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Quante tasse devono pagare gli influencer in Italia nel 2025?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Tasse e influencer 2024

Gli influencer in Italia devono seguire regole fiscali precise: ecco quante tasse pagano, come funziona la partita IVA e cosa sapere per evitare sanzioni

Negli ultimi anni, il fenomeno degli influencer ha acquisito un ruolo sempre più determinante nell'ambito della comunicazione digitale e del marketing, ponendo nuove sfide non solo a chi intraprende questa professione, ma anche agli esperti e alle autorità fiscali. In Italia, la regolamentazione fiscale degli influencer si è articolata progressivamente, adattandosi alle nuove modalità di guadagno legate ai social media e alle partnership tra content creator e brand. 

Chi è l'influencer, profilo, attività e riconoscimento fiscale

La definizione di influencer viene utilizzata per indicare chi, tramite la propria presenza e autorevolezza nei social network, è in grado di orientare il comportamento o le scelte del pubblico. In Italia, il panorama degli influencer abbraccia numerose figure: dai mega influencer e macro-influencer (concentrazione su grandi numeri di followers), fino a micro e nano-influencer che operano in nicchie di settore con un alto coinvolgimento del pubblico. Le categorie d'appartenenza spaziano da youtuber a tiktoker, streamer, podcaster, vlogger, blogger, brand ambassador e creator di contenuti educativi o artistici.

Le modalità di guadagno principali includono:

  • Sponsorizzazioni dirette (partnership e collaborazioni con aziende)
  • Marketing di affiliazione
  • Vendita di prodotti e servizi propri (merchandising, corsi online)
  • Content creation per conto terzi
  • Donazioni e abbonamenti sulle piattaforme
Dal punto di vista fiscale, la disciplina aggiornata riconosce l’attività come professionale non occasionale o d’impresa qualora sussistano abitualità e organizzazione. In caso di occasionalità, la tassazione segue la disciplina dei “redditi diversi”, ma già sopra i 5.000 euro annui scatta l’obbligo contributivo INPS.

Regimi fiscali per influencer in Italia nel 2025

L’obbligo di apertura di partita IVA è concreto per chi svolge attività di influencer in modo abituale o struttura un business con più collaborazioni nel tempo. La fiscalità prevede diverse opzioni d'inquadramento, in particolare:

  • Regime Forfettario: consentito per ricavi fino a 85.000 euro annui. Prevede un imposta sostitutiva unica del 15% (ridotta al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni) sul reddito imponibile calcolato applicando il coefficiente di redditività (78% per influencer – codice ATECO 73.11.03, operativo dal 2025). Questa soluzione elimina l’IVA sulle fatture e gran parte degli adempimenti contabili, facilitando l’accesso specialmente a chi inizia.

    Esempio di calcolo:
    • Ricavi percepiti: 30.000 euro
    • Reddito imponibile: 23.400 euro (30.000 x 78%)
    • Imposta sostitutiva (15%): 3.510 euro
  • Regime Ordinario o Contabilità Semplificata: obbligatorio per soggetti che eccedono il limite del forfettario, prevede la tassazione a scaglioni IRPEF (dal 23% al 43%) e addizionali locali, con obbligo di fatturazione elettronica e detrazione dei costi realmente sostenuti.
  • Prestazione Occasionale: applicabile per attività sporadiche con compensi inferiori a 5.000 euro, soggetta a ritenuta d’acconto del 20%.
A partire dal 2025, l’introduzione del codice ATECO 73.11.03 garantisce una maggiore chiarezza e uniformità d'inquadramento per influencer e content creator. Per altre informazioni sulle attività digitali assimilabili è possibile visionare le linee guida INPS 2025.

Adempimenti fiscali e amministrativi aggiornati

Tra le novità più rilevanti del 2025 segnaliamo:

  • Obbligo di codice ATECO dedicato per l’apertura della partita IVA
  • Iscrizione in Camera di Commercio: obbligatoria per chi svolge l’attività come impresa (costo annuo medio intorno ai 120 euro)
  • Gestione previdenziale INPS: l’influencer è tenuto a iscriversi alla Gestione Separata se opera come libero professionista, oppure alla Gestione Commercianti-Inps se l’attività è organizzata in forma d’impresa; la Circolare INPS n. 44/2025 chiarisce i criteri per la corretta attribuzione
  • Obbligo di fatturazione elettronica e conservazione dei documenti per almeno 10 anni
  • Per prestazioni assimilabili a ruoli artistici (spot, eventi, shooting), potrebbero sussistere obblighi verso il Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS)
Gli adempimenti includono periodica dichiarazione dei redditi, eventuale dichiarazione IVA e regolare versamento dei contributi previdenziali.

Controlli, accertamenti fiscali e rischi di irregolarità

Il crescente volume d’affari generato dagli influencer ha attirato un’attenzione rafforzata da parte di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Dal 2025, i gestori delle piattaforme sono obbligati a comunicare in modo tempestivo i dati relativi ai ricavi degli influencer (Direttiva UE 2021/514 DAC 7). I controlli si basano sull’analisi di dati online, stili di vita e flussi finanziari, con incrocio di fonti per identificare eventuali irregolarità.

Il mancato rispetto degli obblighi comporta:

  • Ricalcolo dell’imposta non versata e recupero dell’IVA
  • Sanzioni amministrative e penali (per evasione rilevante)
  • Richiesta retroattiva di contributi non versati
Inoltre, ai fini della tracciabilità, l’influencer è tenuto a esplicitare le collaborazioni sponsorizzate per evitare contestazioni fiscali e violazioni delle norme di trasparenza pubblicitaria e fiscale.

FAQ sulle tasse per influencer e content creator

  • È obbligatorio dichiarare tutti i compensi ricevuti su PayPal o altre piattaforme?
    Sì. Ogni introito va dichiarato, indipendentemente dalla piattaforma, pena sanzioni e controlli incrociati.
  • Quando serve aprire la partita IVA?
    Quando l’attività diventa abituale e organizzata, anche se non è continuativa tutto l’anno.
  • Cosa rischio se opero senza essere in regola?
    Oltre a sanzioni pecuniarie e penali, rischi l’accertamento retroattivo delle imposte non versate e la perdita del diritto a regimi agevolati.
  • Come scelgo il regime fiscale più adatto?
    Dipende da fatturato, tipologia di attività, livello di organizzazione, possibili collaborazioni con l’estero e prospettive di crescita. È sempre raccomandata una consulenza personalizzata.
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