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Rinnovo contratto CCNL statali funzioni centrali 2025-2027: i punti in discussione e resoconto primo incontro ieri 3 dicembre

di Marianna Quatraro pubblicato il
Rinnovo CCNL statali funzioni centrali 2

Sono ripartite già le trattative per il rinnovo contrattuale per gli Statali delle Funzioni Centrali 2025-2027: il ministro Zangillo ha annunciato la volontà di portare a termine la firma del contratto nel 2026

Nella giornata di ieri, mercoledì 3 dicembre, si è tenuto presso la sede dell’ARAN il primo incontro ufficiale volto all’avvio delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo alle Funzioni Centrali per il triennio 2025-2027. Questo appuntamento rappresenta un passaggio atteso da oltre 190mila dipendenti pubblici, tra cui lavoratori di ministeri, agenzie fiscali, organi dello Stato ed enti pubblici non economici.

L’incontro ha visto la presenza delle principali organizzazioni sindacali e dei rappresentanti dell’Amministrazione, con l’obiettivo di definire gli assi portanti della nuova stagione contrattuale, tra cui gli aumenti retributivi, le nuove misure di welfare e le tempistiche della trattativa stessa.

Contesto e novità del rinnovo contrattuale: tempistiche, protagonisti e importanza del tavolo ARAN

Il tavolo di contrattazione per il prossimo rinnovo del Ccnl per gli statali delle funzioni Centrali 2025-2027 avviato presso l’ARAN inaugura una fase strategica per il pubblico impiego, contribuendo a dare ordine alle scadenze dei rinnovi e a fornire un modello di riferimento a tutti gli altri comparti della Pubblica Amministrazione.

Alla trattativa prendono parte, oltre ai rappresentanti dell’ARAN, le principali sigle sindacali: UILPA, CGIL, CISL e altri soggetti che tutelano gli interessi degli operatori delle Funzioni Centrali. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha più volte sottolineato l’importanza di questa trattativa non solo per il personale direttamente coinvolto, ma anche per creare sinergie capaci di influenzare la programmazione contrattuale degli altri settori. 

Rispetto a quanto avvenuto nel recente passato, l’attuale tornata negoziale si caratterizza per una tempistica ben definita: la volontà dichiarata delle parti è di concludere le trattative e arrivare alla sottoscrizione definitiva del nuovo contratto già nel 2026. 

Gli aumenti retributivi previsti: importi, modalità e impatto sul potere d'acquisto

Gli incrementi salariali rappresentano uno degli aspetti più rilevanti della trattativa. Dopo il recente rinnovo del Ccnl 2022-2024, per il triennio 2025-2027 è previsto un aumento medio lordo di 158 euro mensili, destinato a essere erogato in maniera progressiva nell’arco dei tre anni:

  • 52 euro lordi mensili nel 2025
  • 105 euro lordi mensili nel 2026
  • 158 euro lordi mensili nel 2027.
Questi incrementi seguono quelli già garantiti dal contratto del triennio precedente (2022-2024), che aveva portato a un aumento medio di 165 euro. Considerando gli ultimi tre rinnovi, l’incremento totale lordo in busta paga raggiunge circa 453 euro per tredici mensilità.

Seppur positivi, tali adeguamenti vengono valutati dalle organizzazioni sindacali come insufficienti a colmare pienamente la perdita di potere d’acquisto degli ultimi anni, determinata da un’inflazione significativa (oltre il 13% tra il 2022 e il 2023, secondo ISTAT) e dai ritardi dei precedenti rinnovi.

Secondo rilevazioni autorevoli, a settembre 2025 le retribuzioni risultavano ancora inferiori rispetto ai livelli di gennaio 2021, il che sottolinea la necessità di migliorare la reattività dei meccanismi di adeguamento salariale rispetto al ciclo economico e all’andamento dei prezzi. La distribuzione graduale degli aumenti è stata calibrata in funzione delle stime inflattive (attorno all’1,8% annuo).

Le principali questioni in discussione: aspetti economici e nuove misure di welfare

Oltre al capitolo retribuzioni, il confronto si focalizza su molteplici questioni di natura organizzativa e sociale. Elementi centrali sono:

  • Welfare integrativo: crescente attenzione verso benefit non monetari, strumenti di conciliazione vita-lavoro e miglioramenti nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
  • Formazione e progressioni di carriera: le parti hanno segnalato l’esigenza di rafforzare meccanismi di formazione continua, assegnando maggiore valore alle competenze e facilitando la mobilità interna e le avanzamenti professionali.
  • Detassazione dei premi di produttività: è emersa la richiesta sindacale di rendere più conveniente la produttività individuale e collettiva, tramite forme di detassazione mirata.
  • Tempi di erogazione del TFS/TFR: uno dei punti critici riguarda la revisione delle procedure per ridurre i tempi di liquidazione delle indennità di fine servizio, oggi giudicati troppo lunghi.
  • Revisione delle aliquote IRPEF: particolare attenzione richiesta per i lavoratori delle fasce di reddito medie, al fine di alleggerire il carico fiscale sulle retribuzioni delle amministrazioni centrali.
La trattativa mira quindi a rafforzare i diritti dei lavoratori pubblici, tenendo conto delle difficoltà vissute negli ultimi anni (carichi di lavoro crescenti, carenze di organico e modalità operative complesse). A questo quadro si aggiunge la necessità di rendere le amministrazioni più attrattive e competitive nel reclutamento e nella valorizzazione delle professionalità interne. 

Tempistiche di firma, risorse stanziate e posizione delle parti sindacali e governative

I lavori per la nuova intesa si avvalgono di risorse già stanziate nella Manovra Finanziaria, pari a circa 10 miliardi di euro (5,5 a regime), messi a disposizione per l’intera tornata dei rinnovi. Il governo ha fornito assicurazioni circa la copertura necessaria, indicando come prioritario il rispetto del calendario negoziale. 

La dichiarazione del ministro Zangrillo evidenzia una netta volontà di accelerare e portare a termine la firma del contratto nel 2026, in modo da garantire condizioni stabili alle amministrazioni e ai lavoratori. Si tratta di un cambio di paradigma rispetto al passato, che per anni ha visto rinnovi tardivi e lunghe attese per i dipendenti statali. 

Le posizioni delle organizzazioni sindacali, tra cui UILPA, CGIL e CISL, evidenziano apprezzamento per l’apertura del dialogo e per gli obiettivi di allineamento alle esigenze dei lavoratori. Tuttavia, si sottolinea come la vera sfida sarà negoziare margini di miglioramento ulteriori sulle risorse disponibili e chiamare il Governo a un impegno concreto anche su temi non strettamente economici.

L’ARAN, dal canto suo, si dichiara disponibile ad approfondire ogni questione tecnico-normativa e le sigle sindacali affermano che il successo del negoziato dipenderà dall’efficacia del confronto e dal recepimento delle proposte concrete portate al tavolo.