L’integrazione destinata alle madri lavoratrici, prevista per il solo 2025, rappresenta un aiuto concreto a sostegno dell’occupazione femminile, secondo quanto disciplinato dall’articolo 6 del D.L. n. 95/2025 e dettagliato dalla Circolare INPS n. 139 del 28 ottobre 2025. L’agevolazione, pari a 40 euro mensili fino a un massimo di 480 euro all’anno, è stata riconosciuta a chi possiede specifici requisiti, includendo dipendenti, autonome e professioniste rientranti nei parametri stabiliti.
Le segnalazioni di problemi nell’accesso e nell’invio delle domande tramite la piattaforma telematica INPS sono diventate particolarmente frequenti dal 30 al 31 ottobre 2025, mettendo molte potenziali beneficiarie nella condizione di non poter inoltrare la richiesta.
Tale situazione genera preoccupazione sia a livello individuale che sociale, a fronte dell’importanza di questo sostegno per chi lavora e concilia famiglia e carriera. Le cause vanno ricercate soprattutto nella gestione informatica e nell’imponente carico di domande concentrato nei primi giorni di apertura del servizio.
Principali errori e malfunzionamenti della piattaforma per il bonus mamme lavoratrici
L’analisi degli ultimi giorni evidenzia criticità estese nei processi di compilazione e invio delle domande tramite il sito istituzionale. Numerose utenti segnalano di non riuscire ad accedere alla piattaforma, riscontrando interruzioni sia nelle fasi iniziali sia nella compilazione delle sezioni più sensibili come l’inserimento dei dati dei figli. La mole di errori risulta ampia, rendendo spesso necessario ripetere molteplici volte la procedura.
Le difficoltà espresse dagli utenti sono in parte attribuibili a problemi di autenticazione, blocchi improvvisi del sistema al caricamento dei dati personali o familiari, e improvvisi messaggi di errore che impediscono il salvataggio dell’istanza. Si tratta di ostacoli che possono vanificare il lavoro di chi si appresta a presentare la richiesta e che, oltre al disagio individuale, rischiano di minare la fiducia nell’efficienza delle infrastrutture digitali della Pubblica Amministrazione.
- Impossibilità di accesso all’area riservata INPS;
- Blocchi nella fase di inserimento dei dati anagrafici e familiari;
- Scomparsa improvvisa delle sezioni modulo o errori di compilazione imprevisti;
- Ripetute richieste di autenticazione nelle stesse sessioni;
- Messaggi di sistema che invitano a riprovare più tardi senza indicazioni specifiche.
È emerso inoltre che i disguidi non riguardano solo le beneficiarie, ma anche operatori intermediari e consulenti che supportano cittadini e aziende nelle procedure amministrative.
Errori tecnici riscontrati: accesso negato, blocchi e messaggi di sistema
Le interruzioni principali si manifestano già dalla fase di login, spesso con l’avviso "Accesso negato, riprova tra qualche minuto". In altri casi il sistema blocca l’account dopo un certo numero di tentativi falliti. Ulteriori ostacoli si verificano:
- Al momento dell’inserimento dei dati dei figli, la piattaforma produce errori e impedisce di proseguire;
- Il modulo online improvvisamente si blocca o si aggiorna lasciando vuote le sezioni già compilate;
- Messaggi del tipo "Si è verificato un errore, riprova più tardi" compaiono senza spiegazione;
- Alcune funzionalità risultano non abilitate per utenti ordinari (es. "Funzionalità non abilitata per utenti Demo").
Gli errori, rilevati durante l’intera sessione, dissuadono dal completamento della procedura e costringono a tentativi multipli. Pur non permanendo per tutte le utenti in modo costante, la distribuzione temporale degli stessi rischia di generare accumuli di richieste nelle ore serali, peggiorando la stabilità del sistema.
Mancanza di comunicazioni ufficiali e tempistiche per il ripristino
Un aspetto che ha inciso sull’aggravarsi del malcontento riguarda la scarsità di comunicazioni ufficiali da parte dell’Istituto. Le uniche informazioni condivise provengono da risposte sui canali social, dove gli amministratori rimandano alla segnalazione agli uffici tecnici. Nessun dettaglio sulle tempistiche di ripristino è stato fornito all’utenza, lasciando incerte le prospettive per chi ha necessità di completare la richiesta in tempi utili.
L’assenza di aggiornamenti costanti e trasparenti rischia di alimentare la sensazione di inefficienza e di inadeguatezza delle soluzioni, soprattutto quando la scadenza amministrativa per l'inoltro della domanda si fa sempre più vicina. Tale situazione sottolinea la necessità di rafforzare le strategie di comunicazione istituzionale per garantire affidabilità percepita e reale.
Motivazioni dei problemi: afflusso massiccio di domande e infrastruttura informatica
È possibile attribuire i disservizi rilevati sia a fattori strutturali che contingenti. L’elevato numero di utenti che, nei primi giorni successivi all’attivazione del servizio, tentano di accedere simultaneamente alla piattaforma determina carichi di lavoro che le infrastrutture esistenti non sempre riescono a gestire efficacemente. Tali criticità non sono inedite per sistemi di gestione delle domande telematiche di bonus, come già accaduto in contesti di forte affluenza per altri incentivi nazionali.
- Sovraccarico dei server dovuto all’afflusso simultaneo di migliaia di domande;
- Inadeguatezza delle risorse informatiche in relazione ai picchi previsti;
- Tempi stretti tra la pubblicazione delle circolari applicative e l’apertura della piattaforma operativa.
Alcuni report tecnici parlano di
problemi software nella gestione dei dati familiari e di procedure di autenticazione troppo restrittive. In molti casi occorrono tempestivi aggiornamenti, manutenzione straordinaria e potenziamento dell’infrastruttura backend per contenere gli effetti delle anomalie e ridurre i periodi di interruzione del servizio.
Soluzioni proposte e suggerimenti pratici in attesa del ripristino della piattaforma
In presenza di blocchi sistematici, le associazioni e gli esperti di settore individuano alcune strategie operative per ridurre i rischi di esclusione:
- Tentare l’accesso alla piattaforma in orari meno congestionati, come le prime ore del mattino o la tarda sera;
- Attivare servizi di assistenza e consulenza presso Patronati, CAF o consulenti del lavoro, che possono supportare nelle fasi di inserimento della domanda;
- Effettuare screenshot degli errori e conservare la documentazione delle tentate procedure di invio, quale prova di attivazione in caso di contestazioni future;
- Monitorare costantemente i canali ufficiali INPS per eventuali aggiornamenti o proroghe dei termini;
- Segnalare formalmente i disservizi tramite i moduli di reclamo del portale, così da documentare il mancato completamento della procedura per cause non imputabili all’utente.
Impatto dei disservizi sul diritto al bonus e responsabilità amministrative
La persistenza di
malfunzionamenti nella piattaforma non pregiudica, secondo la normativa vigente, il diritto ad accedere al beneficio per chi dimostri di aver tentato la procedura nei termini. Tuttavia, la carenza di soluzioni tempestive e la mancata chiarezza sulle modalità di gestione delle istanze bloccate possono comportare contenziosi e richieste di riesame. L’obbligo per l’Amministrazione di assicurare accesso equo ai servizi digitali resta prioritario: la responsabilità tecnica e amministrativa grava sugli enti gestori, che sono tenuti a predisporre canali alternativi o soluzioni di emergenza nei casi di blocco reiterato.
Come presentare la domanda: procedure, requisiti e scadenze nonostante i malfunzionamenti
Nonostante i rallentamenti, le istruzioni ufficiali rimangono valide: l’istanza va presentata esclusivamente tramite il portale online INPS, alle condizioni previste dalla circolare n. 139/2025. Le associazioni professionali suggeriscono alcune pratiche per aumentare la probabilità di inoltro positivo:
- Effettuare il login fuori dalle fasce orarie di punta;
- Verificare la completezza e la correttezza dei dati anagrafici inseriti in precedenza;
- Preparare la documentazione necessaria in formato digitale (es. codice fiscale figli, autocertificazioni, eventuale attestazione ISEE);
- Mantenere aperta la sessione solo per il tempo strettamente necessario, evitando pause prolungate.
I
requisiti oggettivi per ottenere il contributo sono:
- Essere madre lavoratrice dipendente, autonoma o professionista regolarmente iscritta ai regimi ordinari o semplificati;
- Avere almeno 2 figli (il più giovane under 10) per dipendenti e autonome/professioniste; oppure almeno 3 figli (il più giovane under 18) per lavoratrici a tempo determinato, autonome e professioniste;
- Non superare il limite di reddito personale annuo pari a 40.000 euro;
- Essere regolarmente iscritta alle gestioni previdenziali obbligatorie (per le autonome, comprese le casse professionali).
La domanda deve essere inoltrata entro il
9 dicembre 2025. La tempistica tiene conto delle festività per consentire alle beneficiarie il rispetto del termine nonostante eventuali malfunzionamenti. L’importo, non imponibile ai fini IRPEF e previdenziali, viene erogato in unica soluzione a dicembre.
La trasparenza procedurale, il diritto a presentare reclamo e l’attuazione delle misure correttive a tutela dei diritti delle utenti rappresentano elementi essenziali per garantire equità e rispetto delle normative sulla parità di accesso alle prestazioni sociali.
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