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Quale è il motore e sistema ibrido più conveniente tra i 4 tipi attuali? Confronto, pro e contro e auto che lo montano

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Mild Hybrid e Full Hybrid

In un panorama sempre più affollato, capire quale sia il sistema ibrido più conveniente aiuta a orientarsi tra le offerte.

Il mercato propone quattro sistemi principali: Mild Hybrid, Full Hybrid, Plug-in Hybrid e Ibrido in Serie. Ognuno ha peculiarità, vantaggi operativi e limiti da considerare con attenzione prima dell'acquisto. In un panorama sempre più affollato, capire quale sia il sistema ibrido più conveniente ovvero migliori aiuta a orientarsi tra le offerte.

La convenienza, va detto, non è un concetto assoluto. Dipende dal tipo di utilizzo, dal chilometraggio medio, dalla disponibilità di punti di ricarica e da quanto si è disposti a investire nell'acquisto iniziale. Per questo motivo, un confronto tra le quattro tecnologie oggi disponibili è essenziale per scegliere in modo consapevole, evitando delusioni e aspettative non realistiche:

  • Mild Hybrid e Full Hybrid, efficienza a portata di tutti
  • Plug-in Hybrid, libertà e potenza
  • L'ibrido in serie, tecnologia raffinata di nicchia

Mild Hybrid e Full Hybrid, efficienza a portata di tutti

Partiamo dal sistema Mild Hybrid, che è l'ingresso più accessibile nel mondo dell'elettrificazione. Questa tecnologia, presente su modelli come Fiat Panda Hybrid o Suzuki Swift, non permette di muoversi in modalità elettrica pura. Il piccolo motore elettrico fa da supporto, interviene in fase di accelerazione e recupera energia in frenata, ma non è mai l'unico responsabile della trazione. In termini pratici, il risparmio è modesto, ma sufficiente a giustificare l'esenzione da alcune tasse e un miglioramento dei consumi urbani.

Chi cerca una vera esperienza ibrida dovrebbe guardare invece al Full Hybrid, capace di funzionare in modalità esclusivamente elettrica per brevi tratti. Modelli come la Toyota Yaris Hybrid o la Honda Jazz e:HEV dimostrano che si può ottenere un buon compromesso tra prestazioni e risparmio, specialmente in città. Il sistema passa da elettrico a termico in base alle condizioni di guida, senza bisogno di intervento del conducente. La batteria si ricarica in decelerazione e frenata, il che significa zero dipendenza da colonnine o prese domestiche. Di contro, in autostrada o su lunghi percorsi extraurbani, il contributo dell'elettrico si riduce e con esso l'efficienza complessiva.

Tra Mild e Full Hybrid, la differenza di prezzo all'acquisto può oscillare tra i 1.500 e i 3.000 euro, ma il risparmio nel tempo è proporzionale alla quantità di chilometri percorsi in ambiente urbano. Per chi guida molto in città, il Full Hybrid resta una scelta solida e affidabile. Chi invece affronta solo pochi chilometri al giorno, o predilige tratti autostradali, può ancora trarre vantaggio dal più economico Mild Hybrid.

Plug-in Hybrid, libertà e potenza

Il sistema Plug-in Hybrid è il più completo dal punto di vista tecnico. Offre una vera autonomia elettrica, compresa tra 40 e 70 chilometri reali, e consente di muoversi in città senza consumare una goccia di benzina. A patto di ricaricare regolarmente la batteria. Questo tipo di vettura è un ponte tra il mondo ibrido e quello elettrico, combinando i vantaggi e gli svantaggi di entrambi.

La ricarica è la chiave del successo di una PHEV. Se viene eseguita ogni giorno, i benefici sono notevoli: riduzione netta dei costi di rifornimento, abbattimento delle emissioni e accesso a zone a traffico limitato. In caso contrario, la batteria si comporta come un peso morto e il motore termico si trova a dover gestire un veicolo più pesante, con conseguenti consumi più alti rispetto a un'auto tradizionale. In altre parole, chi non ha una presa di ricarica a casa o in ufficio, o non ha l'abitudine di collegare l'auto, difficilmente riuscirà a sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia.

Sul fronte dei costi, le Plug-in Hybrid partono da cifre più elevate rispetto agli altri ibridi. Anche i modelli più economici come Cupra Formentor e Renault Captur E-Tech PHEV, richiedono un investimento iniziale superiore ai 30.000 euro. Ma per chi percorre brevi tragitti quotidiani e può contare su ricariche frequenti, si tratta di una soluzione efficiente e conveniente.

L'ibrido in serie, tecnologia raffinata di nicchia

L'ultima frontiera dell'ibrido è il cosiddetto ibrido in serie, un sistema ancora poco diffuso ma innovativo. Qui il motore a combustione interna non ha più il compito di muovere le ruote: serve a generare energia elettrica per alimentare la batteria, che a sua volta fornisce corrente al motore elettrico, unico propulsore effettivamente coinvolto nella trazione.

Questo schema consente una guida molto simile a quella di un'auto elettrica, con una coppia immediata e una silenziosità di marcia ineguagliabile. Se il motore a combustione è costretto a entrare in funzione troppo spesso. In questo caso, l'efficienza cala rapidamente, soprattutto nei tratti extraurbani. L'esempio più noto è la Nissan Qashqai e-Power, ma anche Honda propone varianti simili.

Sul fronte dei costi, l'ibrido in serie è ancora collocato in una fascia premium, spesso superiore ai 35.000 euro. L'offerta è limitata e l'assistenza tecnica ancora poco diffusa rispetto ai sistemi più collaudati.