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Rivalutazione pensioni 2025, di quanto aumentano se si prende tra 600-4mila euro (calcolo ed esempi)

di Marianna Quatraro pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
come cambia pensione

Come incide la rivalutazione sugli importi di pensione tra 600-4000 euro e aumenti previsti. Spiegazioni e chiarimenti

L'adeguamento annuale delle pensioni rappresenta per milioni di cittadini un elemento chiave per mantenere il potere d’acquisto e la sicurezza economica dopo il pensionamento. Nel 2025 il sistema previdenziale italiano applica nuove regole per la rivalutazione degli assegni, influenzate dall’andamento dell’inflazione, da specifiche disposizioni normative e dalle novità introdotte dalla Legge di Bilancio. L’attualizzazione degli importi riguarda la gran parte dei pensionati, ma con modalità, importi e percentuali differenziate a seconda dell’ammontare della pensione e delle fasce retributive di riferimento. Vediamo nel dettaglio di quanto e come aumentano gli assegni compresi tra 600 e 4.000 euro, quali sono le principali modifiche operative, le tabelle di calcolo e gli esempi pratici utili.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni

La rivalutazione, detta anche perequazione automatica, è prevista dalla legislazione italiana per adeguare gli importi delle pensioni al costo della vita, compensando gli effetti dell’inflazione. Il meccanismo si basa sulle rilevazioni ISTAT: ogni anno viene fissato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) il tasso percentuale che determina l’incremento economico sugli assegni. Per il 2025 il tasso è stato aggiornato allo 0,8% a partire dal 1° gennaio, con validità per tutte le prestazioni previdenziali gestite dall’INPS e altri enti previdenziali, salvo eventuali conguagli in caso di scostamenti tra inflazione stimata e reale.

  • Rivalutazione progressiva a scaglioni: Nel 2025 si torna al sistema vigente prima delle modifiche del 2023-2024 (legge 388/2000 e legge 160/2019), applicando le percentuali di adeguamento non più sull’intero importo ma sulle singole fasce della pensione.
  • Fasce di rivalutazione:
    - 100% del tasso (0,8%) per importi fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè 2.394,44 € lordi/mese;
    - 90% del tasso su quella compresa tra 4 e 5 volte il minimo (2.394,45 - 2.993,05 €);
    - 75% del tasso sulle quote oltre 5 volte il minimo (>2.993,06 €).
  • Incremento straordinario: Le pensioni minime ottengono, oltre alla rivalutazione standard, un aumento aggiuntivo del 2,2% portando il minimo a 616,67 € lordi/mese.
Per verificare in modo approfondito il funzionamento delle diverse fasce e ottenere dettagli sui criteri di attribuzione, sono disponibili su INPS e MEF le tabelle ufficiali e le circolari aggiornate.

Chi ha diritto agli aumenti, soggetti beneficiari e casistiche

La rivalutazione degli importi nel 2025 riguarda non solo le pensioni di vecchiaia ma anche i trattamenti di anzianità, le prestazioni anticipatorie, gli assegni e le pensioni di invalidità, d’inabilità, le pensioni ai superstiti e le prestazioni assistenziali come le pensioni sociali e l’assegno sociale. Nelle nuove disposizioni:

  • Pensioni dirette e pensioni ai superstiti (reversibilità e indirette): entrambe vengono rivalutate secondo le nuove fasce.
  • Pensioni di invalidità e inabilità: aumenti applicati con modalità identica a quelle delle pensioni ordinarie.
  • Trattamenti assistenziali collegati al reddito, pensioni minime e sociali: rivalutati con criteri specifici e soglie di accesso rivalutate anch’esse dello 0,8%. Per le pensioni minime è prevista la maggiorazione straordinaria del 2,2%.
Numerosi pensionati possono non percepire immediatamente l’incremento, specialmente se sono titolari di più prestazioni o in caso di errata applicazione del criterio scaglionato. È consigliabile effettuare una verifica puntuale e, ove necessario, una richiesta di ricalcolo tramite servizi INPS e patronati abilitati.

Calcolo degli aumenti, tabelle ed esempi pratici per fasce di importo

Per comprendere nel concreto di quanto aumentano le pensioni nei vari casi, ecco la ripartizione delle percentuali rivalutative applicate a partire da gennaio 2025:

Importo pensione lorda mensile % di rivalutazione Incremento mensile stimato
600 € 100% su tutto (0,8%) +4,80 € (nuovo importo: 604,80 €)
1.000 € 100% su tutto (0,8%) +8,00 € (nuovo importo: 1.008 €)
1.500 € 100% su tutto (0,8%) +12,00 € (nuovo importo: 1.512 €)
2.000 € 100% su tutto (0,8%) +16,00 € (nuovo importo: 2.016 €)
2.500 € 100% su 2.394,44 € (0,8%)
90% su quota eccedente (0,72%)
+19,92 € (nuovo importo stimato: 2.519,92 €)
3.000 € 100% su 2.394,44 € (0,8%)
90% su 2.394,45 – 2.993,05 € (0,72%)
75% su quota eccedente (0,6%)
+23,50 € (nuovo importo stimato: 3.023,50 €)
4.000 € Scaglionamenti su tutte le fasce +29,52 € (nuovo importo stimato: 4.029,52 €)

Il calcolo effettivo avviene per quote di reddito, in modo simile all’applicazione dell’IRPEF. 

Pensioni minime: incremento straordinario, requisiti e modalità di accesso

Nel 2025, oltre all’adeguamento ordinario all’inflazione, per i trattamenti minimi è stata confermata una maggiorazione straordinaria del 2,2% ai sensi della Manovra 2025 (legge n. 197/2025 art. 1 comma 310). In concreto:

  • Pensione minima da 603,40 € (adeguamento allo 0,8%) viene portata fino a 616,67 € al mese con la maggiorazione.
  • Beneficiari: chi percepisce un assegno inferiore a questa soglia (anziani, invalidi, superstiti con trattamento minimo) e ha i requisiti reddituali e contributivi previsti.
  • Integrazione al minimo: concessa solo a pensionati con almeno un contributo versato prima del 31 dicembre 1995 (sistemi retributivo o misto); necessario non superare il reddito individuale di 7.844,20 € o familiare di 15.688,40 €; altri limiti sono considerati per i coniugati (fino a 31.376,80 € per integrazione piena).
Il diritto all’incremento straordinario viene riconosciuto automaticamente dall’INPS, mentre l’integrazione al minimo va richiesta tramite il servizio Consulente digitale delle pensioni o presso patronati. È utile ricordare che è possibile richiedere arretrati fino a cinque anni.

Simulazione del calcolo per redditi bassi

  • Pensione da 250 € al mese, reddito personale di 6.500 € annui: la prestazione viene portata a 610,90 €, includendo integrazione e rivalutazione.
  • Pensione con reddito annuo di 12.000 €: integrazione parziale calcolata (15.700 – 12.000) ÷ 13 ˜ 284,62 € mensili in più.

Limiti fiscali, tassazione e gestione dei conguagli sulle pensioni 2025

L’incremento degli assegni non è esente da imposizione fiscale: anche gli aumenti ottenuti attraverso la perequazione sono considerati reddito imponibile IRPEF. I conguagli fiscali vengono effettuati sulle pensioni di gennaio e febbraio. Alcuni casi particolari:
  • Esenzione IRPEF per alcune categorie, come superstiti orfani (fino a 1.000 €) e titolari di prestazioni assistenziali.
  • Conguagli per variazione ISEE o cambiamenti reddituali: INPS può recuperare o erogare somme in eccesso o in difetto tramite le mensilità successive.

Domande frequenti (FAQ) sulla rivalutazione pensioni 2025

  • Quando viene applicata la rivalutazione?
    Dal 1° gennaio 2025, con possibile conguaglio a fine anno sulla base dell’inflazione effettiva.
  • Ricevo più pensioni: l’aumento si applica a tutte?
    Sì, il cumulo perequativo considera tutte le pensioni percepite e applica l’incremento secondo la fascia risultante dal totale lordo mensile.
  • Cosa fare in caso di errori o aumento mancato?
    È possibile effettuare una verifica presso l’INPS o patronati abilitati e presentare ricorso o domanda di ricostituzione pensione.
  • La rivalutazione vale anche per i pensionati residenti all’estero?
    Solo per trattamenti fino al minimo INPS; per quelli superiori al minimo non è prevista rivalutazione nel 2025.
  • È automatico l’incremento della pensione minima?
    L’aumento è automatico per chi ha diritto, mentre per l’integrazione al minimo occorre verificare e, se necessario, inoltrare domanda
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