Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Lavorare fino a 70 anni e non andare in pensione è possibile per legge, ma non è automatico. Decide sempre l'azienda

di Marianna Quatraro pubblicato il
Lavorare 70 anni decisione azienda

Si può lavorare per legge fino a 70 anni ma non è scontato poterlo farlo: spetta all'azienda o al datore di lavoro decidere. Cosa prevede la normativa vigente

Negli ultimi anni, la questione della permanenza in servizio oltre l’età tipica per accedere alla pensione si è posta con crescente rilievo, sia per ragioni demografiche sia per esigenze di gestione della spesa pubblica.

Il progressivo aumento della speranza di vita ha portato le istituzioni italiane ed europee a ripensare i modelli pensionistici, stimolando una maggiore flessibilità nel termine dell’attività lavorativa. In Italia, recentemente, si è consolidata la possibilità di continuare a lavorare anche oltre i 67 anni d’età nei settori pubblico e privato, ma questa opzione non costituisce un diritto automatico.

Limiti di età e condizioni per lavorare dopo i 67 anni nel settore privato e pubblico

In Italia, il limite ordinario per la pensione di vecchiaia è fissato a 67 anni, risultante dalla normativa vigente aggiornata alle stime di longevità. Per il pensionamento ordinario sono necessari, oltre all’età, almeno 20 anni di versamenti contributivi.


Nel settore privato, raggiunta questa soglia, il datore di lavoro può interrompere il rapporto tramite licenziamento per limiti d’età; tuttavia non vige l’obbligo di cessazione automatica, ma è possibile raggiungere specifici accordi tra le parti, lavoratori e aziende o datori di lavoro, per proseguire la collaborazione.

Nel settore pubblico, se, in generale, l'età pensionabile è la stessa fissata per il privato (cioè a 67 anni), esistono categorie (ad esempio magistrati, professori universitari e dirigenti medici) che possono continuare fino a età superiori per esigenze funzionali.

A partire dal 2025, la Manovra Finanziaria ha uniformato il limite ordinario anche per i pubblici dipendenti, abolendo il collocamento d’ufficio a 65 anni e stabilendo la soglia dei 67 anni. Eventuali proroghe fino a 70 anni sono subordinate a condizioni specifiche, tra cui la volontarietà del lavoratore e la valutazione dell’ente circa la necessità di trattenere personale esperto. Di seguito le regole vigenti per comparti:

  • Settore privato: prolungamento possibile tramite intesa bilaterale
  • Pubblico impiego: possibilità di estensione entro il 10% delle nuove assunzioni autorizzate, con esclusioni per settori a requisiti fisici particolari (Forze Armate, Polizia, Vigili del fuoco)
  • Sanità pubblica: esenzione per medici, con permanenza fino a 70 anni in caso di carenze di organico.

Il ruolo dell'azienda e le condizioni per il proseguimento del rapporto di lavoro

La possibilità di restare a lavoro anche oltre l’età pensionabile è fino a 70 anni dipende essenzialmente dalle decisioni dell’azienda o dell’ente pubblico. La normativa dispone che, raggiunti i 67 anni, il datore di lavoro può esercitare la facoltà di interrompere il rapporto, ma non vi è vincolo automatico alla cessazione. L'impresa può, però, anche mantenere a lavoro il dipendente. 

Nel pubblico impiego analoghe considerazioni sono affidate alla valutazione dell’amministrazione, soprattutto nei comparti dove la trasmissione delle competenze e la continuità del servizio sono prioritarie. Dunque, la prosecuzione non è automatica: è sempre necessario l’accordo concreto con il datore di lavoro. 

Accordi tra lavoratore e datore: come si formalizza il prolungamento fino a 70 anni

Proseguire la carriera fino a un massimo di 70 anni richiede un’intesa formale tra le parti. Tale accordo deve essere espressamente scritto e sottoscritto sia dal lavoratore che dal datore di lavoro o dall’amministrazione pubblica. Il contenuto tipico di questo atto include:

  • La dichiarazione della volontà di entrambe le parti di continuare il rapporto oltre i requisiti ordinari per il pensionamento
  • La definizione della durata della permanenza e della possibilità di recedere con preavviso
  • Ogni specifico adattamento inerente a mansioni, orari o condizioni di lavoro flessibili
Per le pubbliche amministrazioni, l’intesa è vincolata alle esigenze organizzative e ai limiti normativi (pari al 10% delle nuove assunzioni per estendere il trattenimento). Il prolungamento deve sempre fondarsi sulla volontarietà, da entrambe le parti.

Implicazioni per aziende, lavoratori e sistema previdenziale: benefici e criticità

L'allungamento dell'età lavorativa fino a 70 anni solleva diverse questioni per i datori di lavoro, i lavoratori stessi e il sistema previdenziale. I principali benefici includono:

  • Possibilità per le aziende e per la pubblica amministrazione di trattenere lavoratori esperti, riducendo la perdita di competenze strategiche
  • Per i lavoratori che scelgono di continuare, la possibilità di incrementare il proprio reddito e ritardare la fuoriuscita dal mercato del lavoro
  • Per il sistema previdenziale, una riduzione temporanea della spesa a carico di INPS ed enti preposti, grazie al rinvio delle nuove pensioni
Benefici Criticità
Mentoring, trasmissione di competenze, maggiore flessibilità nella gestione degli organici Possibile frenata al ricambio generazionale, rischi di demotivazione e discriminazione per età (“ageismo”)
Risparmio sulla spesa previdenziale Rischio di carriere discontinue penalizzanti, soprattutto per donne e soggetti con interruzioni lavorative

 

Leggi anche