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Quando scatta pignoramento dopo cartella esattoriale? I passaggi tra Avvisi, preavvisi e solleciti spiegati da Agenzia Entrate

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i diversi passaggi che portano al pignoramento dei beni dopo la cartella esattoriale: i chiarimenti e le spiegazioni

Quando scatta pignoramento dopo che si riceve una cartella esattoriale? Prima che scatti un pignoramento, che sia di conti correnti, case o altri beni mobili e immobili, spesso ci vuole molto tempo. E si tratta di un arco temporale che offre al contribuente la possibilità di regolarizzare la propria posizione debitoria. 

  • Quali sono i diversi passaggi che portano al pignoramento dei beni dopo la cartella esattoriale
  • Una cartella esattoriale si può prescrivere senza rischiare il pignoramento?

Quali sono i diversi passaggi che portano al pignoramento dei beni dopo la cartella esattoriale

Quando l’Agenzia delle Entrate invia una cartella esattoriale ad un contribuente, ha validità di un anno. 


Ciò significa che se, nell'anno successivo alla sua notifica, non viene eseguita alcuna azione di pignoramento, l'Agenzia delle Entrate Riscossione deve mandare una nuova notifica di intimazione di pagamento per poter poi procedere con l'esecuzione forzata.

Il contribuente ha il diritto di impugnare l'intimazione di pagamento davanti all'autorità giudiziaria.

Dopo la notifica di una cartella esattoriale, il fisco ha il potere di avviare il pignoramento sui beni del debitore, dai conti correnti di cui è titolare (sempre considerando che esistono limiti fissati dalla legge da rispettare per il pignoramento dello stipendio), agli immobili di proprietà e non solo. 

Tuttavia, non è un procedimento automatico e a volte può decorrere molto tempo prima che il pignoramento scatti realmente.

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, il pignoramento non può avvenire prima di 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale.

Durante questo periodo, il contribuente può scegliere se pagare la somma dovuta interamente, o chiedere una rateazione, o presentare un ricorso contro la cartella.

Se il pagamento non avviene in questo arco temporale, dopo ulteriori 30 giorni dalla scadenza del termine per il ricorso o il pagamento, l'Agenzia assume la gestione del recupero crediti. 

Da questo momento decorre un periodo di sospensione di 180 giorni, durante il quale il processo può essere interrotto in condizioni specifiche, come una sentenza definitiva del giudice tributario o la decadenza da un accordo di rateizzazione.

Al termine di questi 180 giorni, l'Agenzia delle Entrate notifica al contribuente l'avviso di aver incaricato l'esattore di intraprendere azioni nei suoi confronti, tra cui l'identificazione dei beni pignorabili attraverso l'Anagrafe tributaria.

Si tratta, però, di una procedura che non sempre vale, perchè ci sono dei debiti che non fanno scattare il pignoramento.

In molti casi, possono trascorrere mesi o addirittura anni prima che si arrivi alla fase di pignoramento.

Una cartella esattoriale si può prescrivere senza rischiare il pignoramento?

Ci sono casi in cui il rischio di pignoramento dei beni non sussiste perché la cartella esattoriale cade in prescrizione.

In particolare, come stabilito dalla normativa vigente, il periodo di prescrizione della cartella esattoriale varia in base agli importi e può essere di 10 anni per le imposte statali e di 5 anni per quelle locali, e per le sanzioni amministrative e penali, gli interessi e i contributi Inps e Inail.

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