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Quanti anni di stipendio ci vogliono in media per comprare una casa attualmente?

di Marianna Quatraro pubblicato il
Quanti anni stipendio comprare casa

E' ancora difficile riuscire a comprare casa in Italia e per chi ci riesce il tempo per ripagare il mutuo si prospetta mediamente molto lungo: cosa roportano gli ultimi dati

Il mercato immobiliare italiano riflette da decenni un panorama complesso, segnato da oscillazioni cicliche nei prezzi, cambiamenti socio-economici e significative disparità territoriali. Acquistare una casa rappresenta una delle principali aspirazioni per le famiglie e i singoli cittadini, ma il rapporto tra i costi delle abitazioni e il reddito disponibile continua a essere tema di attenta analisi.

Nell’ultimo quinquennio diversi fattori hanno contribuito a una crescita sensibile dei valori immobiliari: l’aumento della domanda nelle aree urbane, l’attrattività dei centri storici, gli investimenti riqualificativi e la percezione del bene immobiliare come investimento privilegiato. A fronte di queste dinamiche, le retribuzioni non hanno seguito lo stesso ritmo di crescita e, in molti casi, l’acquisto di un immobile comporta un impegno economico sempre più gravoso rispetto al passato.

Quanti anni di stipendio servono per comprare casa in Italia: dati aggiornati al 2025

Secondo le analisi dei principali istituti di ricerca, nel 2025 occorrono mediamente 6,5 annualità di stipendio per acquistare una casa nelle principali città italiane. Questo dato, elaborato da istituti di settore in collaborazione con associazioni come Assoutenti e C.R.C, mette in evidenza l’attuale disequilibrio tra i livelli salariali e il valore degli immobili.

Il dato medio nazionale trova riscontro in diverse indagini, tra cui quella commissionata da Facile.it all’istituto mUp Research a febbraio 2025, che fornisce valori in linea con queste proiezioni: per l’acquisto di un’abitazione standard, generalmente 80-85 metri quadri, l’impegno supera decisamente quanto registrato nel passato recente. Per dare l'idea di alcuni numeri:

  • Milano si conferma come la città più onerosa: qui sono necessarie fino a 12,5 annualità di stipendio per comprare casa, a causa di un prezzo medio al metro quadro superiore ai 4.285 euro.
  • Roma e Firenze seguono con rispettivamente 9 e 8,8 annualità.
  • Nelle grandi città, la media si attesta sulle 6,5 annualità, mentre località come Palermo e Genova offrono scenari più accessibili con soli 3,3 anni di stipendio necessari.
Lo scenario è il risultato di due elementi: da un lato, la persistente crescita dei prezzi per effetto di domanda elevata, investimenti infrastrutturali e attrattività dei centri urbani; dall’altro, la progressiva perdita del potere d’acquisto dei salari e l’aumento delle spese accessorie.

Le differenze territoriali: le città più costose e quelle più accessibili

Il quadro italiano presenta ampie variazioni territoriali nei rapporti tra prezzi immobiliari e salario medio, che determinano in modo significativo l’accessibilità all’acquisto:

  • Milano emerge per il costo dell’immobile, dovuto a fenomeni di espansione urbana e investimenti che hanno trasformato non solo le zone centrali, ma anche le periferie, valorizzandone il prezzo.
  • A Roma il numero di annualità richieste si ferma a 9, un valore ancora elevato, anche in considerazione della recente stabilizzazione dei prezzi dopo picchi record.
  • Firenze segue con 8,8 annualità, riflettendo la vitalità turistica e l’interesse internazionale.
  • In provincia, la situazione è differente: Bologna tocca le 7,5 annualità e Napoli si assesta sulle 7, benché in miglioramento rispetto al passato.
  • Tra le città con maggiore accessibilità spiccano Palermo e Genova (3,3 annualità), nonché altre città come Perugia (1.299 euro/mq) e L’Aquila (1.451 euro/mq).
Analizzando la dinamica dei prezzi, Trieste si è distinta per una crescita del 50% in soli sei anni, mentre Genova rappresenta l’unica grande città dove si registra una diminuzione del costo al metro quadro (-3,7%).

Lombardia, Lazio, Toscana e Liguria guidano la classifica per annualità richieste, mentre in alcune province del Sud la situazione per comprare casa appare meno critica in termini di rapporto prezzo/reddito, nonostante la difficoltà nel garantire la sostenibilità delle rate di mutuo a causa dei salari più bassi.

Disparità generazionali: l'acquisto della casa per i giovani

L’accesso alla proprietà immobiliare per le nuove generazioni rappresenta una sfida più ardua rispetto alle precedenti. Studi recenti, come quello realizzato da Ener2Crowd, mostrano che per un giovane acquirente il tempo necessario per acquistare un immobile senza ricorrere al mutuo raggiunge in media i 67,4 anni, mentre con prestito ipotecario la media si abbassa ma resta comunque elevata: circa 57,4 anni in tutta Italia. 

Il divario si fa più marcato nelle regioni settentrionali, dove, anche con mutuo trentennale, i tempi superano abbondantemente la normale durata della vita lavorativa:

  • Trentino-Alto Adige: 70,3 anni con mutuo
  • Lombardia: 62,7 anni con mutuo
  • Lazio: 62 anni con mutuo
  • Toscana: 58 anni con mutuo
  • Liguria: 57,1 anni con mutuo
Secondo l’indagine commissionata da Facile.it e mUp Research, inoltre, emerge come la popolazione under 35 si trovi in maggiore difficoltà non solo per l’acquisto, ma anche per l’accumulazione dell’anticipo necessario all’accesso al credito.

L'influenza della professione sul tempo necessario: operai, impiegati e dirigenti a confronto

La categoria professionale riveste un peso centrale nel determinare il numero di annualità di stipendio necessarie per l’acquisto di casa. I dati delle ricerche condotte da C.R.C. e Assoutenti evidenziano differenze marcate:

Categoria Anni di stipendio necessari (media nazionale)
Operaio 11,6
Impiegato 9,7
Dirigente 4

Tali valori possono raddoppiare o triplicare nelle città maggiormente onerose: ad esempio, a Milano si arriva a 23,3 anni per un operaio, 19,5 per un impiegato e 8 per un dirigente. Le variazioni sono sensibili anche tra le diverse aree urbane:

  • Firenze: fino a 18,8 anni per un operaio
  • Bologna: 15,3 anni per la stessa categoria
  • Roma: valori inferiori ma comunque significativi (15 anni per un operaio, 12,5 per un impiegato, 5,1 per un dirigente)