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Perchè le pensioni di vecchiaia sono più basse dell'assegno sociale? Aumentano sempre più questi casi paradossali

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i motivi per cui paradossalmente una pensione di vecchiaia può essere più bassa dell’assegno sociale: i chiarimenti

Perchè le pensioni di vecchiaia sono più basse dell'assegno sociale? I paradossi italiani, soprattutto quando si parla di pensioni e anche stipendi, sono sempre molti e, più passa il tempo, più ci si rende conto che non fanno altro che aumentare. 

L’ultimo riguarda coloro che percepiscono l’assegno sociale che, paradossalmente, risulterebbe più alto dell’importo di pensione spettante una volta raggiunti i normali requisiti richiesti dalla legge per uscire. Ma analizziamo meglio la situazione.

  • La pensione di vecchiaia può davvero essere più bassa dell’assegno sociale?
  • I motivi
  • Gli esempi

La pensione di vecchiaia può davvero essere più bassa dell’assegno sociale?

Chi si chiedesse se davvero la pensione di vecchiaia può risultare più bassa dell’assegno sociale, è bene che sappia che sì, certamente, il trattamento pensionistico finale può risultare più basso. 

Nel 2025, l’assegno sociale, che è un trattamento meramente assistenziale, ha, infatti, un importo massimo mensile di 538,69 euro, è riservato esclusivamente a chi vive in condizioni economiche particolarmente difficili, e viene erogato per 13 mensilità.

Chi raggiunge la pensione spesso oggi arriva ad avere un importo di 450-500 euro al mese. Decisamente meno, e pur avendo lavorato una vita intera.

I motivi

I motivi per cui le pensioni possono risultare più basse dell’assegno sociale sono molto semplici: il calcolo esclusivamente contributivo dell'assegno finale e le carriere discontinue con magari stipendi non troppo alti. 

Oggi, infatti, la maggior parte delle pensioni italiane si calcolano quasi interamente con il metodo contributivo, basato cioè unicamente sui contributi versati nel corso della propria vita lavorativa, rivalutati e trasformati attraverso specifici coefficienti di trasformazione

Così determinate, molte pensioni risultano inferiori anche a 500 euro mensili.

L’assegno sociale ha, invece, un importo fisso, che cambia ogni anno per effetto della rivalutazione e spetta a coloro che non soddisfano i requisiti minimi per ottenere una pensione e che:

  • siano cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, o anche stranieri o apolidi ma titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • abbiano la residenza effettiva e la dimora abituale in Italia;
  • abbiano un reddito personale non superiore all’importo annuo dell’assegno sociale stesso, mentre il reddito coniugale non deve superare di due volte lo stesso valore.  

Gli esempi

Per fare un esempio concreto di quanto una pensione possa risultare realmente più bassa dell’assegno sociale, prendiamo il caso di un lavoratore che per 20 anni ha percepito uno stipendio mensile lordo di 1.200 euro.

Il 33% di tale importo, moltiplicato per 240 mesi (20 anni), ha permesso di accumulare un montante contributivo di circa 95.000 euro che, con la rivalutazione, potrebbe arrivare a circa 100.000 euro.

Con questo montante, si può raggiungere una pensione di appena 430 euro circa al mese per poco più di 5.600 euro all’anno. Decisamente molto poco per vivere dignitosamente dopo una intera vita di impegno e sacrifici. 

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