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Pignoramento casa più severo per recuperare cartelle esattoriale e tasse non pagate rilanciato da Upb

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pignoramento case severo

Come e per chi il pignoramento delle case potrebbe diventare più severo per le cartelle esattoriali non pagate: le nuove proposte di recupero dei crediti

Come e per chi il pignoramento delle case potrebbe diventare più severo per le cartelle esattoriali non pagate? L’evasione fiscale continua ad essere alta nel nostro Paese nonostante le diverse misure messe in campo dal governo (e non solo l’attuale in carica) per arginarla. 

Mentre si discute di nuovi piani di recupero crediti, sia per permettere ai cittadini in debito con il Fisco di pagare in modo agevolato e ridotto ma pagare, dall’altro si punterebbe ad inasprire le procedure di pignoramento dei beni, in modo da non consentire mancati pagamenti per anni, come ora avviene, senza l’avvio di procedure forzose esecutive per il recupero crediti. 

Si potrebbe partire dal rendere più severi i pignoramenti sulle case. Vediamo nel dettaglio cosa prevederebbe tale piano.

  • Per chi potrebbe scattare il pignoramento di case più severo
  • Le altre nuove proposte di recupero dei debiti fiscali

Per chi potrebbe scattare il pignoramento di case più severo

Il mancato pagamento di cartelle esattoriali e di tasse potrebbe portare ad un più rapido avvio di pignoramento sulle case per determinate categorie di persone. 

L’idea sarebbe quella di rendere più stringenti e rapidi i pignoramenti per chi possiede le seconde case.

La proposta di questo sistema è stata avanzata dall’Ufficio parlamentare di bilancio, l’Upb, che interviene è intervenuto sulle migliori modalità possibili per riscuotere i debiti e rimpinguare le casse dello Stato.

Secondo l’Upb, per recuperare la maggior parte dei debiti fiscali, servirebbe un intervento organico indirizzato specificatamente all’obiettivo, a prescindere dalle rottamazioni che, pur consentendo di recuperare una parte di debiti, sono limitate solo ad alcuni periodi temporali.

E, infatti, nel piano di riforma pensato dall’Upb non ci sarebbe solo un pignoramento più rapido e severo sulle seconde case.

Le altre proposte di recupero dei debiti fiscali

Tra le altre proposte avanzate dall’Upb al fine di recuperare le cartelle non pagate e contrastare l’evasione fiscale ci sarebbero, infatti, anche altre due misure principali. 

Si parte dalla definizione di un piano di recupero crediti tramite i soggetti privati, che gestiscono il pagamento in modo molto più ‘forte’ e capillare, inviando prima richieste formali, lettere raccomandate o PEC e facendo solleciti formali, per poi arrivare direttamente alla intimazione al pignoramento se non si provvede al dovuto pagamento, anche a rate. 

In questo caso, ci si concentrerebbe innanzitutto sulle cartelle per cui è più alta la probabilità di incasso.

L’altra proposta punterebbe su un piano di saldo e stralcio ma che interesserebbe solo le cartelle di importo più basso, considerando che quasi il 94% delle cartelle emesse interessa debiti entro i 5mila euro e il 77% cartelle di importo entro i 1.000 euro. 

Ricordiamo, inoltre, che, secondo quanto già approvato, proprio a partire da quest’anno 2025, per alcune imposte non pagate, non è più necessario inviare una cartella esattoriale preventiva prima di avviare un pignoramento. 

Basta, infatti, notificare l'accertamento esecutivo ed entro 60 giorni da tale notifica, in caso di mancato pagamento, si può direttamente agire. 

Ciò significa che, una volta scaduto il termine per il pagamento, l'Agenzia delle Entrate può avviare direttamente la procedura di pignoramento, senza l’invio preventivo della cartella esattoriale. 
Le imposte per cui può scattare tale nuova procedura sono:

  • imposta di registro;
  • imposta di successione;
  • debiti relativi a Irpef, Iva, Imu, Tari, Tosap, e imposta sulla pubblicità;
  • restituzione di agevolazioni fiscali non spettanti;
  • crediti d'imposta utilizzati in modalità indebito. 
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