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Tasse ridotte poco o nulla, ma sono aumentati i costi per cittadini nella manovra finanziaria 2026 approvata

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Si attendevano grandi riduzioni di tasse e peso fiscale dalla nuova Manovra 2026 ma non sarà così. Anzi. Molti costi per i cittadini si preparano ad aumentare

La Manovra finanziaria 2026 comporta un intervento complesso che tocca numerosi aspetti del quotidiano, evidenziando una strategia del governo volta a bilanciare esigenze di copertura di bilancio e modifiche strutturali. Le principali novità spaziano dalle tassazioni su specifici prodotti, come sigarette e carburanti, a misure sul welfare quali pensioni, bonus e incentivi. L'obiettivo primario resta quello di mantenere i conti pubblici in linea con gli impegni assunti a livello europeo, ma le scelte adottate avranno effetti diretti sull'economia delle famiglie e sulle spese correnti di milioni di cittadini. 

Tasse ridotte e tagli limitati: cosa cambia davvero per i cittadini

Dal fronte della fiscalità generale emergono riduzioni contenute sulle aliquote IRPEF e alcune agevolazioni per chi beneficia di aumenti derivanti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Tuttavia, le misure si rivelano meno incisive rispetto alle aspettative, specie per ciò che riguarda il cosiddetto "fiscal drag", ovvero l'aggravio fiscale derivante dall’aumento nominale dei salari senza correzioni sulle aliquote. Secondo i dettagli forniti dal governo, i tagli fiscali riguardano principalmente fasce di reddito medio-basse, lasciando invariata la pressione per molte famiglie e:

  • Isee e detrazioni: alcune detrazioni vengono rimodulate, mentre il sistema di sostegno ai redditi più bassi resta pressoché congelato al 2025.
  • Tagli ministeriali: il contenimento della spesa pubblica si riflette in tagli ai ministeri, con effetti non trascurabili su servizi e progetti futuri.
  • Premialità ai CCNL: le aziende che applicano aumenti contrattuali potranno beneficiare di incentivi, ma si tratta di risorse limitate e meccanismi subordinati.
Anche la riduzione dell'Irpef di due punti percentuali, che passa dal 35% al 33%, interesserà, in realtà, solo una determinata fascia di contribuenti, e neanche in misure elevate, lasciando comunque fuori dai benefici chi guadagna redditi molto più bassi e che dovrebbe, al contrario, sempre essere la fascia più sostenuta.

Senza considerare i nulli interventi per le Partite Iva: nessuna nuova tutela, nè detassazioni, nè sgravi fiscali, nè bonus e aiuti. 

Aumenti sulle sigarette e prodotti da fumo: dettaglio dei rincari e impatti previsti

Al contrario, la Manovra prevede riversi rincari per i cittadini. Si parte dagli aumenti relativi a sigarette e prodotti del tabacco. L’incremento progressivo delle accise porterà un aumento su tutta la filiera delle sigarette tradizionali, dei tabacchi da inalazione, delle sigarette elettroniche e dei relativi liquidi. Il nuovo sistema prevede:

  • Sigarette tradizionali: incremento della quota fissa per 1.000 pezzi da 29,50 euro a 32 euro nel 2026, con ulteriori aumenti fino a 38,50 euro nel 2028.
  • Tabacco trinciato: rincari che variano da 79 centesimi a oltre 1 euro a confezione tra il 2026 e il 2028.
  • Sistemi alternativi (sigarette elettroniche, liquidi da svapo): aumento di circa 12 centesimi nel 2026 e fino a 1,50 euro sui liquidi contenenti nicotina.
  • Quota fiscale complessiva: tra accise, IVA e margini dei rivenditori, oltre il 70% del prezzo delle sigarette è tassazione, con ulteriore pressione fiscale prevista nei prossimi anni.
L’impatto sugli utenti è significativo, soprattutto per le fasce economicamente più deboli, dove il consumo di tabacco è superiore alla media nazionale. Si stima per un fumatore abituale un aggravio annuo di circa 22 euro già solo nel 2026, cui si aggiungeranno nuove voci di spesa.

Rincari sui carburanti: cosa succede a benzina e diesel dal 2026

La Manovra 2026 introduce modifiche strutturali alle accise, parificando le aliquote tra benzina e gasolio e determinando ricadute opposte per i due segmenti di automobilisti. In particolare, si prevede:

  • Diesel: aumento dell’accisa di 4,05 centesimi al litro dal 1° gennaio 2026. L’effetto reale, considerando anche l’IVA applicata, è di quasi 5 centesimi per litro in più alla pompa.
  • Benzina: riduzione dell’accisa di pari importo, con una conseguente lieve diminuzione del prezzo finale per i consumatori.
In termini pratici, per un pieno di 50 litri si traduce in un aggravio o un risparmio di circa 2,5 euro. La misura non coinvolge il gasolio per uso professionale (trasporto merci). Secondo le previsioni dell’Agenzia delle Entrate, la spesa annua per chi utilizza il diesel aumenterà mediamente di 25 euro, mentre chi utilizza benzina risparmierà 33 euro. 

Cedolare secca e affitti brevi: nuove aliquote e possibili conseguenze

Un'altra importante novità riguarda il regime fiscale degli affitti brevi, con un previsto aumento della cedolare secca al 26%. Questo cambiamentovale sia i piccoli proprietari che le società di gestione immobiliare, senza distinzioni rilevanti. L’intento dichiarato è allineare la tassazione degli affitti brevi ad altri introiti finanziari, contrastando pratiche elusive ed evasive nel settore turistico-residenziale. La misura riguarderebbe:

  • Platea coinvolta: sia privati con una singola unità sia società di gestione, senza differenziazione.
  • Probabili esiti: aumento degli affitti turistici netti richiesti agli ospiti e potenziale calo della disponibilità di alloggi brevi, soprattutto nelle grandi città e nelle località a forte presenza straniera.

Pensioni over 70, lavoro e famiglia: le altre misure della Manovra 2026

Tra le misure di impatto sociale più significative si evidenziano l’aumento limitato delle pensioni minime per chi è in difficoltà economica e una serie di fondi e incentivi sul lavoro e sul welfare familiare. Nel dettaglio:
  • Pensioni minime: incremento di 20 euro al mese solo per chi ha più di 70 anni ed è in condizioni di disagio economico, con lieve ampliamento del tetto di reddito per accedere.
  • Occupazione giovanile e ZES: stanziamenti pluriennali (oltre 800 milioni in tre anni) per sostenere l’occupazione giovanile e lo sviluppo delle Zone Economiche Speciali nel Mezzogiorno.
  • Famiglia: istituzione di un Fondo per i caregiver familiari e incremento dei contributi per l’assistenza ai minori.
  • Dipendenti pubblici: riduzione dei tempi di liquidazione del TFS a 9 mesi dal gennaio 2027.
  • Altri interventi: nuove borse di studio per studenti stranieri, fondi per la prevenzione delle calamità naturali e assunzioni straordinarie nel comparto sicurezza.
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