Introdurre, insieme al silenzio assenso per la destinazione del Tfr in fondi pensione di categoria, anche nuove polizze obbligatorie per la non autosufficienza: la nuova proposta del governo per la riforma pensioni 2026
Le nuove proposte del governo per la riforma pensioni 2026 e il rafforzamento delle polizze assicurative per la non autosufficienza evidenziano una maggiore attenzione verso la copertura dei rischi legati all’invecchiamento della popolazione e alle carenze del settore pubblico. Queste novità rappresentano una risposta mirata all’evoluzione dei fabbisogni sociali, puntando su soluzioni volte a garantire sicurezza economica.
Con il progressivo aumento dell’aspettativa di vita, le esigenze di protezione contro il rischio di perdere l’autonomia funzionale diventano centrali nella pianificazione finanziaria dei cittadini. Le nuove polizze per la non autosufficienza sono proposte proprio per offrire prestazioni continuative, garantendo il supporto economico alle famiglie nei casi di difficoltà nella gestione della quotidianità.
Il governo sta valutando la proposta di inserire nella prossima riforma delle pensioni 2026, insieme al silenzio assenso per la destinazione del Tfr in fondi pensione di categoria, anche nuove polizze obbligatorie per la non autosufficienza e il welfare.
Considerando che l’assistenza a persone non autosufficienti implica per lo Stato italiano costi considerevoli, visto anche il numero elevato di interessati, la proposta è quella di creare un sistema di polizze assicurative per sostenere le cure di un soggetto nel lungo periodo.
I lavoratori, durante la loro vita attiva, verserebbero così un premio relativamente contenuto di poche centinaia di euro all’anno, magari diviso con il datore di lavoro e incentivato fiscalmente a una compagnia di assicurazione e, se in età avanzata dovessero perdere l’autosufficienza, l’assicurazione garantirebbe loro una rendita o l’accesso a servizi di assistenza convenzionati e certificati.
Ma la principale proposta per la riforma delle pensioni 206 è l'adesione automatica, con meccanismo di silenzio-assenso, ai fondi pensione complementari, in linea con quanto già previsto in altri paesi europei per potenziare il cosiddetto secondo pilastro. Le prospettive di lavoro sono le seguenti:
Tra le conseguenze attese si segnalano: