I social network sono parte integrante della vita dei giovani, ma i genitori svolgono un ruolo importante nella guida e nella supervisione dell'uso che ne fanno. Responsabilità e conseguenze
La crescente diffusione dei social network tra i minori pone interrogativi rilevanti sulla responsabilità dei genitori nell'educare e sorvegliare i propri figli nell'era digitale. Recenti sentenze, sottolineano l'importanza di una vigilanza attiva per prevenire danni derivanti da comportamenti illeciti online.
Nell’attuale contesto digitale, la responsabilità dei genitori richiede un adattamento alle sfide poste dalla tecnologia e dall'uso dei social network. La sorveglianza sui figli diventa determinante per evitare situazioni di rischio, come il cyberbullismo, la manipolazione di contenuti e la condivisione non consensuale di dati personali.
La giurisprudenza, attraverso casi come la sentenza del Tribunale di Brescia n. 879/2025, sancisce che i genitori devono adottare una vigilanza attenta e continua sul comportamento online dei figli. Non basta una verifica superficiale: il controllo deve estendersi anche ai profili fake creati dai minori. Secondo l’articolo 2047 del Codice Civile, è necessario dimostrare di aver intrapreso tutte le misure possibili per impedire atti illeciti, pena la responsabilità civile.
La supervisione genitoriale implica non solo un monitoraggio tecnico, ad esempio attraverso strumenti di parental control, ma anche un’educazione digitale mirata. Ciò include la sensibilizzazione sui rischi connessi alle interazioni online, come l’adescamento e la diffusione di materiale sensibile. Inoltre, i genitori devono reagire tempestivamente a segnali di pericolo o comportamenti sospetti, garantendo un ambiente digitale responsabile e sicuro per i propri figli.
La mancanza di esperienza informatica non è considerata valida giustificazione. I genitori sono chiamati ad acquisire competenze base o a fare ricorso a professionisti per affrontare le sfide educative della società digitale.
Il cyberbullismo rappresenta una delle principali minacce nell’ambiente digitale, con ripercussioni gravi sia per le vittime che per i responsabili degli atti. La legge n. 71/2017 pone attenzione su questo fenomeno, regolamentando le misure di contrasto e prevenzione, ma il ruolo principale spetta ai genitori, che devono agire come primo filtro per proteggere i minori.
È essenziale che i genitori comprendano come simili comportamenti, tra cui la diffusione di immagini modificate o contenuti denigratori, possano condurre a conseguenze legali rilevanti. Per prevenire i danni digitali, la responsabilità genitoriale si estende alla supervisione continua, che include:
Le responsabilità civili ed economiche dei genitori scattano quando il comportamento dei figli provoca danni a terzi, inclusi quelli derivanti dall’uso improprio di social network. Ai sensi degli articoli 2047 e 2048 del Codice Civile, i genitori rispondono per culpa in vigilando o culpa in educando, salvo che dimostrino di aver adottato tutte le misure necessarie per impedire il fatto.
La sentenza del Tribunale di Brescia n. 879/2025 ha reso evidente questa responsabilità, condannando una coppia al risarcimento di 15.000 euro per i danni causati dalla figlia minorenne attraverso la creazione di profili fake e la diffusione di contenuti denigratori. I genitori non sono riusciti a fornire una prova liberatoria, ossia dimostrare di non aver potuto impedire l’illecito.
Oltre al risarcimento economico, la mancanza di vigilanza può comportare altre conseguenze, come le spese legali o la perdita di credibilità sociale della famiglia. In alcuni casi, le controversie legali possono coinvolgere anche percorsi di mediazione familiare o interventi da parte del Tribunale per i Minorenni, specialmente quando si tratta di minori con fragilità o situazioni di adozione.
La legge richiede una supervisione costante, e ignorare tali obblighi non è giustificabile con motivazioni come la privacy dei figli o la scarsa competenza digitale. Non rispettare l’obbligo porta a una responsabilità diretta, che può avere un impatto profondo non solo sugli aspetti economici, ma anche sul benessere delle vittime dei comportamenti illeciti.