La Dis-Coll rappresenta una misura di sostegno rivolta ai collaboratori coordinati e continuativi, compresi gli assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS. Questa indennità nasce per garantire un ammortizzatore sociale a chi perde involontariamente il lavoro e non ha accesso ad altre prestazioni di disoccupazione come la NASpI.
Si rivolge a una platea specifica di lavoratori autonomi, inclusi coloro che operano tramite contratti di collaborazione, ma restano esclusi i titolari di pensione o altre forme di sostegno analoghe, così come i titolari di partita IVA attiva.
Requisiti e modalità di accesso alla Dis-Coll nel biennio 2025-2026
L’accesso alla Dis-Coll per il periodo 2025-2026 resta disciplinato dalla normativa vigente con alcune novità introdotte dagli interventi legislativi recenti. I principali requisiti prevedono:
- Iscrizione alla Gestione Separata INPS in via esclusiva;
- Status di disoccupazione involontaria dopo la cessazione del rapporto di collaborazione;
- Almeno un mese di contribuzione accreditata nella Gestione Separata nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
- L’assenza di contemporanea titolarità di trattamenti pensionistici diretti o indiretti;
- Mancanza della titolarità contemporanea di partita IVA attiva (eccetto casi particolari come i compensi arretrati o cessazione di attività ante domanda);
- La presentazione della domanda nei termini indicati (solitamente entro 68 giorni dalla conclusione del rapporto di lavoro).
La durata e l’importo dell’indennità sono calcolati sulla base dei contributi versati e dei compensi percepiti nell’anno precedente. Il trattamento economico potrà essere rideterminato annualmente, con eventuali adeguamenti Istat e modifiche legate ai limiti di reddito individuale.
Come si presenta la domanda per ottenere la Dis-Coll
Per accedere alla Dis Coll, occorre presentare domanda esclusivamente attraverso i canali telematici dell’INPS o affidarsi ai servizi di patronato/caf. I passaggi necessari prevedono:
- Accesso all’area personale tramite SPID, CIE o CNS.
- Compilazione della richiesta indicando i dati anagrafici, quelli relativi al rapporto di collaborazione cessato e gli estremi della posizione assicurativa nella Gestione separata.
- Allegazione della documentazione richiesta, tra cui il contratto di collaborazione e le eventuali comunicazioni di cessazione del rapporto di lavoro.
L’INPS verifica la regolarità contributiva, lo status di disoccupazione e la presenza dei requisiti, procedendo alla liquidazione dell’indennità entro i termini previsti dalla normativa, generalmente entro 45 giorni lavorativi dalla ricezione della domanda completa.
L’iter prevede l’invio di tutte le informazioni necessarie online e la possibilità di monitorare lo stato di avanzamento della pratica attraverso la piattaforma digitando l’apposito codice pratica. Per l’ammissione al beneficio è fondamentale la tempestività nella presentazione della richiesta al fine di non incorrere in decadenze.
Quando l'importo della Dis-Coll può cambiare con il nuovo decreto sicurezza sul lavoro
Con la recente approvazione del nuovo decreto sulla sicurezza sul lavoro, il calcolo della Dis-Coll può subire variazioni in circostanze specifiche. L’aggiornamento legislativo introduce, infatti, nuovi criteri legati non solo alla contribuzione, ma anche alle indennità e ai trattamenti spettanti in caso di infortuni o malattie professionali. Inoltre:
- L’importo sarà oggetto di revisione in presenza di periodi coperti da cassa integrazione o da altre prestazioni integrative riconducibili a eventi di sicurezza sul lavoro.
- In caso di concessione di benefici aggiuntivi o di maggiorazioni previste dal decreto per le situazioni di infortunio o rischio professionale, vi può essere una rimodulazione, al rialzo o al ribasso, delle somme mensili erogate.
- La legge prevede infine che le modifiche alle soglie di reddito personale annuo, se recepite nell’anno di riferimento, avranno effetti diretti sul calcolo dell’importo mensile e sull’eventuale riconoscimento di maggiorazioni aggiuntive, come stabilito dalla normativa di settore.
È previsto un costante allineamento tra i nuovi importi stabiliti a livello nazionale e i criteri locali di compatibilità con altre forme di sostegno al reddito, anche grazie all’adozione di sistemi di verifica automatica dei dati anagrafici, di reddito e di contribuzione.
I casi di annullamento della Dis-Coll: novità e conferme normative
L’annullamento dell’indennità può avvenire in presenza di precisi motivi, alcuni dei quali ribaditi o modificati dalle recenti disposizioni. Tra i motivi più frequentemente riscontrati si segnalano:
- Perdita dello status di disoccupato a seguito di nuova occupazione come collaboratore, lavoratore autonomo o dipendente;
- Superamento dei limiti reddituali stabiliti dalla legge per l’anno di riferimento;
- Mancato rispetto degli obblighi di comunicazione verso l’INPS riguardo a una variazione delle condizioni personali o lavorative;
- Constatazione dell’incompatibilità con altre indennità previdenziali o assistenziali (per esempio, se il beneficiario inizia a percepire NASpI o altre forme di sostegno al reddito);
- Errore o omissione nella presentazione della domanda o nell’indicazione dei requisiti anagrafici, contributivi o di status occupazionale;
- Decadenza dei requisiti legali per particolari casi, come la sopraggiunta pensione diretta o altri eventi che blocchino il diritto a percepire la prestazione.
Gli aggiornamenti normativi per il 2025-2026 confermano la necessità di verifica periodica dei requisiti da parte dell’ente erogatore, con particolare attenzione ai flussi di reddito e ai cambiamenti delle condizioni lavorative. Sono previste
sanzioni in caso di dichiarazioni false o omesse e la richiesta di restituzione di quanto indebitamente percepito secondo quanto previsto dalle circolari interpretative INPS e disposizioni legislative vigenti.
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