Quali sono i motivi per cui secondo Bankitalia le pensioni sarebbero a rischio: i timori reali e la posizione rassicurante dellInps
Perché secondo Bankitalia le pensioni sarebbero a rischio? Secondo la Banca d’Italia e l’Upb, l’Ufficio parlamentare di Bilancio, la crescita del Prodotto interno lordo sarà quest’anno leggermente più bassa di quanto previsto dal governo del Piano strutturale di bilancio (Psb) presentato di recente a Bruxelles.
L’aumento del Pil si fermerà, infatti, allo 0,8% invece di raggiungere l’1%. Si tratta, però, di numeri che, secondo Sergio Altimari, capo del dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, e Lilia Cavallari, presidente dell’Upb, non avranno impatti sui trascinamenti statistici delle previsioni per i prossimi anni.
Ciò significa che il Pil dovrebbe comunque crescere dell’1,2% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026, come riportato nel Psb. Ma potrebbero prospettarsi dei rischi per le pensioni.
A preoccupare la Banca d’Italia per il futuro delle pensioni è l’intenzione del governo di rendere strutturale il taglio del cuneo fino al 7% per i redditi fino a 25mila euro annui e al 6% per i redditi tra 25mila e 35mila euro lordi.
Considerando, infatti, che si tratta di un taglio dei contributi Inps, potrebbe venir meno l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per le pensioni, mettendo dunque a rischio i pagamenti delle prestazioni.
Nonostante tali timori e i rischi di squilibri nei conti a causa dell'età media di pensionamento in Italia di 64,2 anni e della ‘generosità’ degli assegni rispetto all'ultima retribuzione, come emerso dal Rapporto annuale dell'Inps, il presidente Gabriele Fava si mostra tranquillo e sicuro sul futuro.
Ha, infatti, rassicurato sulla tenuta dei conti dell’Istituto previdenziale, spiegando che è assolutamente in equilibrio e che si sta lavorando con il governo e i ministeri competenti per migliorare determinate situazioni.
A far eco al presidente dell’Inps è il direttore generale dell’Ente, Valeria Vittimberga, che si è detta aperta all’aumento delle pensioni minime, che per l’Istituto sarebbero sostenibili e si potrebbero dunque fare, perché ritiene sia fondamentale difendere il potere d’acquisto dei pensionati, in particolare delle fasce più deboli, soprattutto alla luce del recente andamento dell’inflazione.
Ha, inoltre, precisato che i conti dell’Istituto sono solidi, anche grazie alla crescita dell’occupazione.
Infine, ha spiegato che con la piena attuazione del sistema contributivo, anche le problematiche di cassa saranno superate. Il vero problema da affrontare è quello di riuscire a garantire retribuzioni adeguate tali da permettere un costante e sempre più alto versamento contributivo durante l’intero arco della vita lavorativa.