La città in cui si decide di cercare lavoro incide sul tempo medio di inserimento e sulla qualità dell'occupazione.
Secondo il Barometro del Primo Impiego 2025, redatto da LinkedIn Italia, tra le città italiane con il maggiore tasso di occupazione giovanile spiccano Torino, Roma e Milano, in particolare per chi ha conseguito una laurea triennale. Per questo tipo di titolo, la flessibilità del mercato locale e l'apertura verso profili junior risultano determinanti nell'assorbire nuove energie. Torino, ad esempio, si conferma come un ecosistema in fermento, favorito da un'evoluzione industriale orientata alla meccatronica, all'ICT e al design di prodotto, settori nei quali le aziende cercano personale formato ma non necessariamente già specializzato.
La capitale mantiene una posizione centrale grazie alla varietà di enti, agenzie e imprese che ruotano attorno alla pubblica amministrazione e al terzo settore. A Roma si trova un bacino esteso di occasioni per profili entry-level nei servizi, nella comunicazione, nell'organizzazione di eventi e nella consulenza, anche grazie a iniziative legate al Pnrr. Milano si conferma come il polo urbano con la più alta concentrazione di aziende private attive su scala nazionale e internazionale. Qui le lauree triennali sono spesso un passaporto per accedere a stage professionalizzanti e contratti iniziali, in ambiti che spaziano dall'e-commerce al marketing digitale, fino al supporto amministrativo e commerciale. Il tessuto imprenditoriale milanese, molto orientato alla performance e all'innovazione, premia la velocità di inserimento e le soft skill. Approfondiamo in questo articolo:
Segue Firenze, città che ha saputo ritagliarsi un ruolo sempre più attivo in ambiti legati al patrimonio culturale, alla progettazione architettonica, alla moda e al restauro. Qui, chi ha alle spalle una laurea magistrale può contare su un tessuto produttivo meno esteso ma più orientato alla valorizzazione delle competenze di alto profilo. La presenza di enti culturali, musei, fondazioni e imprese legate al turismo esperienziale ha favorito la nascita di opportunità professionali che premiano l'approfondimento accademico, la conoscenza delle lingue e le capacità relazionali. Milano resta centrale anche per i laureati magistrali, soprattutto nel campo dell'ingegneria gestionale, della consulenza strategica, delle biotecnologie e del project management. La città è in grado di offrire percorsi di crescita verticali, contratti a tempo indeterminato e l'accesso a multinazionali in cerca di figure strategiche per la trasformazione digitale e organizzativa.
Uno degli aspetti messi in evidenza dal Barometro è che la città in cui si decide di cercare lavoro incide sul tempo medio di inserimento e sulla qualità dell'occupazione. Le città con maggiore densità universitaria e con reti efficienti tra atenei e imprese tendono a offrire percorsi più lineari, grazie a una maggiore sinergia tra formazione e impiego. È il caso di Torino, dove il Politecnico e l'Università collaborano con incubatori e start-up, oppure di Milano, dove realtà come Bicocca e Polimi mantengono rapporti costanti con il mondo produttivo.
Il Barometro evidenzia poi che le città dove si concentrano filiere produttive verticali, come l'agroalimentare a Parma, l'automotive in Emilia o la moda tra Firenze e Prato, sono più inclini ad assorbire neolaureati tramite tirocini curriculari che si trasformano in contratti strutturati. Questo legame tra università, sistema delle imprese e istituzioni locali è un elemento cruciale per creare ambienti favorevoli all'occupabilità giovanile, che non dipende solo dal titolo di studio ma anche dalla possibilità concreta di trasformare una competenza in esperienza professionale.