Chi rischia tagli della pensione di reversibilità nel 2024 e per quali motivi: cosa prevedono norme in vigore e chiarimenti
Quali pensioni di reversibilità rischiano di diminuire nel 2024 dopo l'aggiornamento dei limiti di reddito? La pensione di reversibilità è una prestazione riconosciuta ai familiari superstiti di un defunto assicurato il cui importo dipende dall’importo di pensione normale che percepiva il defunto e che spetta in percentuali poi differenti ai familiari superstiti in base al grado di parentela tra defunto e familiare.
Per il 2024 il trattamento minimo, per effetto della rivalutazione con tasso al 5,4%, è di 598,60 euro, per 7.781,91 euro annui. Rischia il taglio della pensione di reversibilità nel 2024 chi percepisce redditi superiori a 3 volte il valore del trattamento minimo e il taglio della pensione di reversibilità è maggiore quanto più è elevato il reddito.
In particolare, i tagli della pensione di reversibilità 2024 saranno i seguenti:
La Corte Costituzionale, con una recente sentenza 2023, si è espressa sul calcolo degli importi delle pensioni di reversibilità da riconoscere ai superstiti e ha stabilito che se il superstite che ha diritto a percepire la prestazione percepisce anche altri redditi, le riduzioni non devono mai superare le stesse entrate del beneficiario.
Secondo la Corte, infatti, nel caso di cumulo di pensione di reversibilità con redditi aggiuntivi non si può calcolare una decurtazione superiore all’importo di tali redditi, fissando nuovi limiti per le riduzioni. Per i giudici della Corte Costituzionale, la pensione di reversibilità, nel caso di cumulo con altri redditi del familiare che percepisce la prestazione, non può essere decurtata di un importo superiore all'importo complessivo dei redditi aggiuntivi, perché sarebbe illegittimo e si porrebbe in contrasto con la finalità solidaristica della pensione stessa di reversibilità.
Se, infatti, la finalità del pagamento della pensione di reversibilità è la valorizzazione del legame familiare che univa in vita il pensionato con chi, alla sua morte, beneficia del trattamento e ha l’obiettivo di sostenere il familiare superstite, se viene ridotto perché lo stesso beneficiario del trattamento percepisce anche altri redditi personali, non garantisce più lo scopo per cui viene erogato e non sostiene più il familiare superstite ma lo penalizza.