Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quanti italiani hanno una casa di proprietà? Raggiunti numeri record e profilo nuovi proprietari è sorprendente

di Marianna Quatraro pubblicato il
Raggiunti numeri record

Il fenomeno della casa di proprietà in Italia registra nuovi record: tra cambiamenti demografici, crescita di giovani e single tra i nuovi acquirenti, mercato immobiliare in trasformazione e sfide.

Per la prima volta dal 2012, la quantità di cittadini italiani che vivono in abitazioni di cui sono proprietari ha raggiunto l'81,6% della popolazione. Questo dato, emerso dalle ultime rilevazioni Istat e rielaborato da Confedilizia, segna un balzo di quasi tre punti percentuali dal periodo pre-pandemico.

Un risultato particolarmente significativo in un'epoca segnata da grande mobilità interna e crescente flessibilità lavorativa. La casa di proprietà resta, per molti italiani, sinonimo di stabilità, sicurezza e trasmissione di patrimonio familiare: un valore radicato nella cultura collettiva, capace di resistere alle sfide economiche e sociali degli ultimi anni.

L'evoluzione della proprietà immobiliare in Italia: dati, trend e confronto

L'attrattiva dell'abitazione di proprietà rappresenta una delle peculiarità storiche del Paese. Nel decennio passato, oltre tre famiglie su quattro risultavano proprietarie della casa in cui vivono, una quota largamente superiore alla media europea. In Italia, l'ultimo aggiornamento segna un aumento di proprietari fino all'81,6%. Parallelamente, nel resto del continente la tendenza è più contenuta: oggi il 69% dei cittadini europei abita in una casa di proprietà, con valori in diminuzione rispetto al passato.

A livello economico, il patrimonio immobiliare costituisce il 45% delle risorse non finanziarie delle famiglie italiane, rafforzando la centralità dell'immobile come bene rifugio. Alla fine del 2023, la ricchezza netta delle famiglie ha toccato gli 11.286 miliardi di euro, grazie soprattutto al continuo aumento del valore delle abitazioni. Tuttavia, l'incremento dei prezzi e l'inflazione hanno eroso parzialmente questi guadagni, riducendo la ricchezza a valori costanti rispetto agli anni precedenti.

Analizzando la composizione della ricchezza, si nota un calo della quota delle attività reali rispetto al risparmio gestito, segno di una crescente diversificazione degli investimenti. Nonostante ciò, la casa resta centrale nella costruzione del benessere familiare, sia per ragioni economiche sia per fattori affettivi. Il confronto con altri grandi Paesi europei mostra che in Germania oltre la metà delle famiglie (52,7%) opta per la locazione, valori ben diversi rispetto alla realtà italiana. Francia, Spagna e Regno Unito si attestano su dati più simili tra loro, con una maggiore diffusione dell'affitto soprattutto nelle aree metropolitane.

Questa propensione tutta italiana alla proprietà non è priva di rischi: la minore liquidità e la dipendenza dal ciclo immobiliare possono esporre le famiglie a oscillazioni di mercato e limitare altre possibilità di investimento. Il mattone, però, rimane la scelta prediletta per una larga fascia di popolazione, trasversale per età e condizione sociale. Tale attaccamento alla casa si rafforza nei periodi di incertezza, perpetuando il modello di trasmissione intergenerazionale della ricchezza e la continuità della stabilità familiare.

Chi sono i nuovi proprietari: giovani, anziani e single

Il raggiungimento di una quota record di proprietari è dovuto a dinamiche demografiche in evoluzione e al mutamento delle esigenze abitative. Fino a pochi anni fa si pensava che la crescita fosse trainata dalle fasce d'età più avanzate, ma i dati dimostrano un'ondata di acquisti anche tra i giovani under 36. Parallelamente, la componente dei single ha assunto un peso mai visto prima: nel primo semestre del 2025, oltre il 32% delle compravendite è stato concluso da persone che vivono da sole, con picchi nelle grandi città.

La casa rappresenta quindi molto più di una semplice residenza: è il rifugio della famiglia allargata, il luogo dove investire i risparmi senza affidarsi esclusivamente a strumenti finanziari. Per le generazioni più anziane, la proprietà è anche simbolo di una vita di sacrifici, garanzia e memoria. Per i giovani, invece, nel contesto attuale caratterizzato da un mercato del lavoro instabile, l'acquisto della casa è diventato di nuovo una priorità, recuperando terreno rispetto agli anni Duemila e al primo decennio successivo, quando le condizioni erano meno favorevoli e la tendenza all'affitto predominava.

Un altro profilo emergente è il single, in netta crescita tra acquirenti e affittuari. L'esigenza di spazi propri e di abitazioni flessibili conduce sempre più persone sole - lavoratori ma anche studenti e anziani - all'acquisto o alla locazione di immobili tagliati su misura. Oltre un terzo delle famiglie italiane oggi è composto da una sola persona; occorrono, quindi, soluzioni abitative capaci di rispondere a queste nuove esigenze di comfort e indipendenza.

Il ruolo dell'invecchiamento demografico e dei giovani acquirenti

Un elemento che influenza la composizione dell'universo dei proprietari è l'invecchiamento della popolazione. Gli over 65 sono responsabili delle percentuali più alte di proprietà: in questa fascia, la quota supera il 90%. Il fenomeno genera una spinta strutturale verso la stabilità abitativa. Gli immobili acquistati negli anni passati restano nella disponibilità della stessa famiglia per generazioni, consolidando la posizione del mattone nella ricchezza collettiva.

Negli anni più recenti, però, anche tra i giovani si registra una vera inversione di tendenza. Gli under 36, dopo un periodo di flessione, hanno visto crescere la loro quota di proprietari grazie a iniziative di sostegno al credito, agevolazioni fiscali e politiche dedicate. Fattori come il recupero del potere d'acquisto, l'introduzione di formule di mutuo più accessibili e la maggiore attenzione al risparmio hanno rimesso l'acquisto della prima casa tra le priorità, non solo per ragioni di investimento ma anche come risposta a nuove aspirazioni di autonomia abitativa.

L'interazione tra generazioni è sempre più evidente: se da un lato le famiglie anziane consolidano il patrimonio immobiliare, dall'altro le opportunità offerte a giovani e neofamiglie contribuiscono a un ricambio che supera la semplice successione. Questa convivenza di generazioni è destinata a influenzare profondamente le strategie del mercato edilizio, degli istituti di credito e delle politiche abitative a livello nazionale.

La crescita degli acquirenti single e le nuove esigenze abitative

Nel corso del 2025, gli acquirenti single hanno rappresentato quasi un terzo del totale delle transazioni immobiliari, con valori che nelle grandi città arrivano a superare il 40%. Tale crescita si riflette sulle preferenze abitative: i single oggi scelgono principalmente trilocali e bilocali, ma aumenta l'interesse anche per soluzioni con più spazi, adatte alle attività quotidiane o al lavoro a distanza.

Questi dati fotografano una domanda sempre più articolata, che va ben oltre la classica ricerca di alloggi di ridotte dimensioni. Il desiderio di comfort, privacy, qualità costruttiva e flessibilità negli spazi accompagna sia chi acquista sia chi sceglie la locazione. Non meno significativo è il cambiamento nelle modalità di finanziamento: quasi la metà dei single ricorre al mutuo, segnale di maggiore fiducia nella propria indipendenza economica, pur restando alta la percentuale di chi utilizza solo risorse personali:

  • La crescita delle famiglie monocomponente
  • L'evoluzione delle preferenze dimensionali negli immobili
  • Il passaggio da una domanda transitoria a una esigenza abitativa strutturale e diversificata
Questo scenario richiede nuove politiche residenziali e incentivi specifici, adattando l'offerta alla crescente varietà della domanda, con soluzioni abitative modulari e servizi integrati che semplifichino la gestione della vita quotidiana per chi vive da solo.

Sfide e criticità del mercato: accessibilità, prezzi e difficoltà

L'incremento del numero di proprietari si intreccia però con sfide crescenti per chi intende acquistare un'abitazione oggi. L'accessibilità economica all'immobile, specie nelle grandi città, è stata compromessa da un costante aumento dei prezzi e dal rallentamento dei salari reali. Secondo i report recenti dell'Ance - Associazione nazionale costruttori edili - ben 10 milioni di famiglie italiane considerano ormai irraggiungibile il sogno della proprietà, in particolare chi vive con redditi sotto i 24.000 euro annui.

Una serie di fattori concorre a rendere il percorso sempre più accidentato:

  • L'aumento dei valori immobiliari, specie nelle aree metropolitane e nei centri storici
  • La perdita di potere d'acquisto dovuta all'inflazione
  • Il calo degli stipendi reali e la difficoltà a risparmiare
  • Un'offerta di edilizia pubblica insufficiente rispetto alla domanda effettiva
A questi si aggiungono difficoltà di accesso al credito e la necessità di adottare politiche abitative più flessibili, misure che sono al centro delle discussioni parlamentari e dei recenti provvedimenti legislativi, come il Dl Salva-Casa. Strumenti come le sanatorie per le piccole difformità e la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente sono tra le opzioni messe in campo per migliorare la situazione.

L'effetto dei prezzi record e le differenze tra le città

L'andamento dei prezzi segna profonde differenze tra aree urbane e province. In alcune zone di Milano e Roma, il prezzo al metro quadrato ha raggiunto i massimi storici: emblematico il caso di Piazza di Spagna, dove nel 2025 un attico è stato venduto a 62.000 euro/mq. In media, i valori delle compravendite nei centri direzionali e di prestigio sono cresciuti di oltre il 3% rispetto al 2024.

Al contrario, molte province e città di dimensione medio-piccola presentano mercati più stabili, con prezzi meno dinamici e maggiore facilità di accesso. Il divario tra le grandi metropoli e il resto del Paese rimane dunque un tema centrale, con impatti diretti sia sull'indice di accessibilità, sia sulla polarizzazione residenziale.

Il mercato degli affitti: domanda in crescita e aumento dei canoni

La difficoltà di acquisto ha rafforzato la domanda di abitazioni in affitto, generando un mercato locativo sempre più vivace. Nel 2024 in Italia sono stati stipulati 1,3 milioni di nuovi contratti, con quasi quattro milioni di cittadini attivamente alla ricerca di una locazione. I canoni mensili sono aumentati del 4,7% su base annua, con i valori più alti registrati a Milano (2.090 euro per un appartamento) seguita da Roma, Bologna e Napoli.

Un elemento di novità è l'ampliamento della domanda non tradizionale, alimentata da:

  • Giovani professionisti e studenti fuori sede
  • Lavoratori in trasferta e nuove famiglie monocomponente
  • Una crescente attenzione verso la qualità, la flessibilità contrattuale e i servizi accessori
L'aumento della domanda di affitto ha spinto verso soluzioni abitative più agili e smart, con una scarsità di offerta in molte città universitarie e una crescente pressione sui prezzi.