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Nuovo indice di rivalutazione delle pensioni basato sul deflatore del Pil, ecco come funzionerebbe

di Marianna Quatraro pubblicato il
Nuovo indice rivalutazione

Come potrebbe cambiare ancora il meccanismo di rivalutazione delle pensioni: ecco le possibili novitŕ e conseguenze per calcoli importi

Come funzionerebbe il nuovo indice di rivalutazione delle pensioni basato sul deflatore del Pil? Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni modificato dal governo Meloni taglia gli importi delle pensioni e le modifiche peggiorative sono relative alle percentuali di rivalutazione pensionistica che il governo ha modificato lo scorso anno, portandole da tre a sei.

La modifica della rivalutazione pensionistica annua continua da parte del governo anche per il 2024 con una ulteriore revisione delle percentuali di rivalutazione e nuove modifiche peggiorative che interessano soprattutto coloro che percepiscono pensioni alte. Ma le novità non finiscono qui.

  • Come funzionerebbe il nuovo indice di rivalutazione delle pensioni basato sul deflatore del Pil
  • Rivalutazione pensioni 2024 come cambia ancora ufficialmente 

Come funzionerebbe il nuovo indice di rivalutazione delle pensioni basato sul deflatore del Pil

Stando a quanto riportano le ultime notizie, il governo avrebbe intenzione di introdurre a partire dal 2027 un nuovo indice di rivalutazione delle pensioni non più basato su andamento di inflazione e costo della vita, come attualmente accade. Si tratta del cosiddetto il deflatore Pil, che affida ad una commissione di esperti il compito di valutare parametri e criteri da usare a partire dal primo gennaio 2027 per la rivalutazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali sulle base del costo della vita. 

Rispetto agli altri indici legati all’inflazione, il deflatore Pil dipende molto meno dagli aumenti dei prezzi Per esempio, se nei prossimi anni l’inflazione dovesse nuovamente attestarsi sul 2-3% anno, il deflatore sarebbe più alto per l’effetto di trascinamento del 2022 e del 2023. 

Tuttavia, secondo alcune simulazioni, la rivalutazione delle pensioni basate sul deflatore Pil sarebbe negativa, portando aumenti decisamente più bassi del previsto, con perdite mensili stimati di 78 euro circa per pensioni nette di 1.786 euro e di 230 euro per pensioni di 2.735 euro nette all’anno. 

Rivalutazione pensioni 2024 come cambia ancora ufficialmente

Nell’attesa di capire se e come debutterà il nuovo deflatore Pil per la rivalutazione delle pensioni, il governo Meloni già per il 2023 ha modificato il sistema della rivalutazione pensionistica modificando le tre precedenti percentuali rivalutative che erano del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, fino a 2062 euro lordi, del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, fino a 2577,90 euro lordi e del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, oltre 2.577,90 euro lordi, e portandole a sei.

Le sei percentuali di rivalutazione delle pensioni usate nel 2023 per il ricalcolo delle pensioni sono state del:

  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.
Per il 2024 è stata decisa una ulteriore modifica delle percentuali di rivalutazione penalizzando tutti coloro che percepiscono pensioni superiori a 4 volte il minimo Inps. In generale, con le percentuali di rivalutazione 2024 non tutti i pensionati potranno effettivamente beneficiare di piena rivalutazione, fino ad aumenti quasi nulli per chi percepisce pensioni più alte.

Le sei nuove percentuali di rivalutazione delle pensioni 2024 sono le seguenti:

  • del 100% sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (per importi fino a 2.102 euro);
  • del 90% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (per importi tra 2.102-2.627 euro); 
  • del 53% sulle pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (per importi tra 2.627-3.152 euro);
  • del 47% sulle pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (per importi tra 3.152-4.203 euro);
  • del 37% sulle pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (per importi tra 4.203-5.254 euro);
  • del 22% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (per importi superiori ai 5.254 euro).
  


 

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