Qual limporto della pensione minima e come si prepara a cambiare il prossimo 2025: le anticipazioni e le prospettive del governo
Come cambia la pensione minima nel 2025? La pensione minima è una integrazione erogata dall’Inps per permettere ai pensionati che percepiscono un assegno basso di vivere in maniera dignitosa.
Per averne diritto bisogna raggiungere 67 anni di età, maturare almeno 20 anni di contributi e rispettare determinati limiti reddituali. Vediamo come si prepara a cambiare l’importo il prossimo anno.
Quest’anno 2024, per effetto della perequazione al 5,4%, l’importo della pensione minima è pari a 598,61 euro mensili, per 7.781,93 euro l’anno.
I pensionati che percepiscono un assegno mensile inferiore a tale cifra hanno diritto a ricevere l’integrazione al trattamento minimo, che è una prestazione economica che l'Inps eroga a chi percepisce pensioni basse e fino a raggiungere un determinato importo.
Chi percepisce, per esempio, una pensione di 300 euro al mese può avere un aumento di 298,61 euro per raggiungere così l’importo minimo.
Precisiamo che hanno diritto ad avere l’integrazione al minimo coloro che calcolano la pensione finale anche con il sistema retributivo, cioè che hanno accumulato parte della contribuzione prima del 31 dicembre 1995.
Anche la presenza di altri redditi percepiti dal pensionato eventualmente influisce, infine, sul riconoscimento dell’integrazione al minimo.
Ad influire sull’importo della pensione minima c’è anche la rivalutazione straordinaria introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, che quest’anno è pari al 2,7%.
Grazie a tale rivalutazione ulteriore, la pensione minima aumenta quest’anno di ulteriori 16,16 euro, arrivando così a 614,77 euro.
Cambiano ancora le cose nel 2025: come ogni anno, infatti, la pensione minima sarà rivalutata ma, alla luce dell’andamento dell’economia e dell’inflazione, si tratterà di una rivalutazione decisamente inferiore rispetto a quella degli scorsi anni.
Stando alle anticipazioni, l'anno prossimo la percentuale stimata per la rivalutazione dovrebbe attestarsi sull’1,6%.
Ciò significa che ci sarà un aumento di 9,57 euro sull’importo di 598,61 euro di quest’anno, arrivando così a 608,18 euro, per 7.906 euro annui circa.
Inoltre, è decisamente improbabile, secondo le indiscrezioni, che il prossimo anno sia confermata la rivalutazione straordinaria del 2,7% che è stata calcolata in questi ultimi due anni a causa dell’inflazione salita alle stelle e delle difficoltà economiche sempre più tangibili che i pensionati stavano riscontrando, ma per cui non sembra siano ancora disponibili risorse sufficienti.