociale sarà centrale nei prossimi mesi. Le forze politiche dovranno garantire serietà di analisi, ascolto delle istanze sociali e rispetto dei vincoli di bilancio europei.
Le prospettive future dipenderanno molto da:
 

  • Efficacia nella lotta all’evasione fiscale e progressi nella revisione della spesa pubblica;
  • Risposta delle parti sociali e dei destinatari della misura alle novità introdotte dalla Manovra;
  • Eventuali emendamenti parlamentari che potrebbero correggere limiti e criticità, ampliando la platea o modulando la durata della riforma.
Va sottolineato come il dibattito sulle politiche fiscali in materia di redditi bassi si inserisca in un percorso di aggiustamento strutturale del sistema tributario italiano. L’attenzione verso equità, sostenibilità e trasparenza resta prioritaria per garantire un equilibrio tra impulso ai consumi, inclusione sociale e solidità delle finanze pubbliche. Gli sviluppi successivi all’esame parlamentare definiranno la reale portata e l’efficacia della nuova no tax area nel contesto della Manovra 2026.


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