Secondo gli ultimi dati dell'Istat, nel 2023 la propensione al risparmio delle famiglie italiane si attestata intorno al 6,3% del reddito disponibile.
Con l'aumento dell'inflazione, la precarietà del mercato del lavoro e le difficoltà nell'accesso al credito, la capacità di accantonare denaro è cambiata rispetto al passato. Ma quanti soldi riescono realmente a mettere da parte gli italiani tra i 30 e i 40 anni? Gli ultimi dati forniscono un quadro eterogeneo, con differenze tra fasce di reddito, abitudini di consumo e strategie di investimento:
Dati della Banca d'Italia confermano che la ricchezza netta delle famiglie italiane rimane ampiamente concentrata nei ceti più abbienti, con il 5% più ricco della popolazione che detiene circa il 46% della ricchezza totale. Al contrario, le nuove generazioni faticano ad accumulare capitale e si trovano spesso a dover destinare una percentuale molto elevata del proprio reddito al pagamento di affitti o mutui, con un margine ridotto per il risparmio.
La fotografia del risparmio tra i 30-40enni italiani evidenzia forti disparità. Uno studio condotto dal Censis in collaborazione con Assogestioni ha rivelato che il 30% degli italiani in questa fascia d'età riesce a risparmiare meno di 2.000 euro all'anno, mentre un altro 25% accumula tra i 2.000 e i 5.000 euro. Solo una piccola minoranza, intorno al 10%, riesce a mettere da parte cifre superiori ai 10.000 euro annui.
La situazione varia a seconda del livello di istruzione e del tipo di impiego: chi ha contratti stabili o lavora in settori ad alta specializzazione tecnologica tende ad avere una maggiore capacità di risparmio. Al contrario, i lavoratori autonomi e chi ha contratti precari spesso faticano a mettere da parte somme consistenti. Il divario di genere gioca un ruolo determinante: le donne, a parità di età e qualifiche, tendono a guadagnare meno degli uomini e, di conseguenza, risparmiano di meno.
Un altro aspetto chiave riguarda la destinazione del risparmio. Molti giovani adulti non accumulano denaro solo per precauzione, ma mirano a investire per il futuro. Gli ultimi dati mostrano che oltre il 60% dei risparmiatori tra i 30 e i 40 anni preferisce mantenere una parte significativa dei propri risparmi in conti deposito o strumenti a basso rischio, mentre solo il 15% investe regolarmente in azioni o strumenti finanziari più volatili.
Rispetto alle generazioni precedenti, i giovani adulti di oggi hanno un rapporto diverso con il denaro. Mentre i loro genitori tendevano a investire nel mattone e a risparmiare in modo più conservativo, i millennial (nati tra il 1981 e il 1996) e la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) si orientano verso strumenti finanziari innovativi. Le statistiche rivelano l'interesse per le criptovalute, gli Etf e gli strumenti di investimento automatizzati.
Un altro elemento che influenza la capacità di risparmio è il cambiamento nelle abitudini di spesa. Rispetto alle generazioni passate, i giovani di oggi spendono di più per esperienze e viaggi, rinunciando spesso a investimenti a lungo termine come l'acquisto di una casa. Secondo una ricerca di Nomisma, nel 2024 oltre il 55% degli italiani tra i 30 e i 40 anni non possiede una casa di proprietà e continua a vivere in affitto, una tendenza mai registrata prima con queste percentuali.
Mentre in passato si risparmiava per acquistare beni durevoli, oggi molti giovani tendono a vivere in una condizione di maggiore incertezza, influenzata da fattori globali come le crisi economiche, la pandemia e l'instabilità geopolitica. Circa il 49% dei giovani risparmiatori italiani dichiara di aver modificato le proprie strategie di investimento in risposta alle fluttuazioni dei mercati finanziari e alle notizie di carattere internazionale.