Gli ISA sono uno strumento nel panorama fiscale italiano utilizzato per misurare la credibilità fiscale dei contribuenti, tra cui lavoratori autonomi e imprese.
Con l'introduzione degli ISA, gli Indici Sintetici di Affidabilità, sorgono interrogativi sulle implicazioni di un punteggio particolarmente basso. Che cosa accade quando un contribuente registra un punteggio ISA inferiore a 6? Questo scenario attiva automaticamente un controllo fiscale? Come si incrocia questa valutazione con il concordato fiscale preventivo biennale? Vediamo meglio:
Attraverso la valutazione di diversi anni fiscali, gli ISA assegnano un punteggio che riflette la regolarità nei versamenti tributari di un soggetto. Un punteggio particolarmente basso, ovvero minore o uguale a 6, può segnalare potenziali rischi di evasione fiscale e indurre l'Agenzia delle Entrate a prendere in considerazione l'adozione di misure di controllo specifiche.
Di recente è stata chiarita la posizione dell'Agenzia riguardo ai punteggi che si collocano in una fascia intermedia, da 6 a 7,99. In questi casi, l'interpretazione ufficiale suggerisce che il contribuente non dovrebbe automaticamente essere soggetto a controlli fiscali, basati esclusivamente sul punteggio di affidabilità ottenuto dall'ISA. Ma un punteggio di 6 potrebbe essere interpretato come indice di una potenziale insufficienza nella conformità fiscale.
Nonostante l'approccio rigoroso, si prevede che l'attenzione degli uomini dell'Agenzia delle entrate si concentrerà sui casi di punteggi molto bassi, dove il rischio di non conformità è più pronunciato.
Sebbene l'ISA serva come un barometro efficace della posizione fiscale di un contribuente, le autorità mantengono un approccio equilibrato, evitando controlli automatici basati unicamente sul punteggio e valutando caso per caso la situazione di ciascun soggetto fiscale.
La risposta è che un punteggio basso, di per sé, non scatena necessariamente una verifica immediata da parte dell'Agenzia delle entrate. Per innescare una procedura di controllo, il punteggio basso deve essere accompagnato da altri indicatori di rischio o anomalie nelle dichiarazioni fiscali del contribuente.
Per quanto riguarda i contribuenti che ottengono un punteggio compreso tra 6 e 7,99, la situazione è leggermente diversa. Anche in questo caso, il punteggio intermedio non comporta automaticamente una verifica fiscale, ma può segnalare la necessità di un'attenzione maggiore da parte delle autorità fiscali. Questi punteggi indicano un livello di affidabilità fiscale moderato, che potrebbe portare a controlli più mirati se accompagnati da altri segnali di possibili incoerenze fiscali.
In entrambi i casi, è fondamentale per i contribuenti comprendere che mantenere un alto livello di trasparenza e correttezza nelle dichiarazioni e nelle pratiche fiscali è il miglior metodo per evitare problemi con il fisco, indipendentemente dal punteggio ISA ottenuto.
La gestione della dichiarazione dei redditi e la potenziale esposizione a controlli fiscali sono temi di interesse per i contribuenti, specie alla luce delle nuove direttive in materia di ISA. E lo sono ancora di più con l'entrata in vigore del concordato fiscale biennale. Un punteggio di 6, pur essendo basso, non necessariamente attira l'attenzione automatica dell'Agenzia delle Entrate per ulteriori verifiche.
Per precauzione, i contribuenti potrebbero considerare l'opzione di adeguare la propria dichiarazione aggiungendo elementi positivi non riflessi nei registri contabili, per assicurarsi un punteggio leggermente superiore a 6. Questo approccio potrebbe ridurre il rischio di essere selezionati per controlli basati esclusivamente sul punteggio ISA.
Per i contribuenti è importante mantenere trasparenza e correttezza nella gestione delle proprie finanze e nella compilazione delle dichiarazioni fiscali, per navigare con sicurezza attraverso le maglie sempre più fitte del controllo fiscale.