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Riscatto stage per andare in pensione prima tra le nuove leggi previdenziali proposte in Manovra Finanziaria 2026

di Marianna Quatraro pubblicato il
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La Manovra Finanziaria 2026 propone importanti novitŕ: tra queste, il riscatto dello stage come strumento per anticipare la pensione, nuove regole sui requisiti, differenze con il riscatto laurea e impatti sulle future pensioni.

La Manovra Finanziaria 2026 introduce una serie di cambiamenti nell’assetto previdenziale italiano che mirano a rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di lavoratori e alle difficoltà che caratterizzano molte carriere professionali discontinue. Tra le proposte più rilevanti spicca la possibilità di valorizzare anche i periodi di stage e tirocini non retribuiti ai fini previdenziali. Questa novità si affianca a misure già note, come il riscatto della laurea, e si inserisce in un quadro di interventi più ampio destinato a garantire maggiore flessibilità e sicurezza nell’accesso alla pensione, soprattutto per chi inizia la propria esperienza professionale in modo non standard. L’attenzione verso i giovani e i futuri pensionati emerge con decisione sotto forma di strumenti innovativi e specifiche agevolazioni, pensati per ridurre il rischio di lacune contributive e favorire la maturazione dei requisiti necessari all’uscita dal mercato del lavoro.

Cos’è il riscatto dello stage e perché è stato proposto nella Legge di Bilancio 2026

Il riscatto dei periodi di stage rappresenta una novità significativa nel panorama previdenziale italiano. Questa misura nasce per rispondere a una crescente esigenza: evitare che i mesi trascorsi in tirocinio, spesso non retribuito e non coperto da contributi, si traducano in buchi nella carriera assicurativa. Il problema riguarda in modo particolare i giovani che, al termine degli studi, affrontano un percorso d’ingresso nel mercato del lavoro segnato da fluttuazioni e interruzioni contributive.

La proposta contenuta tra gli emendamenti della Legge di Bilancio 2026, avanzata dal gruppo parlamentare Fratelli d’Italia, mira a introdurre una forma di riscatto modellata sull’esempio di quanto già previsto per la laurea: chi ha svolto tirocini formativi ed extracurriculari potrà, attraverso il versamento di un onere specifico, trasformare fino a 24 mesi di tale periodo in contributi previdenziali validi a tutti gli effetti. La necessità di tale provvedimento si collega direttamente alla volontà del legislatore di rendere più accessibile e meno penalizzante il percorso verso la pensione, sostenendo le nuove generazioni nell’accumulare una posizione previdenziale più solida, nonostante gli ostacoli dovuti all’instabilità dell’occupazione iniziale.

Il contesto della proposta è ulteriormente rafforzato dagli interventi assunti a livello europeo a favore del rafforzamento delle pensioni integrative e dall’attenzione alle dinamiche demografiche (calo degli iscritti all’università, diminuzione dei liberi professionisti), che mettono sotto pressione la tenuta complessiva dei sistemi pensionistici. In tale quadro, l’idea di consentire il riscatto dello stage è vista come una risposta adatta a una realtà che impone flessibilità ma non vuole sacrificare la sicurezza sociale.

Come funziona il riscatto dello stage: requisiti, modalità e costi

Per accedere al riscatto dello stage occorrerà soddisfare alcuni requisiti precisi. Anzitutto la misura sarà rivolta agli iscritti al sistema contributivo puro, ovvero coloro che non hanno periodi di contribuzione anteriori al 1° gennaio 1996. Il beneficio si applicherà solo a tirocini ed esperienze di stage non già coperti da contribuzione obbligatoria e potrà riguardare un massimo di 24 mesi, anche non continuativi.

L’accesso al riscatto prevede ulteriori condizioni:

  • Il riscatto può essere richiesto da iscritti all’AGO e alle relative gestioni speciali, incluse le forme esclusive e sostitutive.
  • Entro sei mesi dalla conclusione del periodo di stage, il richiedente deve aver avviato un rapporto di lavoro subordinato (a tempo determinato o indeterminato) o un’attività autonoma con iscrizione previdenziale.
  • I periodi oggetto di riscatto devono rientrare nei limiti previsti in relazione alla durata dei corsi professionali eventualmente frequentati.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, l’onere da versare sarà determinato secondo i criteri stabiliti dall’articolo 2, comma 5, del d.lgs. n. 184/1997, cioè con lo stesso metodo adottato per riscatto della laurea e altri periodi "non coperti" da contribuzione. Sarà possibile pagare la somma dovuta in un’unica soluzione oppure rateizzare l’importo fino a 120 mensilità, senza l’applicazione di interessi. Novità per i dipendenti privati: i datori di lavoro potranno aiutare i propri collaboratori impiegando, a tal fine, i premi di produzione maturati, con la deducibilità dell’onere dal reddito di impresa e lavoro autonomo.

I vantaggi del riscatto dello stage: pensionamento anticipato e copertura di buchi contributivi

L’introduzione della facoltà di valorizzare i periodi di stage all’interno della posizione assicurativa comporta diversi benefici concreti sia per chi si trova alle prime esperienze lavorative sia per chi desidera programmare una carriera previdenziale solida. Tra i vantaggi più rilevanti va innanzitutto citata la possibilità, in presenza di carriere discontinue o con lacune, di “recuperare” fino a due anni di contribuzione, evitando che tali periodi restino privi di copertura ai fini pensionistici.

Questo meccanismo si traduce in:

  • Maggiore facilità nel raggiungere i requisiti contributivi minimi richiesti dalla normativa vigente per l’accesso alle varie prestazioni pensionistiche, comprese le opzioni anticipate.
  • Incremento dell’importo dell’assegno pensionistico, soprattutto nel caso di carriere iniziate tardi o caratterizzate da periodi di incertezza occupazionale.
  • Copertura dei buchi contributivi, tipici in realtà professionali orientate a stage prolungati e percorsi lavorativi frammentati, con la possibilità per i giovani lavoratori di costruire una carriera assicurativa più coerente e completa.
Sussiste inoltre l’opportunità di favorire il pensionamento anticipato, considerando che il cumulo degli anni riscattati per stage e della laurea può portare complessivamente fino a sette anni aggiuntivi utili alla maturazione del diritto all’uscita. Queste possibilità assumono valore particolare alla luce delle recenti restrizioni sulle finestre in uscita e del crescente bisogno di flessibilità nel passaggio dal lavoro alla pensione.

Differenze tra riscatto dello stage e riscatto della laurea

Il riscatto della laurea e il riscatto dello stage, pur condividendo il fine di valorizzare periodi senza contribuzione, presentano alcune differenze sostanziali:

  • Durata massima: il riscatto della laurea si riferisce all’intera durata legale del corso universitario (triennale, magistrale, dottorati, etc.), mentre lo stage è riscattabile fino a 24 mesi complessivi.
  • Natura dell’esperienza: la laurea presuppone un percorso formativo accademico concluso con il titolo, mentre lo stage riguarda periodi lavorativi di formazione sul campo, non necessariamente legati a un titolo universitario.
  • Condizioni di accesso: per il riscatto dello stage è sempre richiesta l’attivazione di un rapporto di lavoro entro sei mesi dal termine del periodo di tirocinio, mentre per la laurea è necessario solo aver conseguito il titolo e non aver già ricevuto contribuzione nel periodo corrispondente.
  • Modalità di pagamento: entrambe le soluzioni prevedono il pagamento in unica soluzione o rateale ma, nel caso dello stage, il coinvolgimento del datore di lavoro varia a seconda del settore (possibilità di utilizzare premi di produzione nel privato).

Le altre novità previdenziali nella Manovra 2026: pensione integrativa e opzioni per anticipare l’uscita dal lavoro

Oltre alla valorizzazione dei periodi di stage, la Manovra 2026 affronta anche temi rilevanti in materia di previdenza complementare e percorsi di flessibilità in uscita. Spicca la proposta di un fondo pensione per i nuovi nati, con contributi annui da parte di genitori e Inps, concepito per rafforzare le tutele per le future generazioni e incentivare forme di previdenza integrativa che possano integrare il sistema pubblico nelle fasi meno protette della vita lavorativa.

Resta confermata la pluralità delle finestre di uscita legate al raggiungimento di specifici requisiti contributivi e anagrafici, come la pensione anticipata ordinaria, la pensione di vecchiaia, l’Ape Sociale per categorie protette e la pensione anticipata per precoci. Sono stati introdotti piccoli aggiustamenti sulle opzioni residue per chi rientra nelle categorie di lavori usuranti, con particolare attenzione alle modalità di calcolo e alle agevolazioni riservate alle donne tramite l’Opzione Donna, riformulata e ristabilita con aggiornamenti di requisiti e condizioni di accesso.

L’approccio della manovra conferma la volontà del legislatore di costruire una previdenza più equa e inclusiva, in grado di rispondere sia alle esigenze delle generazioni attive che alle prospettive dei lavoratori con carriere disomogenee.



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