Come e quante tasse paga chi fa più lavori e percepisce più stipendi: cosa prevedono leggi in vigore, regole, calcoli ed esempi concreti
Percepire uno stipendio prevede, per legge, il conseguente versamento delle dovute imposte fiscali che comprendono l'Irpef sui redditi, le addizionali locali (regionale e comunale), e altre trattenute come i contributi previdenziali e la quota per il TFR.
Questi prelievi riducono mensilmente lo stipendio lordo determinando l'importo netto effettivamente corrisposto ai lavoratori. Ma cosa succede quando si svolgono contemporaneamente più attività lavorative?
Esaminiamo nel dettaglio il regime fiscale applicabile a chi percepisce più redditi da diverse occupazioni nel 2025.
Nel 2025, il sistema fiscale italiano prevede importanti novità per chi svolge più attività lavorative e percepisce diversi stipendi. La riforma fiscale introdotta dal governo Meloni ha apportato modifiche significative agli scaglioni e alle aliquote Irpef, con conseguenze dirette su tutti i contribuenti, inclusi coloro che cumulano redditi da diverse fonti.
Tra le principali novità troviamo:
Uno degli aspetti fondamentali da comprendere quando si svolgono più lavori riguarda il principio del cumulo dei redditi ai fini fiscali. Secondo la normativa italiana, tutti i redditi percepiti da un contribuente vengono sommati per determinare l'imponibile complessivo su cui calcolare l'Irpef dovuta.
Questo significa che il reddito derivante da un secondo o terzo lavoro non viene tassato separatamente, ma si aggiunge al primo per determinare lo scaglione Irpef applicabile. Di conseguenza, i redditi aggiuntivi potrebbero essere soggetti ad aliquote più elevate rispetto a quanto accadrebbe se fossero considerati isolatamente.
Il riferimento normativo principale è l'articolo 1 del DPR 917/86, noto come Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce come presupposto per l'applicazione dell'Irpef il possesso di qualsiasi reddito, indipendentemente dalla sua fonte.
Ai fini del calcolo dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, vengono cumulati i redditi derivanti da:
Per determinare correttamente l'ammontare delle imposte dovute da chi svolge più attività lavorative nel 2025, è necessario seguire un procedimento ben definito che comprende diverse fasi di calcolo.
Il primo step consiste nel sommare tutti i redditi percepiti durante l'anno fiscale. Ad esempio, se un contribuente percepisce:
Dal reddito complessivo vanno sottratte le eventuali deduzioni fiscali, come:
Al reddito imponibile si applicano le aliquote Irpef 2025 per scaglioni:
Per comprendere meglio l'impatto fiscale derivante dal cumulo di più redditi, analizziamo alcuni esempi concreti di calcolo delle imposte per contribuenti che svolgono più attività lavorative nel 2025.
Consideriamo il caso di un lavoratore che nel 2025 percepisce:
Calcolo dell'imposta lorda:
Considerando la detrazione per lavoro dipendente di 1.955 euro (che diminuisce all'aumentare del reddito e per un reddito di 35.000 euro risulta essere circa 981 euro), l'imposta netta sarà:
8.890 - 981 = 7.909 euro
A questa somma andranno aggiunte le addizionali regionali e comunali, variabili in base alla residenza del contribuente.
Prendiamo ora il caso di un contribuente che nel 2025 percepisce:
Calcolo dell'imposta lorda:
Considerando la detrazione per lavoro dipendente (che per un reddito di 40.000 euro si riduce a circa 737 euro), l'imposta netta sarà:
10.640 - 737 = 9.903 euro
È importante notare che sui redditi da lavoro autonomo occasionale oltre i 5.000 euro annui dovranno essere versati anche i contributi alla Gestione Separata INPS, pari al 26,23% nel 2025.
Chi percepisce più stipendi può adottare alcune strategie per ottimizzare il carico fiscale, sempre nel rispetto della normativa vigente. Ecco alcuni accorgimenti utili per il 2025:
È fondamentale verificare che su ciascun reddito vengano applicate correttamente le ritenute d'acconto. Chi svolge più lavori dipendenti dovrebbe comunicare ai datori di lavoro secondari che si tratta di un reddito aggiuntivo, in modo che possano applicare l'aliquota marginale corretta ed evitare conguagli significativi in sede di dichiarazione.
Chi percepisce più redditi potrebbe avere maggiori possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali. Ad esempio:
Per chi affianca al lavoro dipendente un'attività autonoma, potrebbe essere vantaggioso valutare l'applicabilità del regime forfettario per partite IVA, che nel 2025 prevede un'imposta sostitutiva del 15% (o 5% per le nuove attività) sui redditi fino a 85.000 euro. Tuttavia, è importante verificare i requisiti di accesso, considerando che la titolarità di un lavoro dipendente con reddito superiore a 30.000 euro esclude la possibilità di aderire a questo regime.
Chi percepisce più stipendi o redditi da diverse fonti nel 2025 deve prestare particolare attenzione agli adempimenti fiscali, che possono risultare più complessi rispetto a chi ha un'unica fonte di reddito.
Chi ha più di un datore di lavoro o percepisce redditi da diverse fonti ha generalmente l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, anche se su ciascun reddito sono state applicate le ritenute d'acconto. Questo perché solo attraverso la dichiarazione è possibile calcolare correttamente l'imposta dovuta sul reddito complessivo.
Le opzioni disponibili per la dichiarazione sono:
Per evitare sorprese in sede di conguaglio, è consigliabile informare i propri datori di lavoro della presenza di altri redditi. In particolare, è opportuno comunicare al datore di lavoro secondario che si tratta di un reddito aggiuntivo, in modo che possa applicare l'aliquota marginale corretta fin da subito.
La normativa fiscale del 2025 prevede alcune situazioni particolari per chi svolge più attività lavorative, che meritano un'analisi specifica.
I dipendenti pubblici che intendono svolgere una seconda attività devono ottenere l'autorizzazione dall'amministrazione di appartenenza, come previsto dal D.Lgs. 165/2001. Senza tale autorizzazione, i compensi percepiti devono essere versati all'amministrazione di appartenenza.
Dal punto di vista fiscale, anche per questi contribuenti vale il principio del cumulo dei redditi, con conseguente tassazione progressiva in base agli scaglioni Irpef 2025.
I pensionati che nel 2025 percepiscono anche redditi da lavoro sono soggetti al cumulo di tali redditi ai fini Irpef. È importante sottolineare che: