Come si prepara a cambiare la settimana lavorativa con nuova proposta di riduzione del lavoro: ecco cosa potrebbe prevedere la nuova riforma del lavoro
Quali sono le nuove alternative alla settimana corta con stesso stipendio come legge ufficiale in riforma lavoro a breve? Si parla ormai da tempo della possibilità di revisione delle modalità di lavoro: se gran parte delle modifiche si sono concentrate, e si concentreranno come annunciato dalla ministra del Lavoro Calderone, sulla facoltà di lavoro in smartworking lì dove le condizioni lavorative e aziendali lo permettessero, ora al centro delle discussioni c’è la settimana corta lavorativa. Vediamo cosa e quando potrebbe cambiare il lavoro con questa novità.
L’idea è nata dal fatto che in altri Paesi dove è già stata adottata tale modalità di lavoro è stato notato un aumento delle produttività, con ottimi risultati, dunque, per aziende e anche per lavoratori chiaramente.
Ora l’orientamento sembra cambiare: con la presentazione della nuova riforma del lavoro che a breve il governo si prepara a presentare, l’idea della ‘settimana corta’ a lavoro potrebbe essere quella di riduzione del lavoro in maniera alternativa bisettimanale.
Il nuovo modello prevederebbe l’alternarsi di una settimana lavorativa standard di 5 giorni e una settimana corta 4 giorni, il che significa lavorare 9 sono giorni su 10 (escludendo i sabato e le domeniche), per cui ogni due settimane i lavoratori dipendenti avrebbero un giorno libero in più, spesso un venerdì. Per permettere di lavorare meno giorni, le aziende potrebbero chiedere ai propri dipendenti di lavorare più ore durante gli altri giorni.
Non solo settimana corta a lavoro: sono diverse le misure che si preparano a rientrare, secondo le anticipazioni, nella nuova riforma del lavoro, da sostituzione del reddito di cittadinanza con la nuova Mia, misura di inclusione attiva, con requisiti differenti da quelli previsti attualmente per il reddito di cittadinanza, a revisione della durata della indennità di disoccupazione Naspi, a: