Secondo gli ispettori di Bankitalia, la banca avrebbe applicato commissioni più alte del necessario o non dovute.
La Banca d'Italia ha concluso un'ispezione alla Cassa di Risparmio di Asti (conosciuta come Banca di Asti), e rilevato criticità nella governance e nella trasparenza dell'istituto. Uno dei rilievi riguarda l'applicazione di commissioni più elevate del dovuto o non dovute, che comportano la restituzione di circa 10 milioni di euro ai clienti. Nonostante queste problematiche, la solidità patrimoniale della banca non è stata messa in discussione. Ecco i dettagli:
Secondo gli ispettori, la banca avrebbe applicato commissioni più alte del necessario o non dovute, obbligandola a restituire quasi 10 milioni di euro ai clienti. Da parte sua, l'istituto ritiene che, nel caso, la somma da restituire sia inferiore, stimando un importo di circa 5 milioni di euro, e si prepara a giustificare le proprie scelte operative.
A Asti l'attenzione è rivolta anche alle mosse della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, principale azionista dell'istituto con una partecipazione del 31,8%. Tra gli altri soci figurano Banco BPM, che detiene il 9,99%, e Fondazione CRT, con una quota del 6%. Da settimane circolano indiscrezioni su una possibile cessione di parte della partecipazione e sull’interesse manifestato da Banco Desio e Banca Popolare di Sondrio, quest'ultima recentemente coinvolta nell'OPS di BPER Banca. Ma il presidente della Fondazione, Livio Negro, ha smentito queste voci durante un incontro con i sindacati, precisando che l’intenzione sarebbe esclusivamente quella di ridurre leggermente la quota detenuta.
Un altro dossier delicato per la Fondazione riguarda il processo che vede coinvolto l’amministratore delegato di CariAsti, Carlo Mario Demartini, condannato in primo grado per false comunicazioni sociali. Il procedimento d’appello, in corso, dovrebbe concludersi nel mese di aprile, ma potrebbe subire un rinvio a causa delle festività pasquali. A creare altre tensioni all’interno dell’ente è anche la redditività dell’istituto, considerata non del tutto soddisfacente. Per inviare un segnale di solidità al mercato e agli azionisti, CariAsti ha deciso di aumentare il dividendo del 33%, portandolo a 40 centesimi per azione.
Durante l'ispezione, sono emerse anche perdite su crediti superiori alle previsioni iniziali. Di conseguenza, la Banca di Asti ha dovuto rettificare l'utile semestrale, contabilizzando rettifiche nette di valore per circa 33,7 milioni di euro. Questo aggiustamento ha influenzato i risultati dell'intero 2024, chiuso con un utile netto consolidato di 51,2 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 79 milioni di euro registrati nel 2023.
Nonostante questa flessione, l'istituto mantiene una solida posizione patrimoniale, con un CET1 ratio consolidato aumentato al 15,3% dal 14,9% di fine 2023. A testimonianza della fiducia del mercato, all'inizio del 2025, la Banca di Asti è riuscita a emettere con successo un'obbligazione Tier 2 da 200 milioni di euro.
Alla luce dei rilievi di Bankitalia, la Banca di Asti è chiamata a rispondere alle osservazioni proponendo eventuali correttivi e adeguamenti alle proprie pratiche operative. Nonostante le criticità emerse, l'istituto continua a dimostrare una solida base patrimoniale e una capacità di attrarre investitori, come evidenziato dalla recente emissione obbligazionaria.
Al momento, non sembrano sussistere rischi immediati di fallimento per la Banca di Asti.