La Manovra Finanziaria 2026 propone importanti novitŕ: tra queste, il riscatto dello stage come strumento per anticipare la pensione, nuove regole sui requisiti, differenze con il riscatto laurea e impatti sulle future pensioni.
La Manovra Finanziaria 2026 introduce una serie di cambiamenti nell’assetto previdenziale italiano che mirano a rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di lavoratori e alle difficoltà che caratterizzano molte carriere professionali discontinue. Tra le proposte più rilevanti spicca la possibilità di valorizzare anche i periodi di stage e tirocini non retribuiti ai fini previdenziali. Questa novità si affianca a misure già note, come il riscatto della laurea, e si inserisce in un quadro di interventi più ampio destinato a garantire maggiore flessibilità e sicurezza nell’accesso alla pensione, soprattutto per chi inizia la propria esperienza professionale in modo non standard. L’attenzione verso i giovani e i futuri pensionati emerge con decisione sotto forma di strumenti innovativi e specifiche agevolazioni, pensati per ridurre il rischio di lacune contributive e favorire la maturazione dei requisiti necessari all’uscita dal mercato del lavoro.
Il riscatto dei periodi di stage rappresenta una novità significativa nel panorama previdenziale italiano. Questa misura nasce per rispondere a una crescente esigenza: evitare che i mesi trascorsi in tirocinio, spesso non retribuito e non coperto da contributi, si traducano in buchi nella carriera assicurativa. Il problema riguarda in modo particolare i giovani che, al termine degli studi, affrontano un percorso d’ingresso nel mercato del lavoro segnato da fluttuazioni e interruzioni contributive.
La proposta contenuta tra gli emendamenti della Legge di Bilancio 2026, avanzata dal gruppo parlamentare Fratelli d’Italia, mira a introdurre una forma di riscatto modellata sull’esempio di quanto già previsto per la laurea: chi ha svolto tirocini formativi ed extracurriculari potrà, attraverso il versamento di un onere specifico, trasformare fino a 24 mesi di tale periodo in contributi previdenziali validi a tutti gli effetti. La necessità di tale provvedimento si collega direttamente alla volontà del legislatore di rendere più accessibile e meno penalizzante il percorso verso la pensione, sostenendo le nuove generazioni nell’accumulare una posizione previdenziale più solida, nonostante gli ostacoli dovuti all’instabilità dell’occupazione iniziale.
Il contesto della proposta è ulteriormente rafforzato dagli interventi assunti a livello europeo a favore del rafforzamento delle pensioni integrative e dall’attenzione alle dinamiche demografiche (calo degli iscritti all’università, diminuzione dei liberi professionisti), che mettono sotto pressione la tenuta complessiva dei sistemi pensionistici. In tale quadro, l’idea di consentire il riscatto dello stage è vista come una risposta adatta a una realtà che impone flessibilità ma non vuole sacrificare la sicurezza sociale.
Per accedere al riscatto dello stage occorrerà soddisfare alcuni requisiti precisi. Anzitutto la misura sarà rivolta agli iscritti al sistema contributivo puro, ovvero coloro che non hanno periodi di contribuzione anteriori al 1° gennaio 1996. Il beneficio si applicherà solo a tirocini ed esperienze di stage non già coperti da contribuzione obbligatoria e potrà riguardare un massimo di 24 mesi, anche non continuativi.
L’accesso al riscatto prevede ulteriori condizioni:
L’introduzione della facoltà di valorizzare i periodi di stage all’interno della posizione assicurativa comporta diversi benefici concreti sia per chi si trova alle prime esperienze lavorative sia per chi desidera programmare una carriera previdenziale solida. Tra i vantaggi più rilevanti va innanzitutto citata la possibilità, in presenza di carriere discontinue o con lacune, di “recuperare” fino a due anni di contribuzione, evitando che tali periodi restino privi di copertura ai fini pensionistici.
Questo meccanismo si traduce in:
Il riscatto della laurea e il riscatto dello stage, pur condividendo il fine di valorizzare periodi senza contribuzione, presentano alcune differenze sostanziali:
Resta confermata la pluralità delle finestre di uscita legate al raggiungimento di specifici requisiti contributivi e anagrafici, come la pensione anticipata ordinaria, la pensione di vecchiaia, l’Ape Sociale per categorie protette e la pensione anticipata per precoci. Sono stati introdotti piccoli aggiustamenti sulle opzioni residue per chi rientra nelle categorie di lavori usuranti, con particolare attenzione alle modalità di calcolo e alle agevolazioni riservate alle donne tramite l’Opzione Donna, riformulata e ristabilita con aggiornamenti di requisiti e condizioni di accesso.
L’approccio della manovra conferma la volontà del legislatore di costruire una previdenza più equa e inclusiva, in grado di rispondere sia alle esigenze delle generazioni attive che alle prospettive dei lavoratori con carriere disomogenee.