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Tfr 2025, regole e tasse per dipendenti privati in base a leggi, CCNL e sentenze

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Tfr 2024 regole

Come funziona il TFR nel 2025 per i dipendenti privati? Regole e tassazione per capire quanto spetta e quando viene erogato

Il Trattamento di Fine Rapporto rappresenta una componente fondamentale della retribuzione differita per i lavoratori dipendenti del settore privato. Con l'arrivo del 2025, è importante conoscere le normative, le modalità di calcolo e il regime fiscale applicabile a questa indennità. In questo articolo analizziamo in dettaglio come funziona il TFR nel 2025, quali sono le regole per il suo calcolo, accantonamento e liquidazione, nonché il trattamento fiscale previsto.

Come funziona il TFR nel 2025, principi generali e normativa di riferimento

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), conosciuto anche come liquidazione, è un elemento della retribuzione dei lavoratori subordinati che viene accantonato durante il rapporto di lavoro e liquidato al momento della cessazione dello stesso. La disciplina del TFR è regolata principalmente dall'articolo 2120 del Codice Civile, modificato dalla Legge n. 297/1982.

Nel 2025, il sistema di gestione del TFR mantiene la sua struttura fondamentale, offrendo ai lavoratori due possibilità principali:

  • Mantenimento in azienda: il dipendente può scegliere di lasciare il proprio TFR presso il datore di lavoro (per aziende con meno di 50 dipendenti)
  • Conferimento a fondi pensione: in alternativa, può destinarlo a forme di previdenza complementare
Per le aziende con almeno 50 dipendenti, il TFR non optato per la previdenza complementare viene trasferito automaticamente al Fondo di Tesoreria INPS, pur rimanendo a carico del datore di lavoro l'obbligo di liquidazione alla cessazione del rapporto.

Calcolo e accantonamento del TFR per il 2025

Il meccanismo di calcolo e accantonamento del TFR segue regole precise che rimangono valide anche per il 2025. Il processo avviene attraverso fasi ben definite:

Formula di calcolo della quota annuale

Il TFR si accantona annualmente attraverso la cosiddetta quota di competenza, calcolata secondo una formula specifica:

Quota annua TFR = Retribuzione annua lorda ÷ 13,5

Il divisore fisso 13,5 rappresenta un coefficiente stabilito dalla legge e rimane invariato per tutti i lavoratori e i settori. La retribuzione annua da considerare comprende tutte le voci retributive corrisposte in misura fissa e continuativa, incluse le mensilità aggiuntive.

Gestione delle frazioni di anno e riduzioni proporzionali

Per periodi lavorativi inferiori all'anno, la quota del TFR viene proporzionalmente ridotta. Come stabilisce la normativa, si computano come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni, mentre le frazioni inferiori vengono trascurate nel calcolo.

Detrazione del contributo dello 0,50%

Per i lavoratori assicurati al Fondo pensioni gestito dall'INPS, dall'importo dell'accantonamento annuo deve essere detratta una somma corrispondente al contributo aggiuntivo dello 0,50% della retribuzione imponibile ai fini contributivi. Questa detrazione, introdotta dall'articolo 3 della Legge n. 297/1982, è destinata a finanziare parzialmente l'assicurazione generale obbligatoria.

Rivalutazione del TFR accantonato

La quota di TFR accantonata deve essere rivalutata al 31 dicembre di ogni anno, secondo un meccanismo che prevede:

  • Un tasso fisso dell'1,5% annuo
  • Un tasso variabile pari al 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall'ISTAT
Per il 2025, la rivalutazione terrà conto dell'andamento dell'inflazione nell'anno precedente, seguendo il calcolo previsto dalla normativa.

Tempistiche e modalità di liquidazione del TFR

Un aspetto rilevante per i lavoratori riguarda i tempi di pagamento del TFR alla cessazione del rapporto di lavoro.

Tempi di erogazione secondo normativa e CCNL

La normativa generale non stabilisce un termine specifico entro cui il datore di lavoro deve erogare il TFR al dipendente cessato dal servizio. I tempi effettivi di liquidazione dipendono principalmente da quanto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) applicabili al settore di riferimento.

In assenza di indicazioni specifiche nel CCNL, la prassi comune prevede tempistiche di liquidazione che mediamente si attestano tra i 30 e i 45 giorni dalla cessazione del rapporto. Alcuni contratti collettivi, tuttavia, possono prevedere termini più stringenti o più estesi.

La Corte di Cassazione, con numerose sentenze tra cui la n. 20836/2018, ha chiarito che in mancanza di una previsione contrattuale specifica, il TFR deve essere corrisposto contestualmente alla cessazione del rapporto di lavoro, poiché da quel momento diventa esigibile.

Anticipazioni del TFR

Anche nel 2025, i lavoratori potranno richiedere anticipazioni sul TFR accantonato, nei limiti e con le modalità previste dall'articolo 2120 del Codice Civile:

  • È necessario aver maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro
  • L'anticipazione può essere richiesta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro
  • L'importo non può superare il 70% del TFR maturato
  • Le richieste sono ammesse per specifiche necessità: spese sanitarie, acquisto prima casa, congedi formativi o parentali
I contratti collettivi possono stabilire condizioni di miglior favore rispetto a quelle previste dalla legge, ampliando le causali o riducendo i requisiti temporali.

Rappresentazione del TFR in busta paga

Per garantire trasparenza e informazione al lavoratore, il TFR viene regolarmente indicato nella busta paga mensile. Nel 2025, come negli anni precedenti, il cedolino deve riportare in un'apposita sezione:

  • Il TFR maturato nel mese di riferimento (quota mensile)
  • Il TFR complessivamente accantonato, sia al lordo che al netto delle imposte
  • L'eventuale tassazione operata con ritenuta in caso di erogazione nel mese
Questa rappresentazione consente al lavoratore di monitorare costantemente l'evoluzione del proprio accantonamento e verificare la corretta applicazione delle rivalutazioni annuali.

Regime fiscale del TFR, tassazione separata e aliquote

Il trattamento fiscale del TFR rappresenta un aspetto cruciale da conoscere per valutare correttamente l'importo netto che il lavoratore riceverà al momento della liquidazione.

Tassazione del TFR lasciato in azienda

Per il TFR mantenuto in azienda o presso il Fondo di Tesoreria INPS, il regime fiscale previsto per il 2025 continua a essere quello della tassazione separata, con applicazione di aliquote determinate in base al reddito di riferimento del lavoratore.

Il meccanismo di calcolo prevede:

  1. Determinazione del reddito di riferimento (TFR ÷ anni di lavoro × 12)
  2. Applicazione dell'aliquota IRPEF corrispondente allo scaglione in cui ricade tale reddito
  3. Eventuale conguaglio definitivo da parte dell'Agenzia delle Entrate entro due anni dalla liquidazione
Questo sistema mira a evitare che il TFR, maturato nel corso di più anni, venga tassato interamente con l'aliquota marginale dell'anno di liquidazione, che potrebbe risultare più elevata.

Tassazione agevolata per il TFR destinato alla previdenza complementare

Il TFR destinato alla previdenza complementare beneficia nel 2025 di un trattamento fiscale più favorevole rispetto a quello lasciato in azienda. Le aliquote applicabili variano in base all'anzianità di iscrizione al fondo:

  • Aliquota base del 15% per i primi 15 anni di partecipazione
  • Riduzione dello 0,3% per ogni anno successivo al quindicesimo
  • Aliquota minima del 9% per iscrizioni superiori a 35 anni
Questa struttura progressivamente decrescente rappresenta un incentivo significativo per la destinazione del TFR ai fondi pensione, in linea con la politica di promozione della previdenza complementare.

Casi particolari e sentenze rilevanti sul TFR

La disciplina del TFR è stata oggetto di numerose interpretazioni giurisprudenziali che hanno chiarito aspetti controversi della normativa. Alcune sentenze significative, che mantengono la loro rilevanza anche per il 2025, riguardano:

Inclusione di elementi retributivi nel calcolo

La Corte di Cassazione ha più volte affrontato il tema degli elementi retributivi da includere nel calcolo del TFR. Con la sentenza n. 9252/2019, ha ribadito che vanno computate tutte le somme corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro a titolo non occasionale, escludendo solo i rimborsi spese e le erogazioni eccezionali non correlate al normale svolgimento del rapporto.

Termini di prescrizione per il TFR

Un aspetto rilevante riguarda i termini di prescrizione del diritto al TFR. Secondo la consolidata giurisprudenza della Cassazione (sentenza n. 13678/2020), il termine di prescrizione quinquennale per il TFR decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro, essendo questo il momento in cui il diritto può essere esercitato.

TFR in caso di trasferimento d'azienda

In caso di trasferimento d'azienda, la Cassazione ha stabilito con la sentenza n. 21646/2019 che il cessionario è responsabile in solido con il cedente per i crediti del lavoratore esistenti al momento del trasferimento, incluso il TFR maturato fino a quella data, a meno che il lavoratore non abbia liberato il cedente.

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