Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Patente ritirata, entro quanto tempo arriva l'ordine del prefetto che stabilisce durata sospensione. E cosa succede se ritarda?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tempi incerti e finalitŕ cautelare

Se il Prefetto non adotta l'ordinanza nei tempi previsti, il cittadino ha il diritto, sancito dalla legge, di ottenere la restituzione immediata della patente.

Secondo quanto previsto dall'articolo 218 del Codice della Strada, il Prefetto ha l'obbligo di pronunciarsi entro 15 giorni dalla ricezione degli atti sulla patente ritirata. Se il conducente presenta un'istanza motivata per ottenere un permesso temporaneo di guida, il termine per emettere l'ordinanza si estende a 30 giorni, come stabilito dalla legge 177 del 2024. Vogliamo approfondire in questo articolo:

  • Il diritto al recupero della patente in caso di ritardo
  • Tempi incerti e finalità cautelare
  • L'importanza della norma applicata

Il diritto al recupero della patente in caso di ritardo

Se il Prefetto non adotta l'ordinanza nei tempi previsti, il cittadino ha il diritto, sancito dalla legge, di ottenere la restituzione immediata della patente. Questo diritto non è condizionato da valutazioni discrezionali, ma è automatico e vincolato al decorso del tempo.

Se dopo la restituzione l'ordinanza di sospensione patente arriva con ritardo, resta valida e esecutiva. In pratica il conducente, pur avendo temporaneamente riottenuto la patente, potrà trovarsi senza documento non appena riceverà la nuova comunicazione ufficiale della sospensione.

Tempi incerti e finalità cautelare

L'articolo 223 si applica ai casi in cui la violazione del Codice della Strada configura anche un reato, come la guida in stato di ebbrezza grave o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. In queste ipotesi, il Prefetto dispone la sospensione provvisoria della patente, ma la norma non impone un termine preciso per l'emissione del provvedimento.

La logica del legislatore è quella di impedire che chi è presumibilmente pericoloso per la collettività torni a guidare senza garanzie. In questo contesto la sospensione ha una natura cautelare, legata alla necessità di proteggere gli altri utenti della strada fino alla conclusione del procedimento penale.

Se il Prefetto ritarda senza giustificazione, il conducente può impugnare l'ordinanza davanti al Giudice di Pace con l'invocazione della violazione del principio del termine ragionevole e il mancato rispetto della buona amministrazione. Non esiste alcun automatismo che consenta la restituzione della patente in attesa dell'ordinanza, come avviene invece per l'articolo 218.

L'importanza della norma applicata

Ogni caso di ritiro della patente va esaminato alla luce della specifica norma del Codice della Strada che è stata contestata. Non si può parlare di diritto alla restituzione o di tempistiche valide in generale senza conoscere l'esatto riferimento giuridico. Solo così si possono conoscere i propri diritti e agire di conseguenza.

In entrambi gli scenari, la sospensione comporta impatti sulla vita quotidiana, soprattutto se il documento serve per motivi di lavoro. Nel caso del reato la durata della sospensione provvisoria può arrivare a due anni o addirittura a tre in caso di lesioni colpose gravi. Questo può incidere non solo sul piano personale, ma anche su quello penale e assicurativo.

Il ricorso al Giudice di Pace resta uno strumento utile per contestare eccessi di potere, sproporzioni o errori procedurali. In caso di ritardi ingiustificabili o sospensioni sproporzionate, il giudice può annullare l'ordinanza o limitarne gli effetti. Ma la possibilità di successo dipende dalla tempestività del ricorso e dalla solidità delle motivazioni fornite.

Leggi anche