Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Evasometro 2025, controlli per chi ha elevati debiti con il Fisco. Importi per cui scatta e le altre novità

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Attivazione dell'evasometro

Uno dei punti di caratterizzazione del nuovo evasometro è la definizione delle soglie minime oltre le quali può scattare l'attività di accertamento fiscale.

Il nuovo evasometro potenziato sviluppato in collaborazione tra Guardia di finanza, Agenzia delle entrate e Unità integrata permanente di analisi del rischio non è un ritorno al vecchio redditometro, ma un sistema capace di incrociare decine di banche dati, analizzare in tempo reale i flussi patrimoniali dei contribuenti e attivare controlli solo nei confronti dei soggetti a rischio.

La finalità di questo strumento è individuare coloro che, pur avendo ingenti disponibilità economiche, risultano esposti nei confronti del fisco o conducono stili di vita che non trovano riscontro con quanto dichiarato. In altre parole, il nuovo evasometro colpisce gli evasori strutturali. Vediamo da vicino:

  • Le soglie economiche per l'attivazione dell'evasometro
  • Le banche dati incrociate e il ruolo della cooperazione

Le soglie economiche per l'attivazione dell'evasometro

Uno dei punti di caratterizzazione del nuovo evasometro è la definizione delle soglie minime oltre le quali può scattare l'attività di accertamento fiscale. Il sistema non si attiva per ogni discrepanza, ma solo quando si verificano simultaneamente due condizion. La prima riguarda lo scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito attraverso le spese sostenute: affinché il contribuente entri nel radar, questo differenziale deve essere superiore al 20%. La seconda condizione prevede che tale scarto assoluto non sia inferiore a 70.000 euro, cioè dieci volte l'importo dell'assegno sociale annuale. In questo modo si evitano accertamenti inutili o invasivi su piccoli contribuenti.

Particolare attenzione viene riservata a chi ha debiti fiscali superiori ai 50.000 euro, soprattutto se accompagnati da consistenze patrimoniali estere non coerenti con le dichiarazioni presentate. In questi casi, l'Agenzia delle entrate, anche in coordinamento con la Guardia di finanza, può procedere con misure cautelari come sequestri di beni, pignoramenti o blocchi su conti correnti. Le operazioni possono coinvolgere anche patrimoni immobiliari all'estero, qualora l'importo del debito superi i 120.000 euro.

Il sistema è tarato per escludere i cosiddetti falsi positivi. I controlli non si basano su singole anomalie isolate, ma su schemi ricorrenti, come quelli legati alle cosiddette partite Iva apri e chiudi, le imprese fittizie note come cartiere o i soggetti che dichiarano perdite croniche mentre compiono operazioni ad alto tenore finanziario.

Il cuore operativo dell'evasometro è un algoritmo di rischio fiscale, che assegna a ogni contribuente un punteggio dinamico in base alla coerenza tra ciò che dichiara e ciò che possiede o spende. Questo punteggio si aggiorna periodicamente sulla base delle nuove informazioni acquisite, dei movimenti registrati e delle dichiarazioni fiscali presentate. Ad ogni aggiornamento, il sistema ricalcola il rischio e stila liste selettive di contribuenti da sottoporre a verifica, in modo da concentrare l'attenzione dell'Amministrazione su chi realmente merita un approfondimento.

Le banche dati incrociate e il ruolo della cooperazione

A rendere l'evasometro 2025 diverso dai suoi predecessori è la potenza di calcolo e di interconnessione tra archivi, resa possibile dalla piattaforma Silver Notice. Questo protocollo internazionale consente di accedere a informazioni patrimoniali provenienti da oltre 50 Paesi. L'Italia, grazie agli accordi multilaterali sullo scambio automatico di informazioni fiscali, riceve ogni mese dati aggiornati su conti correnti, fondi di investimento, immobili, polizze e strumenti finanziari detenuti dai cittadini italiani all'estero.

A livello nazionale, il sistema si avvale di fonti come l'anagrafe dei rapporti finanziari, che raccoglie dati su conti correnti, carte prepagate, libretti di risparmio e depositi titoli. A cui si aggiungono le segnalazioni degli intermediari finanziari, obbligati a comunicare all'Amministrazione ogni operazione di importo superiore ai 5.000 euro, siano essi bonifici, prelievi, versamenti o transazioni da e verso l'estero. In parallelo, anche gli acquisti di beni di lusso - come immobili, auto di grossa cilindrata, moto, yacht - sono monitorati e correlati al profilo dichiarato del contribuente.

Le informazioni raccolte vengono trattate in forma anonima e pseudonimizzata fino a quando non emerge un'anomalia di rilievo. Solo in quel momento gli algoritmi autorizzano il disvelamento dei dati anagrafici, rendendo possibile l'avvio di un procedimento di accertamento con nome e cognome.

Leggi anche