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Rinnovato contratto dirigenti PA 2022-2024. I miglioramenti e le novitŕ su stipendi, arretrati, premi, formazione ufficiali

di Marianna Quatraro pubblicato il
Rinnovato contratto dirigenti PA 2022 20

Quanto aumentano gli stipendi dei dirigenti della P.A. dopo il rinnovo ufficiale del contratto 2022-2024 e l'abolizione del tetto a 240mila euro

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i dirigenti della Pubblica Amministrazione (PA) per il triennio 2022-2024 introduce importanti adeguamenti retributivi e innovazioni normative, segnando una fase significativa nel percorso di valorizzazione della dirigenza pubblica italiana.


L’aggiornamento contrattuale coinvolge circa 6.160 dirigenti operanti nelle funzioni centrali dello Stato, ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici, con un impegno finanziario di oltre 61 milioni di euro a regime. Questo rinnovo si caratterizza per l’incremento medio degli stipendi e gli interventi focalizzati su meritocrazia, formazione e nuove modalità lavorative.

Gli aumenti retributivi per le diverse categorie di dirigenti

Le retribuzioni della dirigenza della PA sono oggetto di adeguamenti differenziati per fasce e categorie, riconoscendo così la specificità degli incarichi e le responsabilità gestionali.

Per i dirigenti gli aumenti in busta paga saranno, in media, di 558 euro lordi al mese per 13 mensilità, tra i 980 euro medi dei dirigenti di prima fascia e i 545 di quelli di seconda fascia. Gli incrementi hanno decorrenza dal primo gennaio 2024. Per fare qualche esempio, i 980 euro mensili si aggiungeranno ai dirigenti di prima fascia dei ministeri che attualmente percepiscono 235.688 euro lordi all’anno, rispetto ai 545 euro dei vertici amministrativi di seconda fascia che prendono 125.849 euro.

Per i dirigenti di prima fascia delle agenzie fiscali, gli aumenti si sommano all'importo percepito che con il vecchio contratto è di 237.407 euro all’anno e di 117.898 euro per quelli di seconda fascia. Per quanto riguarda gli arretrati, l’accordo prevede il pagamento una tantum di 9.400 euro fino a ottobre 2025.

In media, gli arretrati riconosciuti ammontano a circa 5.000 euro per dirigente, mentre per dirigenti medici con incarichi professionali inferiori ai cinque anni si prevedono somme superiori, fino a oltre 13.500 euro.

I dirigenti apicali, con incarichi apicali di rilievo, possono ricevere arretrati stimati anche oltre 30.000 euro, riflettendo l’importanza e la durata degli incarichi ricoperti.

Il trattamento economico e la fine del tetto stipendiale di 240mila euro

La Corte Costituzionale ha recentemente abolito il limite massimo di 240.000 euro annui per le retribuzioni nella PA.

Con questa sentenza, il riferimento per il trattamento economico torna al compenso del primo presidente della Corte di Cassazione, ora fissato a oltre 311.000 euro. Questo nuovo parametro consente una maggiore flessibilità remunerativa per dirigenti apicali con responsabilità elevate, eliminando il precedente vincolo rigido.

A livello normativo e contrattuale, il superamento del tetto apre la strada a revisioni salariali basate su criteri meritocratici e sulla realizzazione di obiettivi strategici.
 

Novità contrattuali: premi di performance e formazione obbligatoria

Le novità del rinnovo contrattuale riguardano anche l’introduzione di premi legati alle performance e l’ampliamento degli obblighi formativi, per promuovere un modello di dirigenza più meritocratica e qualificata.


La contrattazione prevede che circa il 30% dei dirigenti possa accedere a premi economici o incentivi particolari, riservati a chi mantiene risultati eccellenti per più anni consecutivi. I premi, oltre al riconoscimento economico, possono tradursi in percorsi formativi avanzati o incarichi dirigenziali di prestigio, valorizzando l’esperienza e la competenza.

La formazione obbligatoria è estesa, con almeno 40 ore annuali di aggiornamento, incentrate su innovazione organizzativa, leadership e gestione del cambiamento. È, inoltre, previsto un obbligo biennale di aggiornamento e la valutazione dei dirigenti include il contributo fornito nella formazione del proprio staff, favorendo la diffusione delle competenze all’interno dell’organizzazione.

Le nuove disposizioni sul lavoro a distanza e flessibilità oraria

E' stata anche rafforzata la regolamentazione del lavoro agile e della flessibilità oraria per i dirigenti pubblici: è stata introdotta la possibilità di articolare l’orario di lavoro su quattro giorni settimanali, mantenendo le 36 ore complessive, con lo scopo di migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e personale.

La normativa amplia le condizioni per accedere al lavoro a distanza, includendo esigenze di salute particolare e assistenza a familiari disabili. Queste nuove disposizioni favoriscono una gestione più moderna e sostenibile delle modalità di lavoro, mirata anche a rendere la PA più attrattiva per le nuove generazioni.

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