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Quanto paga di tasse chi fa più lavori e ha più stipendi nel 2025? Calcoli ed esempi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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tasse piu lavori

Come e quante tasse paga chi fa più lavori e percepisce più stipendi: cosa prevedono leggi in vigore, regole, calcoli ed esempi concreti

Percepire uno stipendio prevede, per legge, il conseguente versamento delle dovute imposte fiscali che comprendono l'Irpef sui redditi, le addizionali locali (regionale e comunale), e altre trattenute come i contributi previdenziali e la quota per il TFR.

Questi prelievi riducono mensilmente lo stipendio lordo determinando l'importo netto effettivamente corrisposto ai lavoratori. Ma cosa succede quando si svolgono contemporaneamente più attività lavorative?

Esaminiamo nel dettaglio il regime fiscale applicabile a chi percepisce più redditi da diverse occupazioni nel 2025.

Il sistema fiscale per chi svolge più attività lavorative nel 2025

Nel 2025, il sistema fiscale italiano prevede importanti novità per chi svolge più attività lavorative e percepisce diversi stipendi. La riforma fiscale introdotta dal governo Meloni ha apportato modifiche significative agli scaglioni e alle aliquote Irpef, con conseguenze dirette su tutti i contribuenti, inclusi coloro che cumulano redditi da diverse fonti.

Tra le principali novità troviamo:

  • La revisione degli scaglioni Irpef, passati da quattro a tre
  • L'ampliamento della no tax area a 8.500 euro (precedentemente fissata a 8.147 euro) sia per lavoratori dipendenti che per pensionati
  • L'incremento delle detrazioni da lavoro dipendente a 1.955 euro
Le aliquote Irpef nel 2025 risultano così strutturate:
  • 23% per redditi fino a 28.000 euro annui
  • 35% per redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro
  • 43% per redditi superiori a 50.000 euro
Questa revisione comporta una significativa riduzione dell'aliquota per i redditi da 15.000 a 28.000 euro, che scende dal 25% al 23%, traducendosi in un risparmio fiscale di centinaia di euro all'anno e in un conseguente aumento degli stipendi nel 2025 grazie al taglio del cuneo fiscale e dell'Irpef.

Principio di cumulo dei redditi, come funziona l'imposizione fiscale su più lavori

Uno degli aspetti fondamentali da comprendere quando si svolgono più lavori riguarda il principio del cumulo dei redditi ai fini fiscali. Secondo la normativa italiana, tutti i redditi percepiti da un contribuente vengono sommati per determinare l'imponibile complessivo su cui calcolare l'Irpef dovuta.

Questo significa che il reddito derivante da un secondo o terzo lavoro non viene tassato separatamente, ma si aggiunge al primo per determinare lo scaglione Irpef applicabile. Di conseguenza, i redditi aggiuntivi potrebbero essere soggetti ad aliquote più elevate rispetto a quanto accadrebbe se fossero considerati isolatamente.

Il riferimento normativo principale è l'articolo 1 del DPR 917/86, noto come Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce come presupposto per l'applicazione dell'Irpef il possesso di qualsiasi reddito, indipendentemente dalla sua fonte.

Tipologie di reddito soggette a cumulo

Ai fini del calcolo dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, vengono cumulati i redditi derivanti da:

  • Lavoro dipendente (contratti a tempo determinato, indeterminato, part-time, ecc.)
  • Lavoro autonomo (partite IVA, prestazioni occasionali, collaborazioni)
  • Attività d'impresa
  • Redditi fondiari (affitti di immobili, terreni)
  • Redditi di capitale (interessi, dividendi, rendite)
  • Redditi diversi (plusvalenze, vincite, ecc.)
Questo sistema di tassazione progressiva comporta che all'aumentare del reddito complessivo possa aumentare anche l'aliquota marginale applicata sui redditi aggiuntivi.

Metodologia di calcolo dell'imposta per chi percepisce più stipendi

Per determinare correttamente l'ammontare delle imposte dovute da chi svolge più attività lavorative nel 2025, è necessario seguire un procedimento ben definito che comprende diverse fasi di calcolo.

Passo 1: Calcolo del reddito complessivo

Il primo step consiste nel sommare tutti i redditi percepiti durante l'anno fiscale. Ad esempio, se un contribuente percepisce:

  • Un reddito da lavoro dipendente primario
  • Un reddito da secondo lavoro dipendente o autonomo
  • Eventuali altri redditi imponibili (affitti, investimenti, ecc.)
Tutti questi importi andranno sommati per ottenere il reddito complessivo lordo.

Passo 2: Applicazione delle deduzioni

Dal reddito complessivo vanno sottratte le eventuali deduzioni fiscali, come:

  • Contributi previdenziali obbligatori
  • Contributi versati a fondi di previdenza complementare
  • Assegni di mantenimento all'ex coniuge
  • Altre deduzioni previste dalla normativa
Il risultato di questa sottrazione costituisce il reddito imponibile.

Passo 3: Calcolo dell'imposta lorda

Al reddito imponibile si applicano le aliquote Irpef 2025 per scaglioni:

  • 23% sulla parte di reddito fino a 28.000 euro
  • 35% sulla parte di reddito tra 28.001 e 50.000 euro
  • 43% sulla parte di reddito oltre 50.000 euro

Passo 4: Applicazione delle detrazioni

Dall'imposta lorda si sottraggono le detrazioni spettanti, che includono:
  • Detrazioni per lavoro dipendente (1.955 euro nel 2025, con importo variabile in base al reddito)
  • Detrazioni per carichi di famiglia
  • Detrazioni per spese sanitarie
  • Detrazioni per interessi su mutui
  • Altre detrazioni fiscali previste dalla normativa vigente
Il risultato finale rappresenta l'Irpef netta dovuta dal contribuente.

Esempi pratici di calcolo delle imposte su più stipendi nel 2025

Per comprendere meglio l'impatto fiscale derivante dal cumulo di più redditi, analizziamo alcuni esempi concreti di calcolo delle imposte per contribuenti che svolgono più attività lavorative nel 2025.

Esempio 1: Due lavori dipendenti a reddito medio

Consideriamo il caso di un lavoratore che nel 2025 percepisce:

  • Primo lavoro dipendente: 20.000 euro annui
  • Secondo lavoro dipendente: 15.000 euro annui
Il reddito complessivo ammonta a 35.000 euro.

Calcolo dell'imposta lorda:

  • Sui primi 28.000 euro: 28.000 × 23% = 6.440 euro
  • Sui restanti 7.000 euro: 7.000 × 35% = 2.450 euro
  • Imposta lorda totale: 6.440 + 2.450 = 8.890 euro
Applicazione delle detrazioni:

Considerando la detrazione per lavoro dipendente di 1.955 euro (che diminuisce all'aumentare del reddito e per un reddito di 35.000 euro risulta essere circa 981 euro), l'imposta netta sarà:

8.890 - 981 = 7.909 euro

A questa somma andranno aggiunte le addizionali regionali e comunali, variabili in base alla residenza del contribuente.

Esempio 2: Un lavoro dipendente e un'attività autonoma occasionale

Prendiamo ora il caso di un contribuente che nel 2025 percepisce:

  • Lavoro dipendente: 30.000 euro annui
  • Reddito da prestazioni autonome occasionali: 10.000 euro annui
Il reddito complessivo ammonta a 40.000 euro.

Calcolo dell'imposta lorda:

  • Sui primi 28.000 euro: 28.000 × 23% = 6.440 euro
  • Sui restanti 12.000 euro: 12.000 × 35% = 4.200 euro
  • Imposta lorda totale: 6.440 + 4.200 = 10.640 euro
Applicazione delle detrazioni:

Considerando la detrazione per lavoro dipendente (che per un reddito di 40.000 euro si riduce a circa 737 euro), l'imposta netta sarà:

10.640 - 737 = 9.903 euro

È importante notare che sui redditi da lavoro autonomo occasionale oltre i 5.000 euro annui dovranno essere versati anche i contributi alla Gestione Separata INPS, pari al 26,23% nel 2025.

Strategie fiscali per ottimizzare la tassazione su più redditi

Chi percepisce più stipendi può adottare alcune strategie per ottimizzare il carico fiscale, sempre nel rispetto della normativa vigente. Ecco alcuni accorgimenti utili per il 2025:

Gestione delle ritenute d'acconto

È fondamentale verificare che su ciascun reddito vengano applicate correttamente le ritenute d'acconto. Chi svolge più lavori dipendenti dovrebbe comunicare ai datori di lavoro secondari che si tratta di un reddito aggiuntivo, in modo che possano applicare l'aliquota marginale corretta ed evitare conguagli significativi in sede di dichiarazione.

Pianificazione delle detrazioni fiscali

Chi percepisce più redditi potrebbe avere maggiori possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali. Ad esempio:

  • Detrazioni per spese sanitarie (19% delle spese eccedenti la franchigia di 129,11 euro)
  • Detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia (50% nel 2025)
  • Detrazioni per risparmio energetico (variabili dal 50% al 65% nel 2025)
  • Detrazioni per assicurazioni vita e infortuni
Pianificare queste spese può contribuire a ridurre l'imposta netta dovuta.

Valutazione del regime fiscale più conveniente

Per chi affianca al lavoro dipendente un'attività autonoma, potrebbe essere vantaggioso valutare l'applicabilità del regime forfettario per partite IVA, che nel 2025 prevede un'imposta sostitutiva del 15% (o 5% per le nuove attività) sui redditi fino a 85.000 euro. Tuttavia, è importante verificare i requisiti di accesso, considerando che la titolarità di un lavoro dipendente con reddito superiore a 30.000 euro esclude la possibilità di aderire a questo regime.

Dichiarazione dei redditi e adempimenti fiscali per chi ha più lavori

Chi percepisce più stipendi o redditi da diverse fonti nel 2025 deve prestare particolare attenzione agli adempimenti fiscali, che possono risultare più complessi rispetto a chi ha un'unica fonte di reddito.

Obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi

Chi ha più di un datore di lavoro o percepisce redditi da diverse fonti ha generalmente l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, anche se su ciascun reddito sono state applicate le ritenute d'acconto. Questo perché solo attraverso la dichiarazione è possibile calcolare correttamente l'imposta dovuta sul reddito complessivo.

Le opzioni disponibili per la dichiarazione sono:

  • Modello 730: utilizzabile se almeno uno dei redditi è da lavoro dipendente o pensione
  • Modello Redditi Persone Fisiche: necessario in presenza di particolari tipologie di reddito o situazioni non gestibili con il 730

Acconti d'imposta e gestione dei pagamenti

Chi percepisce redditi non soggetti a ritenuta alla fonte (come i redditi da lavoro autonomo non occasionale) potrebbe dover versare acconti d'imposta durante l'anno. Nel 2025, questi acconti sono generalmente suddivisi in:
  • Un primo acconto pari al 40% dell'imposta dovuta per l'anno precedente, da versare entro il 30 giugno
  • Un secondo acconto pari al 60%, da versare entro il 30 novembre
È fondamentale pianificare con attenzione questi versamenti per evitare sanzioni per ritardato o omesso pagamento.

Comunicazione tra datori di lavoro

Per evitare sorprese in sede di conguaglio, è consigliabile informare i propri datori di lavoro della presenza di altri redditi. In particolare, è opportuno comunicare al datore di lavoro secondario che si tratta di un reddito aggiuntivo, in modo che possa applicare l'aliquota marginale corretta fin da subito.

Casi particolari di tassazione per chi svolge più attività

La normativa fiscale del 2025 prevede alcune situazioni particolari per chi svolge più attività lavorative, che meritano un'analisi specifica.

Dipendente pubblico con seconda attività

I dipendenti pubblici che intendono svolgere una seconda attività devono ottenere l'autorizzazione dall'amministrazione di appartenenza, come previsto dal D.Lgs. 165/2001. Senza tale autorizzazione, i compensi percepiti devono essere versati all'amministrazione di appartenenza.

Dal punto di vista fiscale, anche per questi contribuenti vale il principio del cumulo dei redditi, con conseguente tassazione progressiva in base agli scaglioni Irpef 2025.

Pensionati che svolgono attività lavorativa

I pensionati che nel 2025 percepiscono anche redditi da lavoro sono soggetti al cumulo di tali redditi ai fini Irpef. È importante sottolineare che:

  • La pensione è equiparata a un reddito da lavoro dipendente
  • L'eventuale attività lavorativa (dipendente o autonoma) genera un reddito che si somma a quello da pensione
  • Alcune tipologie di pensione potrebbero subire riduzioni in presenza di redditi da lavoro (ad esempio, le pensioni anticipate)

Lavoro dipendente e partita IVA

Chi abbina un lavoro dipendente a un'attività con partita IVA nel 2025 deve valutare attentamente il regime fiscale più conveniente per la propria attività autonoma. In particolare:
  • Se il reddito da lavoro dipendente supera i 30.000 euro, non è possibile accedere al regime forfettario per l'attività autonoma
  • Nel regime ordinario, il reddito da partita IVA si cumula con quello da lavoro dipendente, determinando l'applicazione di aliquote marginali potenzialmente elevate
  • È possibile optare per la cedolare secca sui redditi da locazione, che prevede un'imposta sostitutiva del 21% (o 10% per i contratti a canone concordato) senza cumulo con gli altri redditi
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