Nel mondo sommerso dei furti con destrezza, le borseggiatrici emergono con guadagni sorprendenti. Cifre, dinamiche criminali, effetti sull'economia urbana e il caso Venezia.
Negli ultimi anni, le grandi città italiane sono state teatro di un aumento dei furti con destrezza, specialmente sui mezzi pubblici e nelle aree ad alta concentrazione turistica. Al centro di questo fenomeno c'è la figura della borseggiatrice, spesso giovane e senza fissa dimora, in grado di trasformare il taccheggio in un'attività dall'enorme impatto finanziario. L'abile destrezza con cui queste donne colpiscono sorprende, tanto quanto le cifre raggiunte quotidianamente: si parla di incassi che superano il reddito di molti lavoratori professionisti, evidenziando così una problematica sociale e giudiziaria di portata nazionale.
Analizzando i dati delle procure e delle recenti inchieste giornalistiche, emerge come una singola borseggiatrice, nelle condizioni di maggiore immunità giudiziaria, riesca a portare a casa fino a 2.500 euro al giorno. In una prospettiva annuale, questa cifra tocca i 700.000 euro, collocando chi pratica questa attività illegale tra i soggetti con i più alti introiti della criminalità urbana.
Questo valore giornaliero risulta ancora più sorprendente se confrontato con altre categorie professionali:
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Settore |
Guadagno giornaliero medio |
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Borseggiatrice (media segnalata) |
2.500 euro |
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Lavoratore dipendente (Italia) |
80-120 euro |
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Calciatore Serie A (medio) |
2.000-4.000 euro |
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Pusher (stima criminalità) |
1.300 euro |
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Prostituta (media alta criminalità urbana) |
1.000-1.500 euro |
La disparità appare evidente e contribuisce ad alimentare un vero e proprio mercato parallelo che attira soggetti fragili o a rischio sociale. La varietà dei luoghi frequentati, dalla stazione ferroviaria alle vie affollate di centri storici come Venezia, permette alle borseggiatrici di operare su più fronti e con maggiore facilità rispetto ad altre categorie malavitose spesso limitate a contesti più marginali:
Il sistema giudiziario italiano, a causa di normative poco restrittive e di una gestione complicata del sovraffollamento carcerario, si trova spesso nell'impossibilità di applicare pene realmente dissuasive nei confronti delle borseggiatrici. Questo favorisce un ciclo vizioso di arresti e scarcerazioni che di fatto permette ai soggetti coinvolti di tornare a delinquere quasi senza interruzione:
L'alternarsi di misure cautelari leggere e la rapidità con cui le borseggiatrici possono tornare in libertà sono tra le principali cause dell'aumento dei furti nelle aree urbane più esposte. Questo scenario mette in difficoltà sia le forze dell'ordine, che si trovano a dover affrontare gli stessi soggetti ripetutamente, sia la cittadinanza, che assiste impotente all'inefficacia dei sistemi di controllo.
Dietro la figura singola della borseggiatrice c'è spesso una vera e propria struttura criminale organizzata, con ruoli definiti e una logistica studiata nei minimi dettagli. Gli ultimi casi giudiziari hanno messo in luce:
Questo modello economico criminale si perpetua nelle grandi città italiane dove l'anonimato, la presenza di flussi turistici elevati e l'alta densità rendono difficile l'identificazione e la prevenzione. Le modalità d'azione variano da borseggi in movenza sui mezzi pubblici a rapide incursioni nei pressi delle fermate di autobus e treni, fino alle zone più frequentate dai turisti.
Negli ultimi mesi, Venezia è diventata uno degli epicentri delle azioni di contrasto al fenomeno dei furti con destrezza. L'operazione che ha portato a 23 misure cautelari ha evidenziato l'esistenza di una gang strutturata composta da venti donne e tre uomini, responsabili di numerose azioni criminali quotidiane in punti chiave della città come la stazione di Santa Lucia, Mestre e i principali percorsi turistici:
L'incidenza dei furti con destrezza nelle grandi città si traduce in effetti tangibili sia dal punto di vista economico che sociale. I danni non si limitano alla perdita materiale, ma si riflettono anche sul clima di fiducia tra cittadini e istituzioni e sulla percezione della qualità della vita urbana: