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Riforma pensioni 2025, le novità possibili per poter uscire prima dal lavoro

di Marianna Quatraro pubblicato il
Riforma pensioni 2025

Come potrebbero cambiare le pensioni anticipate nel 2025 con le possibili novità che si prospettano: le prime anticipazioni

Quali sono le novità possibili di una riforma delle pensioni 2025 per uscire prima dal lavoro? Si attendeva già quest’anno la riforma delle pensioni per la revisione dell’attuale Legge Fornero, ma nulla è stato fatto, ancora una volta.

Si attendono ora novità per il prossimo anno. Vediamo cosa potrebbe cambiare e quali sono le anticipazioni.

  • Riforma delle pensioni 2025 e quota 41 strutturale: la prima ipotesi possibile
  • La quota 103 sarà ancora confermata per la pensione anticipata nel 2025?

Riforma delle pensioni 2025 e quota 41 strutturale: la prima ipotesi possibile

Non c’è al momento alcuna certezza che la riforma delle pensioni si farà effettivamente nel 2025.

Come ogni anno, sarà fondamentale capire quante risorse economiche saranno a disposizione per la concreta revisione dell’impianto pensionistico attuale.

Del resto, la stessa ministra del Lavoro, Marina Calderone, di recente ha ben spiegato che la riforma non si farà a breve. 

Tuttavia, le anticipazioni parlano della possibile introduzione della quota 41 come misura strutturale.

Tutti potrebbero, dunque, andare in pensione prima solo con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Ma per questa misura c'è sempre il problema delle coperture

In alternativa, proprio per risolvere il problema delle risorse economiche non disponibili, si potrebbe rendere sì strutturale la quota 41 ma introducendo una penalizzazione per chi decide di uscire prima, calcolando la pensione finale solo con sistema contributivo.

La quota 103 sarà ancora confermata per la pensione anticipata nel 2025?

Per il prossimo 2025, il governo dovrà decidere poi se confermare ancora la quota 103, come attualmente prevista, cioè permettendo di andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, o modificarla, o sostituirla con la quota 104.

Si tratta di un’ipotesi che era già stata paventata per quest’anno (poi saltata) per andare in pensione a 63 anni di età e con 41 anni di contributi. Dunque, in tal caso, il requisito anagrafico aumenterebbe di un anno. 

Al momento si tratta solo di indiscrezioni, non c’è alcuna conferma che effettivamente si farà qualcosa e né tantomeno cosa. Ma la ministra Calderone ha comunque assicurato che saranno valutati tutti gli interventi per sostenere chi deve uscire prima dal lavoro perché ha lavorato tanto e per chi è giovane e deve ancora costruire la propria posizione previdenziale.


 

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