Se il treno č in ritardo, non solo ci puņ essere il rimborso automatico del biglietto con il nuovo regolamento al via dal 1 gennaio 2025, ma in determinate situazioni si puą avere un risarcimento per danno esistenziale patrimoniale e non. Ecco quando e come fare
Il risarcimento per danni da ritardo del treno rappresenta una tutela per i passeggeri che subiscono disagi significativi. Oltre al rimborso del biglietto, è possibile ottenere un risarcimento aggiuntivo nei casi in cui il ritardo provochi un danno concreto alla qualità della vita, come evidenziato dalla giurisprudenza recente. Tale diritto si basa su una responsabilità contrattuale delle compagnie ferroviarie, che devono garantire condizioni di viaggio adeguate e minimizzare prevedibili disservizi.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28244 del 9 ottobre 2023, ha confermato la risarcibilità del danno esistenziale nei casi in cui un ritardo prolungato del treno generi un peggioramento concreto nelle condizioni di vita dei passeggeri. In particolare, il caso analizzato riguardava un viaggio sulla tratta Roma-Cassino, avvenuto il 3 febbraio 2012, quando una violenta nevicata causò un ritardo di quasi 24 ore. I passeggeri furono costretti a rimanere sul treno senza ricevere alcuna forma di assistenza, né in termini alimentari né logistici.
La Cassazione ha evidenziato che il ritardo e la mancata assistenza non potevano essere giustificati dalla compagnia ferroviaria, la quale avrebbe dovuto prevedere l’evento meteorologico consultando i bollettini meteo e predisporre misure adeguate. Secondo i giudici, tale mancanza configurava una violazione della libertà di movimento e autodeterminazione dei passeggeri, ledendo diritti tutelati anche a livello costituzionale.
I giudici hanno inoltre sottolineato che la risarcibilità non patrimoniale del danno esistenziale richiede una gravità sufficiente del pregiudizio subito. Nel caso specifico, trascorrere 24 ore in un treno freddo, senza cibo, riparo o possibilità di riposo, è stato considerato un’offesa grave e seria, non riconducibile a semplici disagi o fastidi. Tale posizione si collega al principio espresso dalla sentenza n. 26972/2008 delle Sezioni Unite, secondo cui il danno esistenziale deve superare una soglia considerevole di disagio.
Nella stessa pronuncia, la Cassazione ha condannato Trenitalia al pagamento di 400 euro a titolo di risarcimento danni, oltre che all’assunzione delle spese legali e a un’ulteriore somma di 1.000 euro per responsabilità aggravata. La decisione rappresenta un chiaro richiamo all’importanza dell’assistenza ai passeggeri anche in situazioni eccezionali, responsabilità che spetta alle compagnie di trasporto ferroviario.
Il risarcimento per ritardo del treno può essere richiesto in situazioni specifiche in cui il disagio vissuto dai passeggeri è direttamente imputabile alla compagnia ferroviaria. In linea generale, il diritto al risarcimento scatta quando ricorrono tre condizioni: il ritardo o il disservizio è effettivamente causato da una negligenza del gestore, esiste un nesso causale tra il disservizio e i danni riportati dal passeggero, e il disagio risulta superiore al normale fastidio legato al semplice ritardo.
Un esempio chiave, emerso dalla giurisprudenza, è rappresentato dai casi in cui i ritardi si protraggano per molte ore senza che la compagnia ferroviaria predisponga adeguate misure di assistenza, come cibo, acqua o riparo per i passeggeri. Elementi fondamentali per dimostrare il diritto al risarcimento sono la prova del danno subito e la verifica che il ritardo fosse prevedibile o gestibile. Eventi eccezionali, come condizioni meteorologiche estreme, non sollevano automaticamente la compagnia da ogni responsabilità, soprattutto se l’evento era annunciato dai bollettini meteo.
Tra i danni risarcibili, spiccano non solo quelli di natura patrimoniale, come le spese sostenute dal viaggiatore a seguito di un ritardo (ad esempio, la perdita di coincidenze con altri mezzi di trasporto), ma anche i danni non patrimoniali, che includono sofferenze psicologiche o un peggioramento della qualità della vita. È il caso del danno esistenziale, recentemente riconosciuto in relazione ai ritardi prolungati di treni in condizioni di grave disagio fisico e mentale.
Infine, il diritto al risarcimento può essere escluso se il ritardo è causato da eventi imprevedibili e inevitabili non imputabili alla compagnia, come emergenze improvvise o disastri naturali di portata eccezionale. In queste circostanze, la responsabilità del gestore viene attenuata, ma permane l'obbligo di fornire la migliore assistenza possibile ai passeggeri.
Il risarcimento per ritardi dei treni può riguardare diverse tipologie di danni, suddivise principalmente in danni patrimoniali e non patrimoniali. I primi includono tutte le perdite economiche subite dal passeggero a causa del disservizio, come il costo di biglietti aerei persi, spese di pernottamento o penali per il mancato rispetto di impegni lavorativi o contrattuali. Il rimborso, in questo caso, deve coprire in modo diretto le spese effettivamente documentate.
Per quanto riguarda i danni non patrimoniali, si distinguono due principali sottocategorie: il danno morale, riferito alla sofferenza emotiva causata dal disservizio (esempio, perdere un evento importante come un addio a un familiare), e il danno esistenziale, che identifica un impatto negativo più duraturo sulla qualità della vita, ad esempio nel caso di ritardi prolungati che costringano il passeggero a subire condizioni estreme di disagio come freddo o carenza di cibo.
Per richiedere il risarcimento del danno esistenziale causato da un ritardo del treno o altri disagi, è necessario seguire una procedura ben articolata. Inizialmente, si deve presentare un reclamo formale alla compagnia ferroviaria responsabile, specificando l'evento accaduto e i danni subiti. Il reclamo può essere inoltrato online, attraverso portali dedicati delle società di trasporto come Trenitalia o RFI, oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il passeggero deve fornire una documentazione dettagliata che includa:
Se la compagnia ferroviaria non risponde o rigetta la richiesta entro i termini stabiliti dalle normative vigenti, il viaggiatore può intraprendere un’azione legale. A tal fine, è necessario rivolgersi al Giudice di Pace competente o al Tribunale, presentando tutta la documentazione raccolta per comprovare i danni subiti. In alcuni casi, ci si può avvalere di associazioni di consumatori come il Codacons, che offrono supporto legale per iniziative collettive o azioni individuali contro le compagnie ferroviarie.
Per garantire il successo della richiesta, si consiglia di agire tempestivamente e rispettare i tempi di prescrizione, che in genere sono fissati a due anni per questo tipo di controversie.