La Naspi è la principale indennità di disoccupazione del panorama italiano e subisce modifiche strutturali che impattano su platee sempre più specifiche di lavoratori.
I cambiamenti coinvolgono discipline sulle dimissioni, sulle assenze non giustificate, sui nuovi requisiti contributivi e sui casi di esclusione o decadimento della tutela, restituendo uno scenario più rigido e selettivo rispetto al passato.
Naspi 2025-2026: cosa cambia secondo il Decreto Sicurezza Lavoro
Il Decreto Sicurezza Lavoro 2025 introduce alcune novità applicate sia ai requisiti di accesso che alla gestione ordinaria dell'indennità Naspi. In risposta all'esigenza di ridurre abusi e di concentrare le risorse pubbliche su situazioni di reale necessità di sostegno, si rafforzano le condizioni per mantenere il diritto e si introducono paletti più stringenti:
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Nuovo requisito contributivo: Dal 1° gennaio 2025, chi ha interrotto volontariamente un rapporto di lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti la disoccupazione per cui si richiede la Naspi, potrà accedervi solo se avrà maturato almeno 13 settimane di contributi dopo le dimissioni, in uno o più rapporti successivi.
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Assenze ingiustificate e dimissioni di fatto: Viene formalizzata in via normativa la parificazione delle assenze prolungate e ingiustificate, volte a “costringere” il datore di lavoro al licenziamento, alle dimissioni di fatto, con impossibilità di richiedere la Naspi.
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Esclusione di alcune categorie: Sono definitivamente escluse dal beneficio figure quali: lavoratori extracomunitari stagionali, chi matura pensione di vecchiaia/anticipata, i titolari di assegno ordinario di invalidità senza opzione per la Naspi, i dipendenti pubblici a tempo indeterminato e gli operai agricoli a termine.
L'obiettivo delle nuove regole, che comprendono anche la disciplina su
quando si perde una parte dell'importo, è duplice: garantire la sostenibilità del sistema e impedire fruizioni opportunistiche della prestazione da parte di chi la perde non per causali realmente involontarie. I controlli e le verifiche diventano quindi più rigorosi rispetto al passato.
Nuovi requisiti per l'accesso alla Naspi dal 2025: dimissioni, licenziamenti e casi particolari
A partire dal 2025, l'accesso all'indennità di disoccupazione - una novità che si affianca a quelle previste per la Dis-Coll - prevede requisiti più selettivi, con particolare attenzione alla natura della cessazione lavorativa e al percorso contributivo precedente la richiesta. Il lavoratore subordinato può accedere alla Naspi se:
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Ha perso il lavoro in modo involontario (licenziamento, scadenza contratto a termine, risoluzione consensuale solo se intervenuta in procedura protetta o per specifiche ragioni normative).
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Ha maturato almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni (con novità per chi ha interrotto precedentemente un rapporto a tempo indeterminato).
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È in condizione di disoccupazione certificata ed ha reso la dichiarazione di immediata disponibilità (DID) al lavoro.
Le
dimissioni volontarie (senza giusta causa) generalmente escludono dal diritto: solo dimissioni per giusta causa, maternità/paternità, trasferimento improponibile o risoluzioni consensuali in sede protetta permettono l'accesso.
Nuova normativa 2025: se il lavoratore ha rassegnato le dimissioni da un contratto a tempo indeterminato nei 12 mesi prima di perdere il lavoro per licenziamento, la Naspi sarà concessa solo se ha maturato almeno 13 settimane di contributi successivamente alle dimissioni, nel nuovo rapporto cessato involontariamente.
Rientrano tra i casi coperti anche le madri e i padri lavoratori che si dimettono durante le tutele parentali, nonché i licenziati con accettazione della conciliazione ex art. 6 d.lgs. 22/2015.
Beneficiano della tutela anche alcune categorie particolari: soci lavoratori subordinati in cooperativa, artisti subordinati, pubblici dipendenti a termine, operai agricoli di cooperative e lavoratori sportivi.
Le settimane di contribuzione utili includono anche contributi figurativi per maternità, congedi parentali e periodi equiparati specificati dalla legge.
L'entità dell'indennità e la sua durata non vengono modificate dal Decreto Sicurezza Lavoro, ma le condizioni di accesso sono ora nettamente più restrittive per chi presenta dimissioni, specie se nelle ipotesi strumentali all'ottenimento della disoccupazione.
Quando si perde il diritto alla Naspi: sospensione, decadenza e casi di esclusione totale
I meccanismi di sospensione e decadenza dal diritto sono oggetto di revisione sia normativa che operativa, con l'obiettivo di restringere le modalità di mantenimento della prestazione e di rafforzare la condizionalità. Le situazioni in cui la Naspi può essere sospesa, decaduta o totalmente esclusa includono:
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Sospensione temporanea: avviene in caso di nuova occupazione subordinata di durata massima di sei mesi: l'indennità viene sospesa per la durata del rapporto, salvo il lavoratore comunichi un reddito presunto inferiore alle soglie di cumulabilità.
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Decadenza: viene disposta quando il lavoratore perde lo stato di disoccupazione, non comunica il reddito presunto per attività lavorative entro un mese, inizia attività senza darne comunicazione a INPS, oppure raggiunge i requisiti pensionistici o percepisce assegno ordinario di invalidità scegliendo di non optare per la Naspi.
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Esclusioni Totali: dal 2025 la perdita totale del diritto si verifica se:
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il richiedente si è dimesso senza giusta causa nei 12 mesi precedenti e non ha maturato l'apposito requisito contributivo richiesto dalla nuova normativa;
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la cessazione è equiparata a dimissioni di fatto (assenze ingiustificate prolungate, simulazioni di abbandono lavoro);
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il lavoratore svolge attività autonoma senza rispettare gli obblighi di comunicazione predisposti dalla normativa;
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non partecipa ai percorsi di politica attiva obbligatori senza giustificato motivo;
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raggiunge la pensione o percepisce altre prestazioni incompatibili.
Per alcune specificità (ad esempio periodi di permanenza all'estero), il diritto può essere mantenuto ma modificato in termini di obblighi e condizionalità.
Un'attenzione particolare merita la disciplina delle assenze e della partecipazione ai percorsi di politica attiva: il mancato rispetto costituisce motivo di decadenza immediata dal beneficio.
Impatto delle assenze ingiustificate e delle dimissioni di fatto nel 2025
Con la stretta prevista dalle recenti norme e dalla giurisprudenza (Tribunale di Udine, Cassazione), le assenze ingiustificate prolungate vengono inderogabilmente equiparate alle dimissioni volontarie. Il principio vieta il riconoscimento della Naspi nei casi in cui la volontà di interrompere il rapporto sia esplicitata tramite comportamenti concludenti, indipendentemente dall'utilizzo delle dimissioni telematiche:
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Se l'assenza oltrepassa il termine fissato dal contratto collettivo o, in mancanza, supera i 15 giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore e il trattamento di disoccupazione è escluso.
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Tale lettura risponde alla necessità di impedire abusi del sistema, come i cosiddetti “licenziamenti strumentali” che mascherano volontà di dimissioni dietro assenteismi orchestrati al solo fine di ottenere la prestazione.
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Solo dimissioni formalizzate per giusta causa, o nei casi di tutele genitoriali, consentono ancora l'accesso alla Naspi.
La ratio delle nuove regole si basa sull'interesse pubblico a destinare le risorse a disoccupazioni effettivamente involontarie, in linea con i principi di corretta gestione delle prestazioni sociali e con l'art. 38 della Costituzione.
Domande, modalità e altre tutele: tempistiche e procedure di richiesta Naspi
La procedura per presentare domanda resta tipicamente digitale, tramite i portali INPS o intermediari, con tempistiche e modalità strettamente regolamentate:
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Presentazione: la richiesta va inoltrata entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto lavorativo o da eventi come maternità, malattia o sentenza giudiziaria. Il termine è sospeso nei casi di maternità e malattia indennizzabile fino al termine dell'evento.
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Decorrenza: l'indennità decorre di norma dall'ottavo giorno successivo alla cessazione, oppure dal giorno successivo alla domanda se inoltrata oltre tale termine. Casi particolari (licenziamento per giusta causa, fine maternità, malattia) prevedono decorrenze differenti.
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Documentazione e obblighi: necessario presentare tutti i dati anagrafici, il certificato di stato di disoccupazione e la DID. In caso di accumulo con redditi da lavoro, obbligatoria la comunicazione del reddito presunto entro un mese dall'inizio dell'attività o dalla domanda.
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Durata e importo: la prestazione è riconosciuta per la metà delle settimane di contribuzione maturate nei quattro anni precedenti, con riduzioni mensili progressive dell'importo (dal sesto mese, dall'ottavo per over 55).
Altri strumenti di tutela restano operativi (assegno sociale, pensione di inabilità per chi ha requisiti, tutele per genitori e lavoratrici madri in casi particolari), ma la Naspi mantiene il suo ruolo centrale e selettivo nella protezione dalla disoccupazione involontaria.