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Quale mutuo variabile conviene fare ora nel 2025 dopo che i tassi sono scesi. Offerte banche a confronto

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le banche si sfidano sul variabile

Con l'ottavo taglio consecutivo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, l'Euribor a 3 mesi ha toccato quota 1,98%

Dopo anni di tassi alti dettati dalla lotta all'inflazione, la Banca centrale europea ha avviato una serie di otto riduzioni consecutive del tasso di riferimento, portando il tasso sui depositi al 2% e quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%. Il costo del denaro è tornato a livelli considerati stimolanti per famiglie e imprese. Il segnale è stato colto con prontezza dai mercati e dai consumatori intenzionati ad acquistare casa. Il mutuo a tasso variabile, penalizzato negli anni precedenti da un Euribor in crescita, si riaffaccia come alternativa vantaggiosa.

  • Il 2025 segna la rivincita dei mutui variabili
  • Le banche si sfidano sul variabile, le offerte migliori su mutui a 20 anni o 30 anni

Il 2025 segna la rivincita dei mutui variabili

Con l'ottavo taglio consecutivo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, l'Euribor a 3 mesi ha toccato quota 1,98%. Questo arretramento dei tassi ha invertito una tendenza che per due anni aveva premiato il fisso. Le rate, calcolate sui nuovi parametri, risultano più leggere rispetto a dodici mesi fa, con uno scarto che può superare anche i 150 euro al mese su un mutuo da 200.000 euro.

Se da un lato l'attuale configurazione dei tassi premia i mutui variabili, dall'altro gli esperti raccomandano prudenza: la tendenza non garantisce una stabilità eterna. Le stime macroeconomiche mostrano come l'inflazione nell'Eurozona non sia ancora sotto controllo, e qualsiasi accelerazione inattesa dei prezzi potrebbe costringere Francoforte a fermare il ciclo di tagli o addirittura a rivedere le politiche accomodanti. Detto questo, il vantaggio che oggi si ottiene scegliendo un tasso indicizzato all'Euribor è reale e tangibile, e permette a molti nuclei familiari di accedere a un mutuo con minore impatto sul bilancio mensile, soprattutto nei primi anni del piano di ammortamento.

Decidere di sottoscrivere oggi un mutuo variabile significa puntare su un equilibrio tra risparmio immediato e valutazione del rischio futuro. È una scelta che premia chi ha una visione chiara delle proprie finanze e non teme l'eventualità di un rialzo graduale dei tassi, soprattutto se si dispone di una buona capacità di rimborso o di ammortamento anticipato. Chi si orienta verso prodotti con opzione di switching, CAP o conversione futura, può cogliere i benefici del variabile mantenendo la possibilità di mettersi al riparo in caso di shock economici improvvisi.

Le banche si sfidano sul variabile, le offerte migliori su mutui a 20 anni o 30 anni

Secondo i dati aggiornati di giugno 2025, le offerte più aggressive arrivano da Monte dei Paschi di Siena, che propone un tasso del 2,25% su durata ventennale, con una rata da 1.012 euro per un mutuo da 200.000 euro, e da BPER Banca, che si attesta su un 2,30% con una rata quasi identica. Subito dopo, con lievi differenze, si posizionano Biva (2,55%) e Intesa Sanpaolo (2,70%), mantenendo comunque uno scarto favorevole rispetto ai tassi fissi equivalenti, che oggi si aggirano attorno al 2,9%-3,1%.

Anche chi vuole dilazionare il pagamento su 30 anni può contare su offerte competitive: Monte dei Paschi guida anche qui con un tasso del 2,25% e una rata inferiore agli 800 euro mensili. La stessa Biva, pur con spread più ampi, riesce a contenere i costi grazie all'effetto della durata. Le condizioni diventano meno vantaggiose con Unicredit o Crédit Agricole, che però garantiscono strumenti di tutela sul lungo periodo, pensati per chi privilegia la sicurezza alla pura convenienza numerica.

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