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Perchè le auto elettriche si comprano poco in Italia? La nuova analisi di Luiss e Unrae

di Chiara Compagnucci pubblicato il
auto elettriche in italia e nuova indagi

L'Italia resta indietro nella diffusione delle auto elettriche: sono molteplici i fattori che frenano il mercato, dalle barriere culturali ed economiche fino ai limiti infrastrutturali ed alle percezioni dei consumatori.

L’adattamento del mercato automobilistico nazionale alle nuove tecnologie sta mostrando una forte resistenza rispetto ad altri paesi europei, con l’affermazione delle vetture "zero emissioni" che si dimostra più lenta e incerta del previsto. Nonostante gli incentivi pubblici, le campagne di sensibilizzazione e le prospettive di sostenibilità ambientale, in Italia scegliersi un’auto elettrica resta un’opzione poco praticata, confermata da molteplici ricerche condotte dagli osservatori su mobilità e automobili.

L’indagine sviluppata dall’Osservatorio della Mobilità della Luiss Business School, in collaborazione con Unrae, rivela come fattori psicologici, culturali, economici e tecnologici continuino a costituire ostacoli sia percepiti che reali per chi si avvicina a questa tipologia di mobilità. Il distacco tra l’interesse potenziale e la concretezza delle scelte si traduce in una penetrazione limitata delle vetture elettriche, a dispetto di campagne e normative orientate alla transizione ecologica.

Alla base dell’apparente riluttanza, vi sono dubbi sull’autonomia, sui tempi e modalità di ricarica, sui costi di acquisto e sul valore residuo del veicolo, senza dimenticare il tessuto di conoscenze e di esperienze personali (o di seconda mano) che indirizza le decisioni degli automobilisti. Nel contesto italiano, l’adozione dell’elettrico si trova in bilico tra resistenze sociali e cambiamenti strutturali.

Percezioni, barriere culturali e sociali: il divario tra chi usa e chi non usa auto elettriche

L’analisi delle percezioni mostra due universi distinti tra chi sceglie la mobilità elettrica e chi ne resta distante, ciascuno governato da dinamiche specifiche. Gli utilizzatori di auto elettriche riportano nella maggior parte dei casi esperienze positive legate sia alle prestazioni sia all'economicità della gestione ordinaria. Al contrario, coloro che non hanno mai guidato un veicolo a batteria proiettano sull’elettrico paure, timori e dubbi derivanti più da narrazioni indirette che da prove oggettive.

Tra le perplessità messe in luce dall’indagine:

  • Il 67% dei non possessori si dichiara preoccupato per la durata della batteria, ritenuta un fattore di rischio sia per l’autonomia sia per i costi futuri;
  • Il 72% considera il prezzo d’acquisto elevato, percependolo come un deterrente concreto;
  • Il 58% giudica insufficiente la rete di ricarica autostradale e cittadina, evidenziando la sfiducia nell’infrastruttura nazionale;
  • Circa la metà degli intervistati lamenta scarsa chiarezza informativa su incentivi, costi complessivi, autonomia reale e gestione pratica.
Si riscontra dunque una conoscenza frammentata e spesso mediata da sterotipi, alimentata dalla difficoltà di sperimentare direttamente i vantaggi dell’elettrico. È interessante osservare che un quarto dei non possessori sarebbe disposto a riconsiderare l’acquisto se potesse confrontarsi con l’esperienza concreta di conoscenti o amici, a conferma dell’importanza della dimensione sociale e comunitaria.
Al contrario, tra chi ha già convertito la propria mobilità verso veicoli a emissioni zero emerge una marcata soddisfazione: oltre il 70% consiglierebbe l’esperienza senza esitazioni, sottolineando la ricaduta positiva delle scelte innovative nella quotidianità (dal comfort di guida, alla silenziosità, alla sostenibilità percepita).

L’esperienza diretta si rivela dunque motore di cambiamento, smontando molti pregiudizi e paure iniziali che si confermano spesso infondate. Fiducia, condivisione sociale e informazione accessibile appaiono dunque elementi chiave per favorire una crescita più equilibrata e consapevole della domanda.

Nel contesto di una transizione che resta faticosa, il divario tra chi ha maturato familiarità con l’elettrico e chi ne resta escluso indica l’urgenza di investimenti non solo infrastrutturali, ma anche culturali, per ridurre la distanza tra narrazioni, aspettative e scelte reali di consumo.

Fattori economici, infrastrutturali e tecnologici che frenano il mercato italiano

Se il fattore percepito rappresenta una delle principali dinamiche di frenata, le barriere oggettive non possono essere trascurate. Gli ostacoli economici guidano la classifica degli elementi di blocco: secondo i dati forniti dall’Osservatorio Luiss, il 72% degli italiani considera il prezzo delle vetture elettriche fuori portata per le proprie disponibilità, mentre il 55% ritiene insufficienti i meccanismi di supporto pubblico.

Alla variabile prezzo si accostano almeno tre elementi chiave, secondo le principali priorità emerse nel campione analizzato:

  • Stabilità e prevedibilità degli incentivi: la programmazione degli aiuti risulta determinante più per la sua continuità nel tempo che per la quantità effettiva erogata;
  • Sviluppo e affidabilità della rete di ricarica: oltre il 58% indica la necessità di una copertura capillare e funzionale, ritenendo la situazione nazionale distante dagli standard europei;
  • Garanzie sulla durata delle batterie: rappresentano la principale risposta alle paure tecnologiche, così come la disponibilità di informazioni chiare sulle opportunità reali legate ai veicoli elettrici.
Appare significativo che quasi il 90% degli automobilisti italiani percorre meno di 30 km al giorno, distanza perfettamente compatibile con le autonomie attuali offerte dalla maggior parte dei modelli a zero emissioni. La percezione, dunque, pesa spesso più dell’esperienza vissuta e condiziona la propensione all'acquisto ben più delle esigenze reali.

Esistono inoltre problemi infrastrutturali, quali:

  • Difficoltà nell’installazione di sistemi di ricarica privata nei condomini e nei contesti urbani densi;
  • Lentezza degli interventi sulla rete pubblica, soprattutto fuori dai grandi centri cittadini.
In sintesi:
Ostacolo Percentuale di segnalazione
Costo d’acquisto 72%
Insufficienza incentivi 55%
Carenza infrastrutture di ricarica 58%
Dubbi su durata/sostituzione batterie 67%

Se restano sullo sfondo le aperture normative europee che prolungano la permanenza dei motori termici, l’analisi presentata suggerisce che l’integrazione tra politiche di prezzo, infrastrutture e innovazione tecnologica è la leva su cui costruire una fiducia nuova tra automobilisti e mobilità elettrica. Solo affrontando con efficacia sia le resistenze emotive che i disagi pratici apparirà possibile innescare una trasformazione diffusa, secondo principi di affidabilità, sostenibilità e reale convenienza.
Un incremento strutturale della domanda non può fare a meno di una revisione delle politiche di sostegno, di un investimento capillare nelle infrastrutture e, soprattutto, di una nuova narrazione fondata sulla trasparenza e sulla condivisione delle esperienze dirette.



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