Stellantis si prepara a cedere il 100% di Comau: le ragioni della scelta, il ruolo di One Equity Partners e le prospettive industriali, con particolare attenzione alle ricadute su dipendenti e sedi italiane.
La vendita della maggioranza di Comau da parte di Stellantis segna un passaggio significativo per uno dei principali attori mondiali nell’automazione industriale. Questa operazione, che vede il fondo internazionale One Equity Partners come azionista di riferimento, risponde a trasformazioni profonde del settore automotive e alle nuove sfide della tecnologia.
Negli ultimi anni, il contesto globale ha visto il settore automobilistico affrontare profondi cambiamenti strutturali. Dalla diffusione della mobilità elettrica al bisogno di soluzioni di automazione sempre più avanzate, le aziende hanno dovuto riconsiderare il loro assetto strategico. Nel caso di Stellantis, la decisione di cedere la quota di maggioranza di Comau — pur mantenendo una partecipazione minoritaria attiva — si inserisce all’interno di un processo più ampio di razionalizzazione e ottimizzazione delle proprie attività.
Tale scelta nasce anche dalla necessità di focalizzarsi sul core business automobilistico, in particolare sui mercati europei in cui il gruppo intende rafforzare la propria presenza per affrontare la transizione verso la mobilità a basse emissioni e i nuovi modelli di produzione. La cessione era inoltre già prevista nell’accordo strategico che aveva portato alla nascita di Stellantis, a seguito della fusione tra FCA e PSA.
Da un lato, l’operazione consente a Comau di svilupparsi come entità più autonoma, sfruttando la flessibilità decisionale e la capacità di attrarre investimenti tipiche di una società indipendente; dall’altro, Stellantis può contare su una maggiore liquidità e risorse per investire in segmenti considerati strategici, come l’elettrificazione e la digitalizzazione.
L’operazione è stata valutata positivamente anche dagli analisti finanziari, che la considerano coerente rispetto alla strategia di posizionamento competitivo adottata negli ultimi anni dal gruppo guidato da John Elkann.
Comau è una realtà industriale di rilevanza storica per il territorio torinese e una delle eccellenze italiane nel settore dell’automazione e della robotica. Fondata nei primi anni Settanta come Consorzio Macchine Utensili, la società ha mosso i primi passi nel contesto della filiera automotive grazie al suo stretto legame con la Fiat e con il tessuto produttivo del Piemonte.
Nel corso dei decenni, Comau ha sviluppato soluzioni avanzate che spaziano dall’assemblaggio alla saldatura, dai sistemi robotizzati per la produzione alle applicazioni per l’Industria 4.0. Attualmente, l’azienda conta una rete globale di 7 centri di innovazione e 12 stabilimenti produttivi distribuiti in 12 paesi, con una forza lavoro di circa 3.700 dipendenti nel mondo (di cui 700 in Italia).
Il 2023 ha visto la società raggiungere, considerando le proprie controllate estere, un giro d’affari nell’ordine di 1,1 miliardi di euro. La sede principale rimane a Torino, nel polo di Grugliasco, che continua a rappresentare il fulcro di ricerca, sviluppo e produzione, come richiesto dalle istituzioni italiane in fase di autorizzazione della cessione.
L’ingresso di One Equity Partners (OEP), fondo internazionale specializzato in investimenti nei settori industriale e tecnologico, comporta nuovi scenari di crescita per Comau. OEP gestisce oltre 400 operazioni a livello globale dal 2001 ed è nota per la capacità di supportare percorsi di sviluppo aziendale basati su capitale e competenze manageriali innovative.
Con l’acquisizione della quota di maggioranza, OEP intende accelerare la crescita della società italiana facendone un polo di riferimento nell’automazione avanzata e nella robotica. Alle dichiarazioni ufficiali si unisce la convinzione, condivisa anche dal management Comau, che la nuova assetti societario consentirà di attingere a capitali e sinergie internazionali, indirizzando investimenti su nuove tecnologie e sulle esigenze dettate dalla transizione green e digitale dei processi industriali.
La conferma del management storico — con Alessandro Nasi presidente esecutivo e Pietro Gorlier amministratore delegato — garantisce continuità di visione e di gestione. Le strategie di innovazione sviluppate in oltre cinquant’anni di attività potranno così essere integrate con le risorse finanziarie e il network di OEP, favorendo l’accesso a mercati in rapida espansione e nuovi settori produttivi.
La vendita della maggioranza di Comau è stata oggetto di particolare attenzione da parte delle istituzioni pubbliche sia a livello nazionale che comunitario, dato il carattere strategico della società. In Italia, il governo ha esercitato il golden power — strumento normativo introdotto dal decreto-legge 21/2012 — che consente di subordinare al rispetto di determinate condizioni alcune acquisizioni in settori critici.
Le richieste principali hanno riguardato:
Dopo la cessione, Stellantis si trova in una posizione più snella e in grado di concentrare i propri sforzi e risorse sul rafforzamento delle attività automobilistiche, in linea con i trend di elettrificazione, mobilità sostenibile e innovazione digitale che guidano il settore. Il gruppo, oggi tra i principali produttori mondiali di veicoli, punta a realizzare gli obiettivi delineati nel piano Dare Forward 2030, con la trasformazione verso un'azienda tecnologica della mobilità a zero emissioni nette di carbonio.
Mantenendo il 49,9% di Comau con un ruolo attivo, Stellantis si assicura di poter collaborare sulle soluzioni di automazione e robotica utili al proprio processo produttivo e di continuare a beneficiare dei risultati finanziari dell’azienda, pur liberando risorse per investimenti in ricerca legati alla transizione energetica e digitale.
L’operazione rappresenta, quindi, una scelta di riposizionamento strategico che permette una maggiore focalizzazione operativa, pur garantendo connessioni sinergiche con una delle eccellenze italiane dell’automazione.
La dimensione occupazionale, soprattutto negli stabilimenti di Grugliasco e nelle altre sedi italiane, è stata al centro delle valutazioni delle istituzioni e delle parti sociali durante tutto l’iter della cessione. Il golden power esercitato dal governo ha imposto specifiche garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali e la conservazione delle attività strategiche sul territorio nazionale.
Comau impiega oltre 850 lavoratori nella sola area di Torino e complessivamente 3.700 persone nel mondo. Le rassicurazioni offerte dall’acquirente e la permanenza di un nucleo societario italiano, unita alla continuità manageriale, rappresentano elementi di stabilità per il futuro dei dipendenti.
Le prospettive di sviluppo e la crescita prevista sul mercato globale, unite agli investimenti in ricerca e competenze, dovrebbero alimentare una domanda sostenibile di professionalità qualificate e favorire il rafforzamento delle attività di R&S localizzate in Italia, come previsto dalle clausole inserite nelle autorizzazioni governative.