Ryanair ha scelto di sospendere tutti i voli a Natale, lasciando stupiti viaggiatori e mercato. Analizziamo le ragioni di questa decisione e le sue conseguenze sul traffico aereo europeo
Nel panorama del trasporto aereo europeo, la presenza di Ryanair rappresenta una certezza per chi viaggia per lavoro o svago. Tuttavia, ogni anno, il 25 dicembre, si assiste a un fenomeno singolare: la compagnia irlandese ferma completamente la propria operatività, lasciando a terra una delle flotte più grandi d’Europa. Questa scelta, tutt’altro che casuale, porta all’improvvisa scomparsa di migliaia di voli dai radar e diventa un momento di particolare interesse sia per i passeggeri sia per gli addetti ai lavori. In questa giornata, sono oltre 3000 i collegamenti che non vengono effettuati, incidendo per il 10% sull’intero traffico continentale. Diverse compagnie, come easyJet e WizzAir, mantengono invece in parte le loro attività, evidenziando così la peculiarità della decisione adottata da Ryanair
Analizzare le ragioni alla base dello stop totale ai voli Ryanair il 25 dicembre mette in luce diversi aspetti culturali, religiosi ed economici. Diversi osservatori hanno evidenziato come l’Irlanda, paese di origine della compagnia, sia caratterizzata da una forte tradizione cattolica, motivo per cui la festività natalizia viene celebrata in maniera molto sentita anche dal punto di vista lavorativo. Secondo questa impostazione, il personale della compagnia beneficia di una giornata di pausa universale, qualcosa di insolito nel settore del trasporto aereo.
Purtuttavia, l’aspetto religioso non esaurisce la spiegazione. Voci interne alle strategie aziendali Ryanair sottolineano che, in realtà, la scelta è profondamente connessa a logiche di mercato. Nel periodo natalizio, la domanda di voli, contrariamente a quanto si possa pensare, si riduce drasticamente nel giorno del 25 dicembre, rendendo poco remunerativa l’attività della flotta. Gestire migliaia di voli con aerei poco pieni rischierebbe infatti di innescare perdite consistenti, aspetto che il CEO Michael O’Leary ha sempre messo in evidenza nelle sue dichiarazioni pubbliche: «Un velivolo che non vola, fa perdere soldi». Così Ryanair preferisce spostare la maggior parte delle rotte a ridosso delle festività, ottimizzando le risorse e ripartendo con forza appena terminato il periodo festivo.
Questa strategia si riflette anche nel calendario operativo. Il giorno precedente allo stop, la compagnia riduce già il numero delle tratte e termina le ultime operazioni con largo anticipo.
L’assenza di Ryanair dai cieli continentali il 25 dicembre determina ripercussioni immediate sulla rete dei trasporti. Mentre altre compagnie, come WizzAir ed easyJet, mantengono un numero ridotto ma comunque significativo di collegamenti, la sospensione operativa della low cost irlandese implica che oltre 3000 voli non decollano in un solo giorno. Questo dato incide in maniera significativa sulla disponibilità di collegamenti, soprattutto per le rotte più richieste e per gli aeroporti regionali dove Ryanair rappresenta spesso l’unica alternativa competitiva ai vettori tradizionali.
Il giorno successivo, la situazione si trasforma rapidamente. Il 26 dicembre vede una pronta ripresa delle operazioni, con oltre 2000 voli programmati e più di 790 rotte attive. Dalle prime luci dell’alba riprendono le partenze tra Londra Luton-Malaga, Katowice-Atene, Sofia-Birmingham, mentre in tarda serata nuovi voli si aggiungono per Roma o Norimberga, dimostrando la capacità del vettore di tornare immediatamente ai volumi pre-natalizi. Un dettaglio interessante: nella giornata successiva allo stop Ryanair si posiziona tra le prime dieci compagnie al mondo per numero di movimenti aerei, sintomo di una rapidissima transizione verso la normalità.
| Data | Numero voli Ryanair | Numero rotte |
| 24 dicembre | 1.674 | 714 |
| 25 dicembre | 0 | 0 |
| 26 dicembre | 2.021 | 793 |