Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Nuove alternative alla settimana corta con stesso stipendio come legge ufficiale in riforma lavoro a breve

di Marianna Quatraro pubblicato il
alternative settimana corta

Come si prepara a cambiare la settimana lavorativa con nuova proposta di riduzione del lavoro: ecco cosa potrebbe prevedere la nuova riforma del lavoro

Quali sono le nuove alternative alla settimana corta con stesso stipendio come legge ufficiale in riforma lavoro a breve? Si parla ormai da tempo della possibilità di revisione delle modalità di lavoro: se gran parte delle modifiche si sono concentrate, e si concentreranno come annunciato dalla ministra del Lavoro Calderone, sulla facoltà di lavoro in smartworking lì dove le condizioni lavorative e aziendali lo permettessero, ora al centro delle discussioni c’è la settimana corta lavorativa. Vediamo cosa e quando potrebbe cambiare il lavoro con questa novità.

  • Settimana corta e alternative previste secondo nuova legge possibile
  • Le ulteriori misure possibili nella nuova riforma del lavoro 

Settimana corta e alternative previste secondo nuova legge possibile

Nelle ultime settimane si è paventata l’ipotesi di introdurre anche in Italia la settimana corta a lavoro, sulla scia di quanto già fatto in altri Paesi, per permettere ai lavoratori dipendenti di lavorare solo 4 giorni su sette. 

L’idea è nata dal fatto che in altri Paesi dove è già stata adottata tale modalità di lavoro è stato notato un aumento delle produttività, con ottimi risultati, dunque, per aziende e anche per lavoratori chiaramente.

Ora l’orientamento sembra cambiare: con la presentazione della nuova riforma del lavoro che a breve il governo si prepara a presentare, l’idea della ‘settimana corta’ a lavoro potrebbe essere quella di riduzione del lavoro in maniera alternativa bisettimanale.

Il nuovo modello prevederebbe l’alternarsi di una settimana lavorativa standard di 5 giorni e una settimana corta 4 giorni, il che significa lavorare 9 sono giorni su 10 (escludendo i sabato e le domeniche), per cui ogni due settimane i lavoratori dipendenti avrebbero un giorno libero in più, spesso un venerdì. Per permettere di lavorare meno giorni, le aziende potrebbero chiedere ai propri dipendenti di lavorare più ore durante gli altri giorni.

Le ulteriori misure possibili nella nuova riforma del lavoro 

Non solo settimana corta a lavoro: sono diverse le misure che si preparano a rientrare, secondo le anticipazioni, nella nuova riforma del lavoro, da sostituzione del reddito di cittadinanza con la nuova Mia, misura di inclusione attiva, con requisiti differenti da quelli previsti attualmente per il reddito di cittadinanza, a revisione della durata della indennità di disoccupazione Naspi, a:

  • novità per i contratti di lavoro a tempo determinato, con eliminazione delle causali da inserire fino a 24 mesi e possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato di ulteriori 12 mesi, per una durata complessiva di 36 mesi (pari a 3 anni) e non più di 24 mesi;
  • tassazione ridotta su premi di produzione, straordinari e indennità per aziende e datori di lavoro virtuosi che assumono (soprattutto disoccupati, donne e over 50) e aumentano la produttività;
  • avvio di nuove politiche attive di inclusione per il lavoro per migliorare l’inserimento lavorativo delle persone, con particolare attenzione di beneficiari di ammortizzatori sociali o altri sostegni al reddito, lavoratori fragili e disoccupati, per cui scatterà l’obbligo di frequentare percorsi di formazione;
  • riforma dell’attuale sistema di welfare, per adeguarlo alle nuove esigenze di lavoro e società;
  • novità per lo smartworking, per introdurlo come modalità di lavoro se possibile in base alle condizioni lavorative;
  • nuova revisione di opzione donna per permettere nuovamente alle lavoratrici dipendenti e autonome di andare in pensione prima, rispettivamente, a 58 e 59 anni di età, con 35 anni di contributi, considerando le finestre di 12 e 18 mesi per l’uscita definitiva indipendentemente dalla presenza o meno, e quanti, figli o dalla categoria di appartenenza;
  • sconti contributivi al raggiungimento della pensione per tutte le donne con figli, per ogni figlio, per valorizzazione del lavoro di cura di famiglia e figli.
     
Leggi anche